capitolo 8

27 3 0
                                    

Alla fine Filippo non è riuscito a presentare a Gioia suo fratello.

Non come lei avrebbe voluto, almeno.

E' uscito dagli spogliatoi insieme ad alcuni compagni di squadra e si è fermato un attimo da noi, ricevendo i complimenti per come è andata la partita.

«Ciao Marco, volevo presentarti i miei amici» gli dice Filippo e Gioia è subito in prima fila, pronta all'attacco, ma Marco le dà una veloce stretta di mano, esattamente come ha fatto con tutti gli altri e non l'ha degnata di particolare attenzione.

«Scusatemi, ma i ragazzi mi aspettano» ci dice e subito si allontana da noi.

Gioia assume un'espressione triste.

«Non è andata come volevi, vero?» le chiedo, ma in realtà non ho bisogno di una conferma.

«Praticamente non mi vede» commenta. «Filippo, cosa posso fare con lui?» gli chiede, cercando un po' di sostegno nel compagno di classe.

«Non saprei» commenta. «Più di così...»

«Ma io vorrei tanto frequentarlo...»

«E come? Ha altri giri» sottolinea Filippo.

«Un'uscita di gruppo?» suggerisce Gioia.

«Non frequentiamo le stesse persone.»

«Ragazzi, qualcuno ha un'idea?» chiede a tutti.

«Forse semplicemente non frequenta quelle più piccole» spara Matteo, buttando Gioia nel panico.

«E io come faccio?» piagnucola.

«Troveremo un modo» la consola Anna.

«Gelato?» propone Filippo, cercando di alleggerire il momento.

«Certo, gli zuccheri fanno sempre bene, tirano su il morale» lo appoggia subito Anna.

«E se poi divento tutta ciccia e brufoli?»

«Vorrà dire che sarai ciccia, brufoli e di buon umore.»

Ci mettiamo tutti a ridere, lasciando il campo di calcio, ormai praticamente vuoto.

Domenica mattina io e Gioia siamo costrette a metterci in macchina presto per andare a giocare la partita di pallavolo.

Ci accompagna sua mamma che, per fortuna, è una tipa piuttosto divertente e che in macchina si diverte ad ascoltare le stesse canzoni di sua figlia. Infatti, appena saliamo, si fa passare il cellulare da Gioia e inserisce il cavetto di collegamento del telefono nella usb.

Subito partono le note dei gruppi che più amiamo: Blink 182, 5SOS, Linkin Park, Greenday e...

Non ci posso credere!

Sua madre si mette perfino a cantare a squarciagola qualcuna di queste canzoni!

Che mito!

Magari anche mia madre fosse così!

Invece, a volte, mi sembra vivere nel medioevo, specialmente quando mi impedisce di studiare in camera con Riccardo...

E mentre sua madre canta, noi continuiamo a parlare fitto fitto della giornata precedente.

Gioia è ancora delusa per non essere riuscita a concludere nulla con Marco.

«E io, cosa dovrei dire?» le chiedo. «Riccardo non mi ha praticamente neanche visto...»

«Ma tu almeno lo rivedrai la prossima volta che verrà da te, mentre io...»

«Ci inventeremo qualcos'altro. Vuoi che non ci sia un modo per metterci in contatto con lui? Magari lo stalkeriamo su instagram...»

DISEQUAZIONI DI SECONDO GRADODove le storie prendono vita. Scoprilo ora