Capitolo 8

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Ho corso così tanto che non ho più fiato. Nel dubbio, mando giù un funghetto di Marko. Apro la bustina e vedo che stanno iniziando a finire. 'Vabbi, nel caso uso di nuovo la polvere della fatina dei denti. Sembrava davvero euforico per quel mio calzino.'. E così faccio.

Cammino ancora un po' e vedo davanti a me un bel laghetto, di quelli che di solito sono il ritrovo degli innamorati e dei punkabbestia. Non ce ne sono molti di punkabbestia al GM, però me lo aveva detto Gionnino: lui è un profondo conoscitore della natura umana e della sociologia e ha detto che ne ha visti nei suoi innumerevoli viaggi per il Mondo. Non ci ha mai detto dove è andato, in questi famosi viaggi, però sembra proprio uno che ne ha viste di ogni.
Marko non gli ha mai creduto. Gli diceva sempre, alzando le braccia al cielo: 'SEMPRE IL SOLITO CAZZARO. TI VOGLIO BENE SOLO PERCHE' TI PIACCIONO LE TAGLIATELLEIDIEGHJKOIUYTRERTYUIOKNBVD'. E a quel punto poi collassava.

Mentre pensavo a quei bei momenti in compagnia dei miei amici e dello Stronzo, vengo sorpreso alle spalle. Mi giro e vedo che si tratta di un procione con il fedora blu elettrico. Credo sia molto stiloso come cappello, ma quel colore non gli si addice affatto, non si intona al suo incarnato.
In uno spiccato accento napoletano ispanico - che non so scrivere, non ne abbiate a male cari lettori- mi chiede di stare fermo immobile. E così faccio, perché sento che ha una pistola.
Mi conduce nel suo nascondiglio nella fitta boscaglia. A dire il vero pretendeva che entrassi nella tana, ma ero troppo grosso per entrarci. Sono rimasto fuori. Mi ha offerto un caffè un po' troppo corto per i miei gusti. Mi dice che la mia pelliccia gli è familiare. Troppo famigliare. In effetti, aggiunge, è identica a quella che gli stavano portando dei suoi tirapiedi. Inizio a temere perché mi guarda con uno sguardo molto malefico.
A questo punto, mi dice, non ho altre alternative che diventare anche io uno dei suoi. Mi dice che sarò il suo umano giardiniere. Mi h anche imposto di parlare come il giardiniere Willy dei Simpson. Va un attimo nello sgabuzzino e mi porta un mini rastrello e una mini zappa. Vuole che dia un nuovo volto al suo giardino. Chiesi se per caso aveva qualcosa per darmi il ritmo mentre lavoravo e mi propone un disco. MASSIMO RANIERI. A quelle parole butto le braccia al cielo e urlo 'MANCO MORTO!!! NON TRADIRO' MAI GIANNI E LA SUA MUSICA'.

Mi lega le braccia e mi intima di togliermi la pelliccia. Per fortuna ho nascosto la mia bustina nella canottiera. Almeno, prima di mettermi ai lavori forzati, portò prendere il penultimo funghetto. Mi dà una ridicolissima salopette a scacchi bianchi e rossi e vedo che sbatte tantissimo col mio incarnato. Vorrei buttare le braccia al cielo. MA NON POSSO.

Ora devo rimettere apposto il giardino col disco di Ranieri a palla e in loop. Io provo, nella mia testa, a canticchiarmi 'C'è un grande prato veeeeeeeeeeeeeeerde' ma con queste braccia legate dietro la schiena non è la stessa cosa perché non posso buttarle in aria e gridare. Ogni volta che ci provo c'è il procione che mi guarda in cagnesco incarognito. Dannazione a lui. Questa vita sta per diventare una prigione.

Chissà cos'è questo traffico a casa del procione.
Credo che gestisca un'attività illegale.
Sì insomma un mafioso.
Sembra.
Ci sono un sacco di tipi loschi che trafficano lì attorno.
Sono davvero... spaventato.
Temo sempre di più che non riuscirò mai a liberarmi dalle grinfie di quella belva in miniatura.












OOOOH RAGA. Chissà cosa sarà successo ora al povero Pierugo!!!! Ihihihih ma non vi preoccupate, ce la farà a sopravvivere. O forse no. Non lo so. Ero troppo fatto per ricordare.
Sono davvero euforico per questa storia. Mi sembra di starla rivivendo.
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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 23, 2016 ⏰

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