26. L'indovina

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Kether posò lo sguardo sulla campagna circostante, prima di riportarlo sulla schiena di Cole, che cavalcava davanti a lei

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Kether posò lo sguardo sulla campagna circostante, prima di riportarlo sulla schiena di Cole, che cavalcava davanti a lei. Erano passati tre giorni da quando il ragazzo le aveva raggiunte, salvando lei e Miky da una fine orribile nello spettrale castello del conte–lupo. Da allora, Cole si era mostrato un ottimo conoscitore del territorio, guidandole con sicurezza lungo sentieri tracciati in mezzo ai campi.

Tuttavia, continuava a prendere tutte le decisioni senza consultarla e questo la infastidiva. Allo stesso tempo, però, Kether era davvero felice che si fosse unito a loro. La sua presenza era estremamente rassicurante, ed era sollevata di non dover più affrontare da sola la responsabilità di quella situazione. Rago sbuffò, abbassando l'incollatura per fermarsi a brucare l'erba che cresceva al margine della strada, e Kether glielo impedì con uno strattone. Miky si mosse, a disagio, dietro di lei. Non era proprio il massimo della comodità viaggiare per lungo tempo dietro la sella, tenendosi aggrappata alla sua schiena.

Anche Kether era stanca e stava per proporre una sosta quando la bambina esclamò: «Avete visto tutte quelle persone? Che stanno facendo?» Kether guardò nella direzione indicata. Più avanti la strada deviava in un'ampia curva attorno alla base di una collina, laddove era radunata una piccola folla. Spronarono i cavalli al trotto per andare a vedere. In una radura circondata da melograni, alcuni carrozzoni erano disposti a semicerchio e irsuti pony pezzati brucavano all'ombra degli alberi.

Al centro erano state erette alcune tende variopinte. Davanti alla più grande c'era un cartello su cui si leggeva: "Veggente Sumire, esperta nella lettura di tarocchi, predizioni e filtri d'amore". Un uomo con un largo cappello piumato che faceva volteggiare per aria enumerava le doti della maga, che a quanto pareva era una donna dagli incredibili poteri mistici, in grado di svelare i segreti che il futuro riservava a ciascuno. La gente si metteva in fila per farsi leggere i tarocchi, le ragazze ridacchiavano mentre uscivano dalla tenda con la pozione che avrebbe legato per sempre l'innamorato. Ciascuno portava in dono qualcosa.Chi non poteva pagare recava prodotti della terra, tessuti e lavoretti fatti a mano. Kether calcolò che, alla fine della giornata, la maga sarebbe stata una donna ricca.

«Erranti» ringhiò Cole, la voce carica di disprezzo.

«Erranti?» domandò Kether. Conosceva, attraverso i suoi studi, la maggior parte dei popoli del regno e dell'Impero, ma non li aveva mai sentiti nominare.

«Sono dei vagabondi che si spostano da un luogo all'altro e vivono barattando quello che possiedono con i prodotti delle popolazioni locali. Non hanno una patria nel senso che si intende comunemente. Il mondo intero è la loro patria. Le loro origini sono sconosciute, così come le mete dei loro vagabondaggi. Non sai dove saranno finché non te li trovi davanti. Non sono vincolati alla terra come tutti gli altri, ma vivono alla giornata, godendo della loro libertà». La ragazza provò un'istantanea simpatia per quel popolo. Che meraviglia sarebbe stata vivere per sempre libera da ogni responsabilità, camminare ogni giorno senza sapere dove l'avrebbe portata! Lo disse a Cole, ma il ragazzo non si mostrò dello stesso parere.

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