8. Mostro

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Salve a tutti!

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Salve a tutti!

Per festeggiare i quindici giorni di pubblicazione, ho deciso di inserire un capitolo in più questa settimana... perciò buona lettura!

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Quando fu rinchiusa nella sua stanza, le serve aiutarono Kether a spogliarsi e se ne andarono senza proferire parola. Rimasta sola, la ragazza si tuffò nelle soffici coltri del letto, affondando la testa nel cuscino e cercando disperatamente di ricacciare indietro le lacrime. Era stanca e amareggiata. Aveva detto la verità, ma nessuno le aveva creduto. Come se non bastasse, in preda all'ira si era comportata da sciocca e non aveva saputo perorare la sua causa. Soprattutto sentiva di aver deluso Miky e tutte le persone che vivevano nelle sue stesse condizioni.

"Che posso fare per migliorare la situazione?" si chiese. "Forse, se un giorno diventassi regina, potrei cambiare le cose?" Ma non era sicura che il re le avrebbe consentito di succedergli dopo tutto quello che aveva combinato.

Si rigirò sulla schiena, fissando le pareti della sua stanza, decorate con stucchi d'oro e affrescate con scene di caccia, e poi si volse verso le finestre. Le nubi si erano addensate sulla città, scatenando un vivace acquazzone, ma al di là della cortina di pioggia erano ben visibili le immacolate colonne e gli archi che incorniciavano il giardino ben curato su cui affacciava la sua camera.

Quello in cui viveva era un mondo dorato, che ingannava i suoi abitanti con una facciata dai colori sgargianti, solo per nascondere i disagi e le brutture dei quartieri poveri.

Aveva evitato accuratamente di pensare a Tiferet. Lo sguardo ferito nei suoi occhi le bruciava ancora, e come aveva ritirato la mano per evitare che lei la toccasse.

Mi terrorizzi.

Quelle parole erano state un pugno nello stomaco. Ripensandoci, anche uno degli uomini che l'avevano aggredita aveva detto qualcosa del genere, anche se in quel caso non si riferiva a lei...

"È un mostro!"

Mostro. E se fosse stata quella la sua natura? Negli ultimi tempi si era resa conto che attorno a lei accadevano cose strane.

Tutto era cominciato quando era arrivata a Gevurah. O forse no?

Un lampo catturò la sua attenzione. Prima che il rombo del tuono squarciasse l'aria, ebbe una rivelazione. Il terremoto. Le finestre della villa si erano infrante all'improvviso, ma nemmeno una scheggia l'aveva sfiorata, mentre la serva che si trovava vicino a lei aveva riportato ferite dappertutto. Poi c'era stato l'incendio. Con le porte della grande sala sbarrate dall'esterno, avevano rischiato di morire tutti in un rogo, eppure, d'un tratto e senza un'apparente ragione, le fiamme si erano ritirate fino a lasciare solo mucchi di cenere sparsa.

Ciò che era accaduto in seguito era ancora più confuso, i suoi ricordi sbiadivano a ogni secondo che passava. Rory, il suo viso pallido e sofferente, la paura che morisse, che se ne andasse davanti ai suoi occhi proprio come era accaduto a suo padre. Kether aveva avuto pochi istanti per agire, meno ancora per pensare.

Il Cavaliere Alato (Disponibile in versone Ebook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora