|Parte 17|La storia della truffatrice

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Fran:Bene, tutto incominciò ben due anni fa, quando venni incarcerata, per la prima volta in vita mia, nella prigione di massima sicurezza di Owensville (nome completamente a caso XD),
ero già stata in prigione per le mie gesta, come tutti gli abitanti di questo mondo del resto, ma mai in una prigione di massima sicurezza, li conobbi i peggiori hacker del mondo, i peggiori grifer, i peggiori troller(?) e i peggiori truffatori e io, ero una di quelli.
Poi un giorno però ci fu tantissima agitazione da parte di tutti: guardie, carcerati, custodi, paraticamente TUTTI
Il motivo di tanto trambusto era per il fatto che qualquno aveva pagato una cifra di diamanti a non finire per liberarci, liberarci tutti.
Chiunque sapeva che appena avrebbe messo piede in quella prigione non ne sarebbe uscito vivo eppure...ECCOLO LÌ, il nostro biglietto di uscita dall'inferno, perché credetemi,basta un mese li dentro per impazzire definitivamente.
In quel momento volevamo solo abbracciare il nostro salvatore ma non ci fu concesso neanche di vederlo, ci dissero che il mattino dopo saremmo stati trasferiti in un'altra dimensione.
Non ci dissero più nulla, in alcuni crebbe la preoccupazione che li sarà persino peggio, che ne so, schiavizzati o altro; quello stesso giorno qualsiasi attività venne sospesa, ci fu vietato persino di andare in mensa a mangiare, se quello si poteva chiamare cibo, la cena ci venne servita direttamente nella cella.
Essendo un carcere di massima sicurezza le celle erano isolate ed era una struttura molto imponente.
Il mattino seguente la sveglia era per le 5:30 e, possiamo pure dire, che quella sera di dormire non se parlava proprio.
Logicamente ci svegliarono in un modo molto "garbato", se per "garbato" intendi essere svegliati con quella maledetti stima trombetta o con il rumore delle pentole che si scontravano tra di loro.
Eravamo ancora nella nostra solita tutina arancione, tutti in file ordinate nell'atrio manco fossimo soldati, nell'attesa che arrivasse la persona che ci avrebbe salvato o condannato ad un futuro peggiore.
I secondi parevano ore, i minuti sembravano settimane, sembrava che il tempo si fosse fermato a guardarci.
Finalmente la porta cigolò nell'aprirsi e dietro di essa comparvero tre figure incappucciate una di nero, una di bianco è una di rosso.
Non riuscivamo a capire i loro volti perché coperti dal tessuto, si riusciva solo ad intravedere la loro bocca e il colore della pelle; quello incappucciato di nero era l'unico con la pelle più colorita, gli altri due invece erano bianco latte.
Rimasimo a fissarli per una decina di secondi quando quello con il cappuccio bianco, rivolgendosi ad una guardia, urlò "Ma cosa sta succedendo, noi abbiamo pagato per la loro libertà sai?!"
La guardia sembrava molto spaventata, anzi, stava proprio per morire dentro.
Il tipo dal mantello nero ordinò con calma e decisione di rimandarci nelle nostre celle a cambiarci con i nostri vestiti e pretese che ci vengano restituiti tutte le nostre cose.
Gli occhi di tutti, come potete ben immaginare, si illuminarono di speranza, se prima li stimavamo, in quel momento erano diventare le persone a qui dovevamo la salvezza.
Appena tornati di nuovo nell'ampio atrio i tre individui sorrisero e il tipo incappucciato di rosso sentenziò "Bene, siamo pronti ad andare!" e lanciò una specie di gemma viola per terra, facendo aprire un portale assai misterioso.
Eravamo leggermente intimoriti, visto che pure le guardie che ritenevamo più cazzute, tremavano come foglie.
Fui io la prima ad avanzare verso il portale, nello stupore da parte dei miei compagni e delle guardie e nella continua ed attenta osservazione da parte delle tre figure.
Mi fermai a circa un metro dal portale e, notando che nessuno mi seguiva, mi girai, e rimproverai i miei compagni dicendo "Queste persone ci stanno offrendo la libertà e voi non accettate?!Bhe, non so a cosa state pensando, ma io non voglio stare un secondo di più qua dentro" detto ciò mi girai e continuai a camminare verso il portale.
Prima di entrare però vidi, con mia grande gioia, che altri prigionieri si accodarono a me compreso Eugne, un amico che mi ero fatta nel corso della mia permanenza lì.
Bhe, dopo essere entrati nel portale ci ritrovammo in una piazza, più precisamente nella piazza dell'isola centrale presente ancora oggi.
Eravamo tutti li, in quella piazza, senza sapere cosa fare; in seguito sentimmo qualquno tossire, per richiamare la nostra attenzione.Guardammo in alto e nel balcone che sporgeva dall'imponente castello verso la piazza trovammo nuovamente le tre figure di prima, logicamente ci fecimo due domande sul fatto che manco 10 secondi fa erano dietro di noi ed in quel momento fossero davanti a noi, ma in quel momento non era importante.
Molti di noi gli chiesero chi fossero ma l'unica risposta fu stata "Non vi riveleremo la nostra identità finché non ci sarà piena fiducia reciproca, e la fiducia non è tanto facile da guadagnare".
Allora ci spiegarono che quello era un universo alternativo creato da loro per le persone che venivano rifiutate dall'Overword.
Ci dissero, inoltre, che le quattro isole avevano uno scopo: nell'Isola Verde, dove ci troviamo adesso, tutti i truffatori dovevano creare una comunità; nell'Isola di Badrock dovevano stabilirsi i grifer; nell'Isola Rubino dovevano stanziarsi gli hacker e, infine, nell'Isola di Lava i ladri.
Poche settimane dopo ogni città aveva una propria particolarità però tutte quante erano soggette alle stesse leggi.
Il bello di questo universo parallelo e che siamo tutti in gamemode 1, cioè in creativa ma con la particolarità che possiamo prendere danno come se fossimo in sopravvivenza e, di conseguenza, avere fame.
Con questa piccola regola si sono sventati qualsiasi tentativi di furto o il fatto che qualquno utilizzi le hack che, in ogni caso, sono LECITE.
Scommetto che nessuno si sognerebbe mai di attaccare il castello, visto che tutti noi dobbiamo la vita a queste persone; senza contare che è protetto da una magia antidistruzione, come tutte le isole.

Io, Stefano,Mario ed Anna continuavamo ad ascoltarla imperterriti, nessuno di noi credeva che avesse avuto un passato del genere.

Fran:Ragazzi, se vi state annoiando la smetto, non c'è problema.

Stefano:No, ti prego, continua a raccontare.Cosa successe in seguito?

Fran:Bhe, in seguito continuammo a vivere la nostra vita sentendoci finalmente parte di qualcosa, sentendoci apprezzati per quello che siamo.
Tra la gente delle isole le tre figure vengono chiamati "Benefattori".
L'ultima novità accaduta un mese fa circa è stato il fatto di venire a conoscenza che i Benefattori avessero dei figli che poco più di tre settimane fa sono venuti a vivere nel castello.
Il figlio del Benefattore nero è una ragazza di nome Moon, il figlio del Benefattore bianco si chiama Karma e il figlio del Benefattore rosso dagli amici, cioè da tutti, viene chiamato Matt; in poche parole il tipo che circa un'oretta fa era venuto a trovarmi.

Rimaniamo in silenzio a ripensare all'avventura che avevano trascorso gli abitanti di quel mondo.

Anna:Wow, però...che avventura

Fran:E già.

Il momento di quiete venne rotto dal rumore del campanello della porta.

💙CIAOO PUZZETTE💙

Spero che il racconto di Fran vi sia piaciuto
Avete visto, ho pubblicato andando contro tutte le avversità che sto vivendo

Merito una stellina🌟?





Ciaooooo😘

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