Chapter Six

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Michael's pov
Mi svegliai presto quella mattina, mi sentivo intrappolato tra la morsa di qualcuno, sentivo tutto il corpo intorpidito. Girai il viso e notai il biondo al mio fianco dormire come un bambino, sgusciai fuori lentamente dalla sua stretta e mi avviai verso la cucina, aprii diversi ripiani alla ricerca di una caffettiera, avevo bisogno di caffeina per potermi riprendere. Sentivo qualcosa dentro di me mutare, ero stato bene con Luke, ma tutto quel blu mi stava facendo uscire di testa. Un pensiero fisso, un'ossessione. Finalmente riuscii a trovare quello che disperatamente stavo cercando per potar il mio corpo alla normalità.
*
Mi sedetti sul divano nel soggiorno del biondo rannicchiato su me stesso con in mano una tazza di caffè fumante, sentivo battere sulla tapparella delle gocce di acqua, aveva iniziato a piovere e io automaticamente iniziai a sorridere. Osservai scrupolosamente quello che mi circondava e vidi una chitarra vecchia appoggiata al muro, la presi con cautela e iniziai a strimpellare qualche nota

I wanna be your vacuum cleaner
Breathing in your dust
I wanna be your Ford Cortina
I will never rust
If you like your coffee hot
Let me be your coffee pot
You call the shots babe
I just wanna be yours

Dei passi lenti mi raggiunsero e vidi il biondo guardarmi appoggiato allo stipite della porta, i suoi occhi sembravano più blu del solito, lasciai la chitarra sul divano e presi un sorso di caffè alzandomi lentamente con la tazza tra le mani per raggiungere il biondo. Gli porsi la tazza e lui mi sorrise prima di afferrarla e bere, si avvicinò al tavolino e io lo seguii a ruota, nessuno dei due aveva ancora parlato, sembrava che non fossi il solo ad avere paura delle conseguenze delle nostre azioni. Avevo voglia di baciarlo, ma non lo feci. Volevo che Luke fosse mio, ma non riuscivo ad allontanarmi dall'idea di essere popolare.

"A cosa pensi?" Chiese il biondo dopo un po' interrompendo il silenzio nella stanza.
"A nulla" dissi forzando un sorriso mentre mi allungavo sulla chitarra del biondo tornando a strimpellare.
Ero assorto dai miei pensieri, continuavo a non capacitarmi di come io avessi sempre ignorato Luke, da quando erano iniziate le superiori non ero più stato in grado di distinguere quello che era giusto da quello che mi era stato imposto dagli altri, quindi mi ero rinchiuso in una bolla e mi ero circondato di apparenze e costruito una personalità che non era la mia, ero diventato freddo, distaccato, scorbutico e irritante. Il mio psicologo era convinto fosse una fase, ma io ero di tutt'altra opinione inoltre ero convinto che quell'uomo fosse buono solo a fottere i soldi ai miei genitori. Mi sentivo intrappolato tra le pareti del mio corpo, era come se vivessi in un involucro oramai vuoto. Tutto quello che mi ero costruito con tanta fatica stava per crollare ancora. Dannato incidente.

"Mikey..." Mi sentii chiamare da una vocina innocente, mi scossi fissando dinnanzi a me riuscivo a vedere una dolce bambina dai lunghi capelli castani e la faccia paffutella, le lentiggini sulle gote leggermente colorate di rosso, la vidi corrermi in contro "salvami Mikey". Quella dolce visione si trasformò in un incubo ad occhi aperti, iniziai a tremare.

"Michael!" Urlò Luke per riportarmi sulla terra ferma "stai bene?" Annuii lentamente, mentre lui si avvicinava "sembri scosso, stavi fissando il vuoto, sei sicuro di stare bene?" Poggiò una mano sulla mia spalla
"Si" risposi seccamente levando la sua mano dal mio corpo "devo andare ci vediamo" e di nuovo compariva la facciata, sembrava che fosse impossibile per me provare un minimo di felicità. Sembravo destinato al vuoto per sempre, riempito ancora da persone inutili e popolarità non voluta. Solo Luke riusciva in qualche modo a tirar fuori il meglio di Michael, quello vero, dolce, quello prima dell'incidente. Raccolsi velocemente le mie cose, mentre il biondo mi osservava, non sembrava ferito, ma sapevo che in fondo ci era rimasto davvero male, volevo dispiacermi, ma non riuscivo. Mi vestii e mi avvicinai al biondo stampandogli un bacio sulla guancia afferrai il casco e cercai le chiavi della mia moto nella tasca della felpa per poi uscire velocemente dall'appartamento e salire in sella alla mia moto e sfrecciare per le strade di San Francisco.
*

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