«Sì?»
Soltanto una sillaba che mi coglie di sorpresa.
Mi sarei aspettata almeno un "pronto?" dall'altra parte in risposta alla mia chiamata a quel numero di cellulare che tenevo in tasca da un paio di giorni, indecisa se chiamare o meno.
Alla fine sapevo di doverlo fare, non potevo pensare di rimandare ancora a lungo la cosa. Mia madre mi avrebbe come minimo strozzata se avessi aspettato ancora.
O avrebbe finito con il propormi qualcuna delle sue soluzioni drastiche, che a volte sono ancora peggiori del problema in sé.
Lo so, stava insistendo da giorni perché contattassi la professoressa di matematica che era stata sua insegnante ancora alle medie e che viveva in paese, ma io non avevo nessuna voglia di farmi torturare da quella vecchia megera della Salenti.
Il problema era che già di mio non amavo la matematica e quindi prendere ripetizioni da una vecchia zitella, magari anche rompipalle, non era proprio il massimo.
«Sì?» chiede ancora quella voce maschile visto il mio silenzio prolungato.
«Ehm... ciao. Sono Alessandra» mi presento prima che il mio interlocutore mi solleciti per la terza volta, facendomi fare la figura dell'imbranata, ancor più di quanto non lo sia di solito già di mio. «Riccardo, vero?» chiedo conferma controllando il nome scritto sul bigliettino a fianco del numero di cellulare.
«Sì, sono io.»
Ok, tre sillabe. Adesso riesco a sentire che la sua voce ha un lieve accenno roco e la cosa mi piace molto. Trovo che la voce un po' roca, bassa, sia così sexy in un ragazzo...
«Allora?» mi sollecita riportandomi alla realtà.
«Ehm... Ho visto il tuo avviso, ho letto che dai ripetizioni di matematica...»
«Sì» mi conferma «a studenti delle medie e delle superiori. Ti interessa?»
«Sì, ho un po' di lacune e non riesco a colmarle da sola» gli spiego.
«A che anno sei?» mi chiede.
«Frequento la terza liceo linguistico. E tu?»
Non è solo curiosità strettamente legata a quello che può essere il suo livello di istruzione. Improvvisamente è anche voglia di sapere qualcosa di più sullo sconosciuto interlocutore che c'è dall'altra parte della comunicazione e di cui non so praticamente nulla, se non che è uno studente universitario e che si offre a dare ripetizioni. Così almeno diceva il suo annuncio.
«Primo anno di ingegneria.»
Faccio velocemente due conti. Ok, io ho diciassette anni, lui più o meno venti. Interessante.
«E sei bravo in matematica?» gli chiedo subito dopo.
«Ovvio, altrimenti perché mi proporrei per dare ripetizioni?» chiede con un sorrisetto sarcastico in sottofondo che gli fa vibrare la voce provocandomi un brivido lungo la schiena.
Ok, se è sexy almeno la metà di quanto lo è la sua voce, sono proprio caduta bene. Di certo, anche se dovessi trovarmi di fronte un bruttone, sarà comunque sempre meglio che andare a ripetizione dalla Salenti.
«Beh, certo» rispondo cercando di riprendermi. «Comunque, non è che vada proprio male» gli spiego mettendo subito in luce che non sono una tonta. Non vorrei mai passare per l'idiota di turno che non capisce la matematica. «Il problema è che non ho proprio un gran feeling con la matematica e ho dei buchi di preparazione accumulati negli anni scorsi che adesso non mi permettono di prendere più di cinque, cinque meno.»
«Non è così grave» valuta.
«No, ma visto che nelle altre materie ho la media del sette, otto, non voglio trascinarmi quest'agonia fino alla fine dell'anno con il rischio di trovarmi con un debito da riparare. So che potrei anche farcela da sola, ma oggettivamente non ho tempo per mettermi a prendere in mano tutti i vecchi programmi dall'inizio, perché lo sport mi porta via parecchio tempo.»
«Cosa fai di bello?» mi chiede incuriosito e mentre lui parla io vorrei tantissimo averlo di fronte a me. All'improvviso muoio dalla voglia di veder come sia la sua faccia.
«Pallavolo.»
«Ah, forte» commenta e subito dopo aggiunge «Allora, ancora interessata alle ripetizioni?»
«Sì, come ti dicevo vorrei un aiuto per accelerare i tempi. Come possiamo fare?»
«Non ho problemi a venire a casa tua. Dimmi dove abiti e ci troviamo per una specie di lezione di prova. Vediamo cosa ti serve e come ti trovi, poi decidi.»
La cosa mi stuzzica e trovo molto corretto che mi offra la possibilità di valutare la sua competenza, prima di impegnarmi seriamente.
E così, conoscendolo di persona e vedendo che sto seriamente cercando di affrontare il mio problema, forse anche mia madre la smetterà di rompere e di insistere perché chiami la Salenti per le ripetizioni.
Do il mio indirizzo a Riccardo.
«Vuoi che facciamo già domani pomeriggio?» mi chiede «magari sulle quindici?»
«Sì, prima inizio, prima finisco» gli rispondo pensando che è appena finito il quadrimestre e ho un bel cinque in pagella da recuperare.
«Va bene odiare la matematica, Alessandra, ma sembra che tu stia andando al patibolo» scherza e per la seconda volta sento nella sua voce l'accenno di un sorriso.
«Più o meno» gli rispondo pensando che in fondo sono proprio curiosa di vedere di persona il suo sorriso stampato sulle labbra.
«Il mio numero ce l'hai» confermo.
«Certo, a domani allora.»
«A domani, Riccardo.»
Ciao a tutti!
Sono qui con una nuova storia che spero vi possa piacere.
Vi chiedo soltanto una cortesi: non fermatevi al primo capitolo.
Posso assicurarvi che ci sono un sacco di passaggi divertenti e di personaggi davvero singolari.
Pleeeeease... Datemi un po' di fiducia. Un bacio
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DISEQUAZIONI DI SECONDO GRADO
Teen FictionMi sono sempre chiesta chi si sia preso la briga di inventare la matematica. Forse qualcuno che non aveva altro di meglio da fare nella vita o qualche sadico che ci teneva ad umiliarmi costringendomi ad aver bisogno di ripetizioni. Che palle! Che po...