Sunday//part three

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La casa è depressivamente vuota senza nemmeno Adam qui. Provo a chiamarlo, ma risponde una ragazza.

'Pronto?'
'Ehi, mi chiamo Alex. Posso parlare con Adam?',la ragazza sembrava seccata.
'È sotto la doccia. Sono la sua fidanzata, e so che sei. Per favore, non chiamare più.'

Non mi è sembrata granché gentile.

'Puoi fargli sapere che ho chiamato?',sospiro. La ragazza sembra sfrustrata.
'Per favore.. non darci fastidio.',detto questo chiude la comunicazione. Ero rimasto solo.

Niente Nicholas, niente Adam, niente Margo, e niente Klain in generale. Avrei bisogno di un cagnolino.

Una chiamata sul cellulare. È Nicholas.

'Nick.. ciao.'
'Ehi. Mi sto annoiando, Alex. Ho fatto tutto per te, ho fatto tutto per noi.. la terapia, insomma, cinque mesi di incontri con una psicologa non sono passati in fretta. E adesso tu mi respingi. Cos'ho che non va, me lo spieghi? Sono diverso, mi vedi male? Intendo dire, più brutto, sono ingrassato, carattere diverso? Bhe, sono sempre io. Devo solo riabituarmi ad avere te vicino, è normale che non sono come prima, ho così tanta voglia di stare perennemente con te che quando saremo insieme, nei prossimi tempi, sarò esuberante forse.. se tu vuoi vedermi ancora, ecco.',Dio. Si che lo voglio vedere.
'Nicholas. Vieni a casa.'

***

Passati venti minuti sento bussare alla porta. Vado ad aprire, e trovo il ragazzo sorridente.

'Ciao, Alex. Tutto bene?'
'Entra. Sì, sto bene. Possiamo guardare un film, oppure..',non finisco la frase. Si fionda sulle mie labbra e mi abbraccia istintivamente.
'Ti amo, Dio, Alex.'
Lo stringo a me e lo bacio di nuovo.
'Che film vediamo?'
'Alexander, ti sembro uno che ha voglia di vedere un film?'
'Ma.. io ho il cofanetto di Harry Potter..'
'E io ho voglia di te.'

***

Mi tiro su le coperte fin sopra la fronte. Dio, quanto può essere perfetto?

'Nicholas. Com'è stata la terapia?',appoggia la testa al mio petto e mi prende la mano.
'Bhe, Alex, facevo anche più di una seduta a settimana. Non è stato molto facile. Stressante, ma ne è valsa la pena. Mi ripetevo lo faccio per lui, lo faccio per noi. La mia psicologa mi faceva domande.. e le ho raccontato tutta la storia. Dal primo messaggio all'ultimo, dal primo incontro, dal primo bacio.. alla nostra prima volta.. al nostro matrimonio mai avvenuto.. e tutto il resto. E sai cosa mi ha risposto? <Ma perché, se lo haiaccettato prima, non lo hai più accettato dopo?>. E sai cosa le ho risposto io? <Perché mi ha tradito con una ragazza, insegnandomi che non si bastavano due ragazzi per essere felici.>..e lei mi ha fatto capire che sbagliavo. Che è stato un tradimento che poteva capitare.. e che non c'era nulla di sbagliato. Me l'ha ripetuto per cinque mesi, e mi è entrato in testa. Cosa posso dire? Ti amo.
E poi le ho detto di mio fratello.. e lei mi ha risposto che i miei genitori hanno sicuramente sbagliato non accettando lui. Ma che non era colpa mia. E.. aveva ragione: non è colpa mia.
<Siete una famiglia molto particolare!>,ha anche detto con un sorriso. Era simpatica.'

Pensai per qualche secondo. Poi, parlai.

'Nicholas Klain.'
'Alexander Green.'
'Sposami.'

Per uno stupido errore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora