Non dormii molto quella notte e mi svegliai nelle mattinate. Erano solo le cinque del mattino quando aprii gli occhi stanchi. Fuori il cielo stava iniziando a colorarsi di arancione. Thomas giaceva addormentato accanto a me.
Chiusi gli occhi.
Il mattino seguente mi svegliai con un terribile mal di testa. La mia mente era avvolta da un senso di confusione che si espandeva per tutto il corpo.
Quella mattina non avevo nessuna voglia di uscire dalla stanza, né tantomeno di scendere in pista, ma rimanere dentro non avrebbe portato nulla di buono.
Mi alzai lentamente dal letto, erano le otto del mattino, ed entrai in bagno, chiudendo a chiave la porta.
Sciolsi i capelli lasciandoli cadere sulle spalle. Mi avvicinai al lavandino e iniziai a fissare il mio riflesso nello specchio.
Avevo delle grosse occhiaie sotto gli occhi e delle sottili rughe mi segnavano il viso.
Mi sentivo diversa, i miei occhi erano come...spenti, come se mi mancasse qualcosa o, come se, quello che avevo non andasse più bene. Era una sensazione strana che non avevo mai provato. Avevo sentito di persona la cui vita era cambiata 'dall'oggi al domani' ma non avevo mai preso alla lettera le loro parole, non lo credevo possibile, eppure era appena successo a me.
Iniziai a massaggiare la testa con le mani. Respirai profondamente chiudendo gli occhi, dopodiché tornai a fissarmi. Passò qualche minuto, dopodiché uscii dal bagno e andai a vestirmi.
Nel frattempo Thomas si era svegliato e si stava stiracchiando. - buongiorno amore. - dissi.
- buongiorno - rispose lui con voce impastata.Una quindicina di minuti dopo scesi sotto insieme a Thomas e ci fermammo a fare colazione.
- Hai qualcosa. - disse improvvisamente Thomas una volta seduti al tavolo. Il suo viso era interrogativo e dubbioso.
- Come? - dissi colta di sorpresa.
- Sei strana..-
- Sono solo stanca, ho dormito poco, troppi pensieri. -
- siamo qui proprio per scacciare via i pensieri, disse lui, forse non dovresti scrivere...-
- No! - lo bloccai velocemente. - scrivere è l'unica cosa che mi permette di fuggire dalla realtà e non avere pensieri. -
Mi fissò.
- scusa. - disse abbassando lo sguardo ed impugnando la forchetta.
- No, dissi, scusami tu. - e poggiai le mani sopra le sue.
Mi fissò.
- Thomas io risalgo in camera, dissi alzandomi, sono stanca, ma tu non pensare a me. -
Me ne andai velocemente lasciandolo solo.
- Aspetta! - esclamò vedendomi incontro e prendendomi per la spalla.
- Qualsiasi cosa...lo sai- disse.
Annuii. - ma certo. - sorrisi e andai via.
Rimase immobile seguendomi con lo sguardo mentre salivo le scale.Una volta in camera mi stesi sul letto e cercai di liberare la mente, non riuscendoci.
Restai per qualche istante a fissare il soffitto, dopodiché mi decisi a prendere l'agenda dal cassetto.
Iniziai a sfogliarla velocemente, presi la penna e iniziai a scrivere. Le parole uscivano fuori sole.
Improvvisamente, dopo aver scritto più di cinque pagine, mi addormentai.Erano le cinque del pomeriggio quando aprii gli occhi.
La testa pulsava di meno e mi sentivo meno stanca.
Vidi Thomas seduto accanto a me.
- Tesoro, disse avvicinandosi, tutto bene? -
Sbadigliai annuendo. - che ore sono? - chiesi.
- le cinque- rispose lui - quando sono rientrato dormivi profondamente. - e rise.
Cercai di sorridere ma non so esattamente quanto fosse convincente vista l'espressione dubbiosa di Thomas.
Si alzò e si avvicinò al televisore per accenderlo.
L'agenda era scivolata per terra, improvvisamente, guardandola, pensai all'appuntamento di quella notte. Credo di averla sognata, non ne sono certa.
Avevo bisogno di rivederla, è vero, ma avevo anche paura. Forse la paura superava il bisogno. Ho spesso paura di affrontare le persone e la realtà. È un mio difetto.
- Tom, dissi, ceniamo in camera stasera. -
Si voltò verso di me e Annuii sorridendo.
Cercai di fare lo stesso.★
L'una di notte era passata da un po' quando mi incamminai per il Parco Degli Acri.
Ero rimasta molto tempo seduta nell'androne dell'albergo a riflettere se andare o meno e durante il tragitto fui più volte tentata a tornare indietro. Davvero per poco non lo feci.Parco degli Acri era completamente immerso nelle meraviglie di quel posto. Tuttavia non era il classico parco che ci si aspetta, era più una foresta.
Si sentivano i gufi e il frusciio delle foglie. Vi erano alberi alti decine di metri, trasmettevano un po' di terrore se guardati nel buio della notte.
