Capitolo 6 - parte I

1.1K 45 13
                                    

- Ragazze siete serie? Avete dato il mio numero ad Harry Styles? - sbotto entrando in camera.
Buongiorno anche a voi.
- Gli ho dato anche il mio se è per quello. - ammicca Nora, attirandosi la risata di Liv.
- Ti ha scritto? - si affretta poi a domandarmi.
- Si. Io non ci vengo, qualsiasi cosa sia. - anticipo l'argomento che so già toccheremo. È intuibile dagli sguardi vispi e poco promettenti delle due. - E non dovreste neanche voi, non sappiamo neanche che gent - faccio per dire, ma vengo interrotta dalla bionda:
- Cosa gli hai risposto? -
- Non gli ho risposto e non intendo.. -
- È solo una festa! - esclama Liv questa volta, facendomi gli occhioni e unendo le mani a mo' di preghiera.
- Clo se non vieni ti considererò la peggior amica mai avuta. - si impone Nora.
Roteo gli occhi al soffitto.
Ha vinto.
- Ok rompiscatole. - le faccio il verso, finendo per accodarmi alla risata generale. Per poco non vengo centrata dal cuscino che la rossa mi tira in preda all'euforia, che il signore ci assista.
- Ciò non toglie che vi potrei uccidere. - metto in chiaro divertita, prima che Livia sposti l'argomento su di me.
- Tu piuttosto? -
- Giusto signorina, ci devi qualche spiegazione. Non si sparisce così di notte. E con Cristiano Ronaldo poi. - la incoraggia l'altra, incalzando.
- A parte che era mattina.. - la correggo, inarcando il sopracciglio e scrollando la testa con un che di rassegnato - Abbiamo fatto colazione, niente di che. -
- Si, e avete pure dormito in macchina. - puntualizza la rossa, maliziosa. - Non è che ci devi dire qualcosa? -
- No, e poi non penso ci rivedremo. -
- Come sarebbe? È andata male? - vedo la delusione nei loro sguardi e la cosa peggiora quella sensazione di inadeguatezza che già provo di mio dopo quello che è successo.
- Piccole incomprensioni. - sintetizzo, prima di abbozzare un sorriso, per quanto tirato sia  - Dai non fate quelle facce, non è morto nessuno. E poi vi ricordo che siamo state invitate a una festa da Harry Styles! - riprendo in mano la situazione, come se poi la cosa mi entusiasmasse per davvero. Ma meglio vertere il discorso su questioni più "importanti".
- Piuttosto, non dovremmo andare a fare shopping per stasera? Non ho niente da mettermi. -
Bingo.

- Abita qui? - Livia esce dal taxi per prima, seguita con foga da Nora che si sbatte letteralmente fuori dalla macchina. Il tutto sotto lo sguardo sconcertato dell'uomo alla guida della vettura.
- Sembrerebbe di sì - segue a ruota la bionda, con gli occhi a cuore, analizzando la facciata della casa visibile dal cancello.
- Devo proprio entrare? - mi aggrego io, mentre cerco di sistemarmi lo scollo a cuore del vestitino rosso fuoco, tutt'altro che comodo, attirandomi un'occhiataccia dalle due.
- Ok ok. - alzo le mani in segno di resa - Come non detto. -
- Ehm signorine, capisco che avete priorità diverse, ma dovreste pagarmi ora. - la voce scocciata del taxista richiama la nostra attenzione, portandoci a girarci con un che di mortificato, prima di affrettarci a dargli il dovuto.
Quindi, dopo un saluto affrettato, torniamo ad osservare la villa da dietro le grate di ferro battuto. Le finestre sono tutte illuminate e si intuisce un chiaro via vai di gente sui due piani, mentre la musica arriva fino alla strada.
- Suona te! - Nora mi indirizza verso il citofono con una piccola spintarella.
- Ma perché proprio io? Se fosse per me non ci saremmo qui. -
- Appunto, io sto per morire invece. Ti prego Clo! -
Ancora una volta quest'oggi mi ritrovo a roteare gli occhi.
- Come sei tragica. - la sfotto amichevolmente, portando l'indice destro sul tasto in ottone e silenziandomi in attesa di una risposta. Gli attimi che seguono ci lasciano con i fiati in sospeso, prima che il cancello si apra con un rumore meccanico.
- Alla faccia del benvenuto. - ironizzo, sebbene non sia difficile immaginare che chi ci ha aperto non è stato il padrone di casa, ma il primo cristo capitato a tiro.

La casa è ancora più enorme di quel che ci si poteva aspettare dalla facciata esterna. È arredata piuttosto modernamente e il piano terra ospita un ampio salone che si affaccia con più vetrate sul giardino sul retro, dove una piscina illuminata occupa la posizione centrale. Molte persone fanno su e giù dalla scalinata di marmo che segue la parete laterale della sala, altre semplicemente vi sostano sopra a far conversazione, per avere la vista sulla gente che balla.
E in tutto questo la musica rimbomba in tutta la casa, così forte da rendere quasi impossibile una conversazione.
- Ragazze non ci dividiamo, eh. - alzo la voce, mettendo subito le mani avanti, consapevole che queste parole andranno al vento nonostante le due annuiscano con convinzione.
- Il proprietario di casa? - Liv ferma una coppia di passaggio.
- È in cucina. - risponde il ragazzo, più o meno nostro coetaneo, ad occhio e croce. Così come tutta la gente lì dentro.
- No, l'ho visto salire di sopra. - lo corregge la ragazza con le treccine bionde al suo fianco, sorridendoci cordialmente.
Quindi, dopo un cenno di ringraziamento, facciamo per avviarci su per la rampa. Questo prima di sentirci richiamare da una voce non del tutto sconosciuta, che ci porta a fermarci e a sporgerci dalla ringhiera di ferro.

CONFIDENT. | Cristiano RonaldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora