\\ Era il 25 Gennaio 1980, fuori nevicava e la temperatura si era abbassata notevolmente.
Quella mattina l'albergo era più affollato del solito, c'era gente che era costretta a rimandare il volo per casa perché cancellato a causa del maltempo, gente che imprecava, altri invece erano tranquillamente seduti ai propri tavoli a fare colazione.
C'era la comitiva di 'stranieri' che erano venuti con Sara. Erano quasi tutte donne, tedesche probabilmente, biondissime e alte.
Sara, però, non era con loro. Thomas era rimasto in camera, dicendomi che non si sentiva molto bene. mi aveva anche raccomandato di scendere sotto e non pensare a lui, diceva che non potevo chiudermi in camera solo perché lui non stava bene.
Fuori era tutto bianco, questa volta non lo erano solo le montagne, ma anche lo spiazzale che precedeva l'albergo.
Mi andai a sedere al solito tavolo e mi limitai a ordinare una tazza di caffè. Poco prima avevo avuto di nuovo quei sensi di nausea, Thomas ancora non lo sapeva, e non so nemmeno io cosa stia aspettando a dirglielo.
Vi era un piacevole tepore in quella stanza, un po' per il camino, un po' per la numerosa gente presente. Sentii qualcuno avvicinarsi al mio tavolo, sentivo il rumore delle scarpe farsi sempre più vicino.
Alzai lo sguardo e la vidi.
Indossava un maglioncino marrone e dei pantaloni bianchi come la neve. Aveva i capelli sciolti e un meraviglioso sorriso stampato sul viso. Prese una sedia e si sedette di fronte a me.
- Buongiorno. – disse con quella sua voce soave.
- Cosa ci fai qui? – dissi
- Volevo vederti. – disse – ti osservavo, ho visto che eri sola e non ho resistito. – iniziò a guardarmi con quel suo sguardo che mi incantava ogni volta.
- Vuoi che me ne vada? – disse improvvisamente.
Scossi il capo.
- No, voglio che tu rimanga. – dissi sorridendo.
Si avvicinò, spingendosi in avanti e baciandomi sulla guancia.
Riuscivo a sentire il suo dolce profumo sulla mia pelle.
- Sei pazza...- dissi sottovoce.
Rise e tornò al suo posto.
- Ci resta poco tempo, disse, bisognava osare. – e sorrise.
Rimasi a fissarla senza dire una parola.
Era bellissima, elegante, era perfetta come non mai.
- Eleanor! – improvvisamente sentii una voce femminile familiare gridare il mio nome.
Cate si voltò vedendo che stavo cercando qualcuno.
Sara stava arrivando correndo verso di me, sembrava agitata e preoccupata.
- Cosa è successo? – dissi alzandomi e andando verso di lei.
Cate rimase seduta a guardarci.
Sara aveva il respiro agitato e non riusciva a parlare.
- Tu devi... essere... Cate... - disse a intervalli di tempo e porgendole la mano.
Cate annuii sorridendo, probabilmente si chiese come quella donna potesse conoscerla.
- Eleanor, disse Sara, è successa una cosa. –
- Io vado. – disse Cate alzandosi.
- No. – la bloccò Sara. – Tu devi rimanere, anzi è un bene avervi trovato insieme.
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14 Giorni Insieme
Romance"Lei ha sempre saputo che amarla non sarebbe stato facile, eppure non smetteva nemmeno per un attimo di farlo. Sapeva pure che certe situazioni sono inevitabili e se succedevano è perché dovevano succedere, e se quella mattina lei aveva incrociato...