Capitolo 6

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Lace @ ilpeggiortrio
Ragazzi, ho bisogno d'aiuto. Alle 4 da Backlays.

Paul @ ilpeggiortrio
Che succede???

Stan @ ilpeggiortrio
Ci siamo persi qualcosa?

Lace @ ilpeggiortrio
Ho bisogno di aiuto!!! Emergenza, non fate domande.

Stan @ ilpeggiortrio
NON PUOI TENERCI SULLE SPINE FINO ALLE 4!

Lace @ ilpeggiortrio
Stan, sono le 3. A tra poco.

Ho bisogno d'aiuto. E quando ho bisogno d'aiuto chiamo Stan e Paul e gli parlo davanti a una cioccolata al peperoncino. Sul nostro gruppo ci sono solo messaggi che dicono "Emergenza, alle 4 da Backlays!". Li mandiamo una volta a testa, ormai è come un rituale.
Vado in camera a vestirmi. E, stranamente, non ho voglia di mettermi catene, calze a rete o quant'altro. Indosso un paio di jeans scuri a vita alta e una t-shirt che recita "You can't sit with us", le cose più pacifiche che ho nell'armadio. Metto solo un filo di mascara e esco. Mi metto in macchina, accendo lo stereo e parte Asleep.
Merda.
Tolgo la cassetta e accendo la radio. Arrivo da Backlays alle quattro e qualcosa, il traffico mi intrappola ma a me sta bene, guidare mi rilassa. Come al solito Stan e Paul sono puntuali e mi aspettano lì fuori mentre sputano aria fredda. Mi fulminano appena scendo dall'auto.
- Prima mandi l'emergenza e non ci anticipi nulla, poi ci fai aspettare mezz'ora fuori al freddo. Ma insomma, ci vuoi fare del male? - mi prende in giro Stan con un vago accento femminile nella voce. Ho i miei dubbi che sia ancora un ragazzo.
- Dai, entriamo, ciao Paul. Scusate l'attesa, il... - mi interrompono.
- Il traffico! - fanno in coro, e scoppiamo a ridere.

Ora, di fronte a una cioccolata al peperoncino e due al caramello, sono pronta per ricevere una soluzione al mio problema.
- Quindi?! - mi fa Stan impaziente, - Che cazzo sta succedendo? -
- Il problema è Nick. - ammetto con gli occhi bassi.
- Lo sa-pe-vo! - grida Paul e da una pacca a Stan sulla spalla. - Voglio i miei cinque dollari, amico! -
- Avete davvero scommesso su quale fosse l'emergenza? Ah... Siete pessimi - rido io e mi scanso i capelli.
- Quindi? Vai avanti! - fa Stan.
- Okay. Sono pronta. - pausa. Pausa. Silenzio. Che dico? Mi guardano con occhi curiosi, come a dire "Vai avanti, forza!". - Sono stata a casa di Nick, recentemente. - inizio, ma vengo subito interrotta. Stan si copre la faccia con le mani.
- Ti sei scopata anche Nick? - dice in tono rassegnato.
- Ma no, cretino! - gli so uno schiaffo scherzoso.
- E allora? -
- Allora ci siamo addormentati. Mi ha detto che mi è rimasto a guardare... Ma non è importante. Il giorno dopo è venuto a casa mia, e non so neanche come faccia a sapere dove si trovi, e mi ha portato una cassetta. Poi abbiamo fatto un giro in macchina e ci siamo baciati. -
- Ooooh - sognano insieme Stan e Paul.
- No, no, ragazzi, calma. A questo punto non sono più riuscita a dire una parola. Insomma, lo sapete come sono fatta. Non voglio rovinare anche lui, non voglio che lui provi sentimenti per me ne che lo faccia io. Ed è qui che entrate in gioco voi: dovete aiutarmi. Devo liberarmi di lui. -
- Ma andiamo, Lace, è ridicolo! Per una volta, cazzo, dico una sola, lasciati trasportare! Innamorati, Lace! Non avrai mille occasioni come questa! Coglila! - mi rimprovera Paul.
- Magari fossi io al posto tuo... - dice Stan per sdrammatizzare. Ridiamo tutti, ma poi subito seri.
- Davvero, ragazzi, non sto scherzando. Non voglio e non posso innamorarmi, punto. E so che se ci andassi al letto... - vengo di nuovo interrotta.
- Hai già considerato l'idea?! -
- No, no, ma se continuiamo così accadrà presto. E non va bene... Giusto? - mi appoggio allo schienale della sedia aspettando un segno di approvazione. Non lo ottengo, quindi continuo.
- Devo escluderlo dalla mia vita. Fare finta che non esista, okay? E voi dovete aiutarmi. - i ragazzi scuotono la testa a farmi capire che no, non mi aiuteranno.
- A me piace Nick. È un ottimo amico, non voglio farlo scappare. - dice allora Paul.
- Andiamo, fatelo per me! -
- Puoi far finta che non esista anche se è nostro amico, Lace. - continua.
- E va bene, fate come volete. Io esco a fumare una sigaretta. Venite? - mi seguono e anche Paul ne accende una. Di rado fuma, spesso lo fa con me.

