Fuga

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Sfreccio velocissima. Non riesco a fermarmi. È la rabbia che mi guida. Sono la più veloce della mia famiglia ed è difficile che mi prendano. A parte mio padre. Lui è ancora più veloce e probabilmente non mi starà correndo dietro perché altrimenti non avrei speranze. Credo abbiano deciso di lasciarmi un pò di spazio per pensare e calmarmi. Mia madre sarà molto preoccupata.
Continuo a correre finché non raggiungo un posto isolato dopo Seattle. Voglio solo sfuggire dalla verità che affonda lentamente il suo coltello nella mia anima tempestosa. Sento bruciare dentro me un fuoco che non avevo mai sentito. E non è la sete.
È una fiamma che mi logora dentro, facendo a brandelli la ragione e tutto ciò che di stabile c'era nella mia vita.
Gli alberi che mi circondano si prendono gioco di me. La testa continua a girare più forte di prima. Mi siedo su un sasso per riprendere fiato. Solo adesso mi accorgo di una piccola cascina di legno a pochi metri da me.
La fiamma che mi brucia dentro mi spinge ad alzarmi e ad andare dentro. E io l'ascolto. Oramai non ho nulla da perdere. È buio dentro. Spacco le assi che sbarrano la finestra e la luce si riversa abbondante nell'abitacolo. La polvere ricopre ogni cosa. Non è messa male in fondo, anzi è molto carina. C'è un tavolo all'entrata e una piccola cucina adorabilmente arredata. Un piccolo corridoio si prolunga dando origine a tre altre stanze. In una c'è un piccolo bagnetto. Nell'altra una camera da letto. La ripulisco in fretta eliminando la polvere e mi stendo sul letto. Sono troppo stanca per esplorare anche l'altra stanza e prima che possa pensare ad altro mi addormento.

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Mi sveglio. Il sole entra attraverso il vetro e m'illumina il viso. Mi affaccio dalla finestra. Vedo il bosco verde bagnato dalla pioggia. La luce solare é meno forte. Probabilmente è pomeriggio. Ora che sono più riposata decido di ispezionare la stanza che mi è  rimasta ignota.
Non appena apro la porta noto che non ci sono finestre ed è tutto buio. La mia acuta vista mi permette comunque di vedere le sagome degli oggetti. Al centro c'è qualcosa di grande. Lo sfioro con un dito. È ricoperto da un telo polveroso. La curiosità ha la meglio e con un movimento desto tolgo il telo rimanendo a bocca aperta. Una lancia fulvia in perfette condizioni troneggia imponente difronte a me. Nonostante il buio la riconosco perfettamente. È conservata molto bene. Probabilmente è ancora funzionante.

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