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*Die*

- Davvero una bella avventura, eh? - dico a Reiko una volta arrivati a casa.
- Già. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che volta che avevamo lottato insieme?
- Troppo... Mi è mancato tanto, lottare con te.
Lei mi si piazza davanti con aria di sfida: - Lottiamo adesso!
- Cosa?!
- Sì! Non ti ricordi? Ci allenavamo sempre insieme, da bambini! Dai, Die!
Io faccio l'offeso: - Niente giochi di parole col mio nome, per favore!
- E va bene, ma lottiamo, dai!
Io socchiudi gli occhi con un sorrisetto sarcastico e lei scoppia a ridere.
- Lo farei molto volentieri, ma ormai è tardi e ho sonno.
- Eh, ma che smidollato! Ti sei un po' rammolito in questi anni!
- Come ti permetti?! - rido e le salto addosso per attaccarla. Lei, presa di sorpresa, non riesce a difendersi e finiamo tutti e due sul divano, uno sopra l'altra. Stare così vicino a lei ha un pessimo effetto sulla mia forza di volontà. Sono quasi sul punto di baciarla e mandare tutto al diavolo, quando Koji entra improvvisamente nella stanza.
- Interrompo forse qualcosa? - esclama, come se a lui dovesse importare!
- No, no! - rispondo - Scusa se non ti abbiamo avvisato che eravamo tornati.
- Figurati! Io sono solo il padrone di casa, qui!
- Ehi, bello! Ti informo che siamo appena stati attaccati da un alieno sputafuoco!
- Che è successo?! State bene?
- Non certo grazie a te!
Siamo uno di fronte all'altro e ci guardiamo negli occhi in segno di sfida. Se non fosse per Reiko che ci interrompe, non so come finirebbe.
A quel punto, Koji esce dalla stanza dicendo: - Combatto questa battaglia da molto più tempo di voi e vorrei che prestaste più attenzione. Non avete idea di cosa sia capace il nemico!
"Cosa?! Se non lo so io, che sono stato la Morte, chi altro può saperlo?!"

- Cosa intendeva dire? - esclamo, non appena è andato via.
- Cosa? - mi chiede Reiko.
- Dice di conoscere il nemico da molto tempo, ma com'è possibile?! Tu mi hai detto che subite attacchi solo da due mesi!
- Ma quale accidenti è il tuo problema?!
- Non mi fido di lui, ecco!
- Non parlavo di questo! Koji è un vero amico e non mi tradirebbe mai! Ma tu lo tratti come un nemico!
- Chi ci dice che non lo sia?!
Lei mi lancia un'occhiataccia che atterrerebbe una tigre: - Finiscila con queste assurde paranoie e vai a dormire! Non eri stanco?!
Se ne va in camera sua, lasciandomi solo con i miei sospetti. "Un vero amico", eh?! E io cosa sarei, allora?! Mi stendo sul divano per dormire, con una rabbia incontrollabile. Ma chi si crede di essere, quel Koji?! È lui che tratta me come un nemico! Non certo il contrario! Meglio non pensarci. Ci dormirò un po' su. Una bella dormita mi farà bene. Vorrei non svegliarmi più...

*Camaleonte*

È il momento! Ora non ci resta che attuare il nostro piano. Faccio un cenno con il capo al mio fido alleato e lui comincia l'operazione. Il suo potere è unico, in tutto l'Universo. E ora è sotto il mio controllo. Dormite, ragazzi, dormite profondamente... Nulla potrà fermare il vostro sonno... Mai più...

*Die*

Apro gli occhi, ma vedo tutto nero. Nero, nero! Nero ovunque! Corro confusamente in tutte le direzioni, cercando un interruttore, una torcia, qualcosa. Ma l'oscurità sembra più vasta dello spazio. Poi... una luce. È lontana, ma la vedo chiaramente. Sembra una stella. Corro più veloce che posso in quella direzione. La stella diventa un rettangolo di luce sempre più grande: una porta! La attraverso e mi ritrovo in un luogo che credevo di aver dimenticato per sempre. La terra è scura ed emana un odore fetido. È coperta di rovine, come se mi trovassi in una discarica. Miriadi di tuoni riempiono incessantemente l'aria. Ogni accatastamento di rifiuti ha una sinistra somiglianza con un mostro diverso. È un deserto di rovine e desolazione. È... casa.

Tutto è rimasto esattamente come allora. Non è cambiato niente. Del resto, in questo posto, anche solo la parola "cambiamento" è impensabile. Queste rovine sono come bloccate nel tempo. Qui si ha una sola certezza: nulla può cambiare. E infatti scappare da qui non mi è servito a nulla. In questo pianeta non avevo nulla, però ero solo. Quando ho raggiunto il pianeta di Reiko, a cinque anni, sono stato trattato da tutti come un mostro, da cui tutti scappavano e con cui nessuno avrebbe voluto stare. Ma Reiko... Beh, con lei era diverso. Vedeva in me qualcosa che nessuno, compreso me stesso, riusciva a vedere. Mi diceva che ero speciale. E all'inizio le credevo anch'io. Ma poi è arrivata...
- La Morte?! Non è possibile! Io ti ho sconfitto!!! - esclamo. Ma la mia immagine allo specchio non mente: è un'orrendo scheletro con l'ascia in mano.
- Ah, ah, ah, ah! La Morte non potrà mai essere sconfitta! Tornerò sempre!!!! E tu dovresti saperlo!!
- NO! NO!! NOOO!!!

