10° Giorno pt2

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\\ Avrei dovuto dirglielo, avrei dovuto dirle che mi sarei dovuta sposare. Adesso avevo causato la fine di tutto. Non l'avrei più rivista, e questa volta per davvero. Quella notte non sarebbe venuta, e restava poco tempo. E io non volevo dirle addio in questo modo.

Tornai in camera. Thomas non era lì. Rimasi sdraiata al buio a fissare il soffitto. Il vento faceva sbattere fra loro le persiane. Il soffitto sembrava allontanarsi sempre di più da me, per un momento pensai di cadere nel vuoto.

All'improvviso sentii la porta aprirsi, mi misi seduta immediatamente.

- Sei qui. – disse Thomas.

Rimasi in silenzio, e cercai di sembrare il più naturale possibile.

- Perché tu non eri qui? – chiesi – non stavi male? –

- Ero sceso a prendere qualcosa da mangiare. – rispose.

Si avvicinò a me, sdraiandosi.

- Eleanor, disse, vuoi davvero sposarmi? –

- Che domande sono? – dissi. –certo che lo voglio. –

Rimase in silenzio a osservarmi.

Si alzò e mi baciò.

- Non lasciarmi...- disse con la voce spezzata.

- Non lo farò. – dissi, mi stesi sopra di lui...

In quel momento come non mai mi sentii un mostro e tutto quello che provai fu odio... odio verso me stessa.

\\ Era l'una e mezza di notte quando mi svegliai. Il vento sembrava essersi calmato e forse la neve aveva cessato di cadere.

Mi alzai velocemente dal letto e mi vestii. Misi degli scarponi pesanti e un lungo capotto per proteggermi dal freddo della notte.

Uscii silenziosamente dalla stanza e camminai lentamente per tutto il corridoio e le scale. Quando fui dentro l'androne uscii fuori.

Presi la macchina e misi subito in moto.

Le strade erano buie e silenziose, non si vedeva nessuno quella notte.

Arrivai al parco verso le due meno dieci minuti. Era tutto deserto.

Scesi dalla macchina e fui colpita dal gelo della notte.

Cate, come immaginavo, non era lì.

Il tempo passava, rimasi più di un' ora ad aspettarla, sotto la quercia, al freddo.

Alle due e mezza decisi di andare nella casa del bosco, sperando di trovarla lì.

La strada apparve molto più lunga del solito, molto più terrificante.

Alla fine arrivai.

Era buio e gli unici suoni erano i versi di alcuni gufi e animali.

Entrai aprendo lentamente la porta, la quale emise uno strano suono.

La solita candela era accesa sopra il tavolinetto.

- Cate. – dissi. – so che non vuoi vedermi, sono un mostro, lo so, però ti chiedo di... ascoltarmi. –

Non ricevetti nessuna risposta, di nessun tipo.

Abbassai lo sguardo, se la candela era accesa allora lei doveva esserci.

- So che ci sei. – dissi – Per favore, lasciami spiegare... hai tutto il diritto di odiarmi, però lasciami spiegare. –

Sentii un rumore provenire dall'altra stanza, poi la vidi uscire alla luce della candela.

14 Giorni InsiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora