Sono solo come un cane e piango. Sembro un poppante

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Mi auto commisero in questo mare di tristezza. Dover stare lontano da qualcuno che amo con così tanta forza é la tortura peggiore che abbia mai provato. Vivo nella speranza che lei ritorni da un momento all'altro. Nella paura che lei non torni più. Nella consapevolezza che la mia paura è più fondata della mia speranza.

Le voci dell'altri mi scivolano addosso. Sono solo in  realtà. Solo con me stesso. Siamo tutti soli. Ma ci illudiamo di vivere con gli altri. Fermo solo la voce di Bella. La rabbia mista a preoccupazione fuoriesce dalla sua voce gelida. Per quanto sia fredda e diversa nei panni di una vampira, la sua insicurezza rimane quella di un'impacciata adolescente e stona con il suo corpo forte e marmoreo.
Sta cercando di convincere gli altri a lasciarla andare da Renesmee. Fermo anche la voce di Edward. È preoccupato. Anche lui. Posso sentirlo dalla sua voce e anche se non vedo i suoi occhi posso immaginare il suo sguardo. L'ho visto in queste condizioni solo un'altra volta. E quella volta ha rischiato di veder morire davanti ai propri occhi la cosa a cui più teneva. Avrebbe potuto intervenire. Ma il suo amore per lei l'ha spinto a lasciarla fare. Per renderla felice. Quasi morta. Ma felice.
Ed ecco che ripete la stessa cosa con sua figlia. Ha paura per lei. Ma le vuole troppo bene per costringerla a tornare. Tutti quanti stanno facendo il possibile per resistere e lasciare alla ragazza i suoi spazi. Dicono tutti che tornerà quando sarà pronta. Quando avrà capito. Quando accetterà questa situazione. Ma la conosco troppo bene per sperare che accetti. So che non lo farà. Ma la amo troppo per pensare che  mi rifiuti.
"Nessuno è mai sfuggito all'imprinting" mi dicono. Cercano di farmi riemergere dallo stato di shock in cui mi trovo. Ma sono troppo debole e vulnerabile per abbattere il muro di silenzio che ho costruito per non scoppiare in lacrime.
"Nessuno è mai sfuggito all'imprinting" mi ripeto. Ma lei è diversa e potrebbe essere la prima.

Mi alzo. Tutti si girano verso di me. - Ho bisogno di fare due passi - dico con tono monocorde e sguardo perso nel vuoto. Attraverso la porta e mi trasformo. Inizio a correre verso il nulla. Tra gli alberi. Senza meta. Cercando di non pensare a lei per nascondere i miei pensieri dal branco.

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