*Reiko*

- Ok, sguattera! Non ho tempo da perdere con te! È il tuo primo giorno qui, ma vedi di non sgarrare! Quello è il secchio con l'acqua e quella è la scopa. Pulisci!!!!
- Ma, signora...
- Fallo! O la pagherai molto cara!
Mi sento avvampare, ma non dico nulla. Abbasso lo sguardo e rispondo: - Sissignora.
Lei se ne va, lasciandomi sola. Io inizio a pulire, a pulire, a pulire... ma presto cominciano a farmi male le mani. Mi taglio un dito e scoppio a piangere sul bagnato. Sono sola. Sola al mondo. Non potrò mai fare quello che voglio. E nessuno mi amerà mai...

Suona il campanello del negozio e io mi asciugo le lacrime. Mi posiziono dietro al bancone e accolgo con un sorriso il cliente. È brutto, grasso e dall'aria antipatica: - Ok, sguattera! Dammi "La storia della boxe" e spicciati, che ho fretta!
- Allora, innanzitutto deve chiederlo gentilmente: questa è una libreria, non la locanda dove va a ubriacarsi! E poi... Non è questo il modo di rivolgersi a una signorina!
- Oh, mi scusi, "signorina"!! Non appena ne vedrò una, sarò gentile! Ora dammi quel libro, sguattera!
- Io non sono la tua sguattera!!!
Gli sferro un calcio dritto al mento, poi lo atterro a colpi di arti marziali, quindi lo caccio via a calci nel didietro. Proprio a quel punto, ricompare la mia padrona: - Come ti sei permessa, lurida stracciona?! Vuoi che ti rispedisca a morire di fame per le strade?! Così mi fai perdere tutti i clienti! Ricordati bene: se mi farai perdere un altro cliente, ti licenzierò all'istante!!! Ci siamo capite?!
- Sissignora...

*Koji*

Dove sono finito?! Mi sembra di essere in un palazzo, ma sono certo di non essere sulla Terra. È come... se mi trovassi su un altro pianeta. Che sia il mio pianeta? Quello in cui sono nato? Non ne ho idea.
Qualcuno si sta avvicinando, forse le guardie.
- Ehi! Chi sei tu?! Fermati!!
Corro più forte che posso lungo il corridoio, mentre fuori sembra infuriare una vera e propria battaglia. Giro l'angolo e mi ritrovo in un vicolo cieco. Le guardie si avvicinano. Decido di affrontare il problema e mi metto in posizione di battaglia. I soldati mi circondano, puntandomi addosso le loro pistole laser. Li atterro tutti quanti, uno dopo l'altro, con delle sfere di fuoco, poi scappo via. Ma incontro delle altre guardie. Come ci sono finito, qui?! Mi difendo con i miei poteri del fuoco, poi scappo di nuovo. Ma più scappo, più soldati incontro. È come se questo posto fosse maledetto! Ormai allo stremo delle forze, svolto l'angolo un'ultima volta, poi cado a terra. Le guardie mi raggiungono e mi stuzzicano con le canne dei loro fucili.
- Ah, ah, ah! Sul serio credevi di poterci sfuggire?!
- Ora non scappi più, eh?
Mi accascio a terra, senza forze, e mi lascio trasportare via. Sono nei guai! Ma non ce la faccio a reagire. Non riesco nemmeno a muovermi. E ho una paura. Una paura terribile. Che mi sta succedendo?! Dove sono?! Non riesco a capire. Sono così confuso...

Mi portano in una sala grande e luminosa e mi abbandonano sul pavimento. Io cerco di sollevare almeno lo sguardo e quello che vedo mi lascia senza fiato. Mamma! Quella è mia mamma! Non so come faccio a saperlo, ma lo so! Per anni ho sognato di incontrarla!
- Chi è questo prigioniero?
- Non lo sappiamo. Ha opposto resistenza per tutto il tempo e ha cercato di scappare. Non credo che avesse buone intenzioni...
- Io non volevo fare nulla di male! - dico - Non so neanche dove mi trovo!
- Non rivolgerti alla regina con quel tono! - ringhia una delle guardie e mi prende a calci.
- Basta così! - li ferma la regina. Forse non tutto è perduto. Il capitano delle guardie mormora: - Vostra Maestà, credete che sia... Camaleonte?
Trattengo il respiro, mentre la regina risponde: - Sapevamo da tempo che ci avresti attaccato, Camaleonte. Ma non l'avrai vinta!
- NOO!!! C'è un errore! Non sono Camaleonte! Sono Koji! Sono tuo figlio! Lasciatemi!!! Mamma!!! Non sono Camaleonte! Non sono Camaleonte!! Non sono Camaleonteee!!!

Die & Reiko: Un amore complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora