Kether fissava suo padre di sottecchi. Lo conosceva abbastanza da sapere che qualcosa lo preoccupava, e una vocina dentro di lei diceva che non si trattava soltanto dei danni che il terremoto aveva causato alla villa.Presto sarebbero giunti a destinazione.
Giocherellò nervosamente con l'anello d'oro finissimo sormontato da tre pietre di colore diverso, una rossa, una azzurra e una verde, che il padre le aveva regalato prima della partenza. Le andava largo a qualsiasi dito, ma non c'era stato il tempo di farlo stringere. Un anello uguale al suo era al dito di Tiferet. A lei calzava a pennello. Non era insolito che Daniel regalasse loro oggetti identici, ma stavolta il suo atteggiamento le era sembrato strano. Soprattutto aveva insistito che portassero gli anelli, senza toglierli per nessuna ragione, per tutta la durata del loro soggiorno a Gevurah. Come se dovessero rimanere lì per mesi!
Ad interrompere le sue riflessioni giunsero le esclamazioni di Tiferet. Per tutto il viaggio la sorella non aveva fatto altro che sbirciare di continuo da dietro le tendine che oscuravano i finestrini, e ora indicava eccitata le torri di guardia che svettavano in cima alla collina, preannunciando l'imminente vicinanza della città, con le bandiere con lo stemma del casato dei Darsia, un drago che stringe tra gli artigli una spada in campo blu, che garrivano al vento. Per ingannare l'attesa, suo padre domandò se conoscessero la storia dei Darsia, e nonostante la sapessero a memoria, le ragazze risposero di aver bisogno di una ripassata. Sapevano quanto lui amasse raccontarla. Daniel sorrise e prese la parola.
La storia dei Darsia si intrecciava inestricabilmente con quella del regno di Malkhut. Era stato il progenitore del casato dei Darsia,Gaebril, a fondarlo, sottraendo con l'astuzia le terre all'imperatore di Ishtarion. Gaebril era un nobile minore alla corte del Sommo Imperatore, che non aveva altri mezzi se non l'intelligenza e il coraggio. Un giorno il sovrano emanò un bando in cui si prometteva una lauta ricompensa a chiunque fosse riuscito a sconfiggere un drago, che si aggirava ai confini della foresta, terrorizzando i contadini. Gaebril si offrì volontario, ma in cambio chiese che gli fosse ceduta terra sufficiente a fondare un regno. Quando l'imperatore acconsentì alla sua richiesta, partì per quella destinazione e attirandolo in una trappola riuscì ad uccidere il drago, portando poi la sua testa recisa all'imperatore. Ma quest'ultimo, dietro suggerimento dei suoi consiglieri, gli disse che gli avrebbe dato tanta terra quanta fosse riuscito a coprire con la pelle del mostro. Così Gaebril scuoiò la carcassa, dividendo la pelle in strisce sottili, che legò insieme e usò per circondare un territorio molto vasto, che divenne poi il regno di Malkhut.
«Per questo il drago venne eletto a simbolo del casato. Da quel giorno i Darsia governano su Malkhut, e c'è chi dice che se la dinastia dovesse estinguersi, anche il regno cadrebbe» concluse Daniel. Quando la strada formò una curva, la capitale Gevurah, che nella lingua corrente significa "anello", si presentò davanti ai loro occhi in tutta la sua magnificenza. Di forma circolare, costruita interamente in pietra bianca, sembrava una gemma che riluceva sullo sfondo verde e oro dei campi che la circondavano. Esattamente al centro si ergeva il castello, contornato da un fossato anch'esso perfettamente circolare. Kether pensò che il suo cuore si sarebbe fermato di fronte a tanta magnificenza. Daniel aveva spiegato loro che poco dopo la sua fondazione, un gruppo di mercenari al soldo dell'Impero era riuscito a penetrare in città, costringendo la popolazione a rifugiarsi nel castello. I difensori avevano resistito per settimane prima che giungessero i soccorsi dai paesi vicini.
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Il Cavaliere Alato (Disponibile in versone Ebook)
FantasyDISPONIBILE IN VERSIONE EBOOK SU AMAZON Kether e Tiferet sono gemelle, ma in comune non hanno nulla se non uno spiccato carattere e una bellezza fuori dall'ordinario. Le loro giornate scorrono immerse in una tranquilla routine entro i confini della...