|Parte 1| Finalmente qui

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Cammino accompagnata da mio padre, con il mio fidato trolley in mano, verso il campo estivo dove starò per un po' di mesi.
Io mi chiamo Moon.
La mia folta chioma blu mi incornicia il viso e i miei occhi di smeraldo risplendono sotto la luce del sole estivo.

«Ci siamo, sappi che ciò che stai facendo è per un bene maggiore, vai tesoro»
Lo guardai negli occhi, un po' nervosa. Non sapevo se ero pronta per ciò, e le parole di mio padre non fecero altro che aumentare il mio nervosismo.
«Lo so papà, ti ringrazio per esserti affidato a me» e con il sorriso mi dirigo verso l'entrata del piccolo campo estivo in mezzo alla foresta.

Moon's p.o.v.

"Ok, sono qui, respira, calmati e non dare nell'occhio"Pensai.
Non l'avessi mai fatto.
Trenta secondi dopo, mentre guardavo in giro per cercare la reception, vado a sbattere contro uno degli alberi presenti, ritrovandomi, poco dopo, con il sedere a terra e la mia roba sparsa ovunque. Perfetto.

«Perché non guardo avanti!!» Dissi tra me e me mentre ripigliavo tutta la mia roba che era volata ovunque.
Improvvisamente sento una voce cristallina e pacata.
«Hey, tu devi essere nuova, lascia che ti dia una mano»
Logicamente la mia cocciutaggine mi precedette «Lascia stare, ce la faccio da so-»
Le parole mi morirono in gola.
Uno dei quattro era davanti a me. Ne mancano tre.
«Hey, tu devi essere Anna giusto?» Recitai velocemente la parte della fan.
Mio padre me ne ha parlato: una ragazza apparentemente pacata e tranquilla ma molto furba, devo stare attenta.
Anna mi studiò con i suoi occhi viola e poco dopo mi chiese gentilmente «Esatto, sono io, e tu saresti?»
Allora, più veloce della luce, chiusi il mio trolley e mi alzai in piedi con il mio solito fare goffo.
«Shadow Moon, ma per gli amici solo Moon» Dissi sfoggiando il mio più bel sorriso.
«Ok Moon, ti piacerebbe fare un tour del campo e magari vediamo insieme qual'è la tua camera?»
Gli diedi una logica risposta affermativa.
«Perfetto, andiamo allora» mi sorrise.


Camminavo da circa mezz'oretta insieme ad Anna per il campus.
Devo ammettere che me lo ero immaginata più grande. La mora mi mostrò la mensa, attaccata ad un piccolo salone con sedie e tavoli da the, perfetto per giocare a carte. Mi fece vedere anche le varie zone per i laboratori pomeridiani e alcune gare che si svolgeranno durante i prossimi mesi... non male.
Ma c'era ancora qualcosa che non mi quadrava. La descrivevano come la coscienza del gruppo, astuta ma buona di cuore.
Per adesso si è rivelata solo molto simpatica.
«E infine abbiamo Rob»
Disse mentre ci avvicinammo ad un anziano signore fischiettante.
«Piacere signorinella» mi disse, smettendo di rastrellare le foglie.
Era magrolino e alto, con indosso una salopette di jeans, una camicia di flanella, degli stivali di gomma gialli e un simpatico cappello di paglia.
«Salve, mi chiamo Moon»Dissi stringendogli la mano.
«Noto con piacere che sei nuova. Sai, il mio compito qui è di sorvegliare i dormitori e controllare che non succeda niente ai ragazzi» Mi spiegò con una nota di amarezza verso la fine.
Tutti e tre venimmo distratti da due voci maschili a me nuove.
«Hey Rob, abbiamo trovato questo...»
«Era davanti all'entrata del campo»
Davanti a me stavano un ragazzo dai capelli rosa acceso e un ragazzo con dei capelli corvino pece, mentre allungava la mano verso l'anziano signore, mostrando quello che all'apparenza poteva sembrare un cucciolo di Creeper.
Lo riconobbi immediatamente, ma non era possibile che si fosse teletrasportato lì a caso, deve avermi seguito «Scusate il disturbo ma è mio, lo so, è strano che una diciassettenne abbia un peluche»
Mario credo che mi dette la sua attenzione per la prima volta «Ok, no problem, tutto tuo. Comunque sono Mario, piacere»
E mi ridiede indietro il creeper.
Mario... descritto come la parte geniale delle operazioni, forse un po' cleptomane, ma non da sottovalutare.
«Ciao, io sono Stefano!» si intromise il rosato, mostrandomi uno dei sorrisi più grandi che abbia mai visto.
Stefano: il cuore del gruppo, un po' fifone, ma sempre pronto a dare una mano.
«Ok Moon, non perdiamo tempo, la tua camera è la 13, insieme ad Anna, divertiti mia cara»
Salutai cordialmente i quattro e mi diressi nel cuore del labirintico campo cercando la stanza numero 13.
Tre ci sono. Manca il capo.

Stefano's p.o.v.

Gli occhi di quella ragazza avevano letteralmente luce propria, non ho mai visto nulla del genere. Due smeraldi perfetti.
Mi saltò velocemente alla memoria che mancava l'Urlatore Isterico del gruppo.
«Hey Mario, io vado a cercare Lyon vieni?» chiesi a Mario mentre camminava distratto con le mani in tasca.
«Perché no, si sente la sua mancanza» mi rispose con un sorrisino furbo, probabilmente pensando al leone che mise insieme questo gruppo.
«Anna, vieni anche tu?» proposi.
«Sicuro! Chi sa che fine ha fatto quella testa bacata!» disse sarcastica.
Ed insieme andammo alla ricerca di quel leone da strapazzo.

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