Paura del fuoco

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*1 giorno prima*

Edward

Tutto comincia con il fuoco. Con la fiamma interna e repressa che brucia senza pietà la carne per lasciare spazio solo al dolore. Tutto finisce con il fuoco. Con la flebile luce di un rogo di disperazione che concede appena il tempo di raggiungere la consapevolezza per poi trasformare tutto in cenere.
Funziona così per noi vampiri. Siamo generati dal veleno, dal dolore, dall'estenuante bruciore che caratterizza la trasformazione. E l'unico modo per ucciderci è il fuoco. L'elemento opposto. L'antitesi della nostra natura. Ma Reneesme... lei è fuoco. In lei arde una passione che non ho mai visto bruciare in uno della nostra specie, e neanche in un essere umano se è per questo. In lei c'è una forza e una determinazione che non ho mai conosciuto, che non hanno mai fatto parte del mio mondo. Quando prende una decisione i suoi occhi s'illuminano e non ho bisogno di leggere nei suoi pensieri per sapere che nulla potrà farle cambiare idea. Anch'io sono stato determinato, molto determinato nel proteggere la mia famiglia, ma mai come lei. Non sono mai riuscito a mettere in discussione tutto per prendere le redini della mia vita. Quando ho incontrato Bella, a malapena sono riuscito a resisterle. Ho messo più volte a repentaglio la sua vita per il mio egoismo e, anche se ho tentato di starle lontano, non ho mai avuto la forza di farlo per sempre. Quello che ho ora però, il piccolo angolo di felicità che abbiamo creato, mi basta per dimenticare il passato e fare finta di che non sia mai esistito. Fare finta che i pericoli, le guerre, il sangue, le vittime, siano solo incubi remoti. Ma Reneesme sta cambiando tutto. La sua forza è pericolosa, tanto oscura quanto potente, tanto bella quanto accecante, e di certo non è ancora in grado di controllarla. Quando è corsa via ho obbligato le mie gambe a rimanere salde al terreno, nonostante il cuore che non ho più volesse inseguirla. Sono rimasto zitto, ansimando, trattenendo con un braccio Bella, mentre dentro di me, dove nessuno poteva sentirmi, urlavo.
Non si è voltata. Nemmeno mentre correva. Non ho potuto vedere la delusione nei suoi occhi, ma ho sentito nei suoi pensieri la repulsione che provava per noi, per la sua famiglia, il senso di smarrimento, il sentirsi tradita. Ho visto i suoi capelli nocciola prendere sfumature rossastre sotto i raggi del sole, ho visto la polvere che si alzava al suo passaggio, ma non l'ho rincorsa. Non mi avrebbe mai perdonato.
Continuo a rivedere la stessa scena nella mia mente, autoinfliggendomi dolore, alimentando il rimorso. Gli altri siedono immobili nella stanza, autocommiserandosi, provando dispiacere per me, per Bella, per Jacob, timore per Reneesme, paura per quel che succederà. Ma non lo danno a vedere. Siamo pur sempre inflessibili stupidi vampiri. Al centro della stanza c'è il vuoto, che di solito occupava lei, come tutti i vuoti della mia vita, e noi fissiamo quel triste nulla come ad un funerale senza lacrime.
Dopo la sua fuga, abbiamo deciso di non inseguirla, di lasciarle i suoi spazi, il tempo di ragionare e digerire l'accaduto. Abbiamo pensato che il tempo avrebbe rimarginato le sue ferite meglio di quanto avremmo potuto fare noi, e che magari sarebbe tornata da sola. Lo pensiamo ancora, anzi lo speriamo, da qualche ora a questa parte. Ma il sole è già sulla via del tramonto e di lei non c'è traccia. È lontana. Troppo lontana. Non riesco a sentire i suoi pensieri. Alice non può avere visioni sul suo futuro. Ed io continuo ad aggrapparmi alla speranza che possa perdonare i nostri sbagli. O meglio, gli sbagli del cane. È stato lui a farla soffrire, con questa storia dell'imprinting, a metterla difronte ad un destino privo di scelta, e noi non l'abbiamo avvertita, le abbiamo nascosto la verità, credendo che sarebbe stata in grado di accettarla. Ma lei è Reneesme. È quel che è certo è che ha preso tutta la testardaggine da sua madre e la completa anarchia dalle regole da me.
Jacob si è trasformato ed é scappato, voleva correre, o forse solo nascondere le lacrime.
Abbraccio Bella e la stringo a me. Il suo sguardo è spento. All'improvviso alza la testa e mi guarda dritto negli occhi.
- È tardi. Dobbiamo trovarla.

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