Rimasi immobile osservando intorno. Non vidi nessuna traccia umana, solo dozzine di alberi giganteschi.
Mi avrà presa in giro, pensai.
Ha visto che mi stavo avvicinando e...ma che importa? Non la conoscevo neanche.Ero pronta a tornare indietro quando la vidi.
Era seduta sotto una grande quercia. Ero sorpresa nel vederla ancora lì ad aspettarmi.
Mi avvicinai lentamente.
Si accorse della mia presenza e si girò, sorridendo.
Il suo viso si illuminò con quel sorriso.- Eleanor, disse, credevo...-
- No. - risposi.
Sorrise e mi invitò a sedere accanto a lei.
Rimanemmo in silenzio per alcuni minuti.
Non riuscivo a guardarla in volto, lei invece non faceva che fissarmi, abbassando ogni tanto lo sguardo.
Indossava un lungo cappotto rosso e portava i capelli legati.
Uscì un pacchetto di sigarette dalla tasca del cappotto. Ne accese una e iniziò a fumarla.
Notai un anello che aveva tutta l'aria di essere una fede nuziale.
Probabilmente era sposata, ma non c'era nulla di sorprendente. Cate avrà avuto 39 anni o giù di lì.
- non sapevo di quell'anello- dissi, pentendomene subito.
Rise.
- Ci sono tante cose che non sai di me. - disse continuando a fumare.
Mi porse una sigaretta.
- no, grazie. - dissi.
Rise.
- Allora,disse cercando di nascondere un sorriso, scrittrice, mi hai detto che per il momento non stai scrivendo nulla, ma nello stesso momento, mi hai detto che in realtà non smetti mai di farlo - la guardai.
- Cosa scrivi ultimamente? - e mi fissò con i suoi gelidi occhi azzurri.
- Nulla di particolare. - risposi - osservo la gente e immagino le loro storie. Mi piace osservare la gente. -
- a me piace osservare te. - disse.
Alzai lo sguardo e sorrisi.
- Cate, dissi cambiando espressione, quello che è successo ieri...è imbarazzante, mi dispiace. -
Iniziò a ridere, poggiando la mano libera dalla sigaretta sulla testa.
- Non è successo nulla- disse continuando a ridere.
- Ma poteva succedere. - dissi con tono serio.
- E allora? - continuò lei - se fosse successo che avresti fatto? -
Questa volta era lei a essere seria. Non risposi subito, mi limitai a pensare.
Che avrei fatto? Non sapendo come rispondere, girai la domanda a lei.
- Tu che avresti fatto? -
- Io? - ripeté lei - Io avrei seguito il cuore. L'ho sempre fatto.
- Cate...-
Rimase in silenzio.
- Cate, c'è qualcosa. - dissi.
- Lo so. - rispose sorridendo.
Ci fu silenzio per qualche minuto. Il tempo si fermò, succedeva sempre quando eravamo insieme. Era come in un sogno, mi capitava di pensare che lo fosse veramente.
Spense la sigaretta e si avvicinò a me, iniziando ad accarezzarmi i capelli.
Ci fissammo, lei non smetteva per un secondo di sorridere.
Chiuse gli occhi avvicinando le sue labbra alle mie.
Feci lo stesso e mi lasciai guidare dal cuore.
Le nostre labbra si avvicinarono sempre di più fino a quando non si chiusero in un bacio e diventarono una cosa sola.
Iniziò a stringermi sempre più forte.
Le emozioni, le sensazioni che provai in quel momento non sarò mai in grado di spiegarle completamente. Quel bacio racchiude qualcosa che va oltre ogni cosa, qualcosa più grande di noi e la nostra volontà.
Quel bacio è il sigillo dell'amore. Di quell'amore proibito e segreto.
Quando Cate allontanò le sue labbra dalle mie sentii come un brivido percorrere il mio corpo.
Mi fissò ed entrambe iniziammo a ridere.
Mi prese per mano.
- Vieni con me. - disse sottovoce.
Ci avventurammo nel fitto bosco finché non raggiungemmo una casetta in fondo al sentiero.
La porta era aperta, dentro era piccolo, vi era un letto al centro della stanza, era un letto a due piazze.
Cate chiuse la porta alle nostre spalle.
Nessuna delle due chiese di accendere una candela per fare luce.
Mi avvicinai a lei e le accarezzai il viso, ci avvicinammo al letto.
Mi sdraiai lentamente mentre lei iniziava a togliersi il cappotto.
Dopo qualche secondo era sopra di me.
Sentivo il suo respiro sulla mia pelle, la pressione del suo corpo sopra il mio, le sue labbra posate sulle mie, i nostri corpi che, lentamente, scivolavano insieme muovendosi armonicamente.- Segui il cuore...- sussurrò.
Fu esattamente quello che feci.
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14 Giorni Insieme
Romance"Lei ha sempre saputo che amarla non sarebbe stato facile, eppure non smetteva nemmeno per un attimo di farlo. Sapeva pure che certe situazioni sono inevitabili e se succedevano è perché dovevano succedere, e se quella mattina lei aveva incrociato...