Ci godiamo il freddo in silenzio con una mano nel cappotto e una che tiene la sigaretta, sputiamo fumo che si confonde con aria gelata. Cade poca pioggia, come al solito, i bambini camminano stretti nelle braccia delle mamme. Io non sono stretta nelle braccia di nessuno, penso, poi faccio un altro tiro. Mi piace l'idea di uccidermi un po' da sola, di non essere vittima degli eventi. Fumo, so che mi fa male. Le vedo quelle immagini dei buchi alla gola, dei polmoni neri, delle rughe a trent'anni. Eppure non mi importa, anzi. Mi ammazzo con piacere, sennò ci pensa il tempo, e io sono una che le cose le vuole fare a modo suo.

Tornata a casa penso e ripenso, penso a cosa fare, con Nick, con me stessa, come comportarmi. Faccio ghosting*, penso. Nah, troppo cattivo. Vado a casa sua. Troppo confidenziale. Dopo circa un'ora spesa a riflettere con lo sguardo fisso nel vuoto giungo a una conclusione: un messaggio. Veloce e indolore, la scelta giusta. Ho tempo di riflettere sulle parole, insomma, posso sembrare meno stronza di ciò che sono. Allora inizio a scrivere sulle note del telefono, per avere una bozza.

Nick, so che ci conosciamo da poco, ma so anche che tra noi....

No, cancella cancella cancella. Non va bene.

Ciao Nick, sono Lace! Come va?

Ma perché dovrei chiedergli come va? Cancella!

Senti, vorrei parlarti. Nonostante ci conosciamo solo da poco più di una settimana so che tu provi qualcosa per me. Non so cosa sia, ma so bene che non si limita all'amicizia. Ti ho parlato di me, dell'amore che non riesco a provare e che non voglio provare, delle relazioni in cui non credo. Voglio quindi dirti che per il bene di entrambi, preferirei chiudere qui qualsiasi cosa ci sia tra noi. Amicizia, tutto. Scordiamoci quel bacio, Nick. Non credere che io sia stronza, o menefreghista, opportunista o cose simili. Sono realista. E non voglio prenderti in giro.

Rileggo, rileggo, rileggo. Mi sembra buono, ma non posso chiudere così.

Quindi, Nick, facciamo finta di nulla. Lace.
Ps. Spero non porterai troppo rancore.

Okay. Copia. Incolla. Invio? No, non ce la faccio. Devo! Invia. Sono le 8.57. Consegnato. Ultimo accesso alle 8.45. Fisso la chat, fisso la chat. La guardò e basta. Online. Disattivo internet. Spengo il cellulare.
- Dan! Andiamo a cena! - grido.

The beatitude of Love. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora