Esco dalla doccia, avvolgendomi negli asciugamani dell'hotel, e mi riaffaccio sulla stanza, trovando Nora e Liv intente a smanettare con i cellulari sul lettone. Nel frattempo il cielo si è incupito, data la tarda ora, e le goccioline di pioggia continuano a picchiettare sulle finestre della camera d'hotel.
- Ho fatto - annuncio, mentre mi friziono i capelli, giusto perché una delle due deve fiondarsi sotto il getto d'acqua. Nel mentre allungo la destra ad afferrare un brownie dal vassoio sul tavolino, per poi addentarlo distrattamente.
Le cene inglesi.
- Clo, non riusciamo a trovare niente su di loro! - si lamenta, con un visetto imbronciato, la bionda. E io capisco subito a chi si sta riferendo, anche perché l'occhio mi cade sul profilo Instagram di Ronaldo, aperto sul cellulare di Eleonora.
- Nora dimenticali - rispondo io con un tono tranquillo, scrollando appena la testa - Insomma, siamo a Londra! Dobbiamo solo pensare a divertirci. E loro dubito seriamente che postino i loro piani per la serata su un social. - abbozzo un sorriso, prima di lasciarmi andare a una breve risata.
- Vai in doccia, stasera ci penso io a trovartene uno come si deve.. - aggiungo, con un sorrisetto che è tutto un programma, per poi rifilarle una pacca sulla coscia e prendere il suo posto sul matrimoniale.- Quindi proviamo ad andare in quel locale? - questa è Liv, che appoggia il suo iPhone sul comodino, ruotandosi verso di me.
- Ma sì, dai. - mi stringo nelle spalle, afferrando lo smalto rosso dal beauty - Bernard ha detto che ha aperto la settimana scorsa, è nuovo ed è frequentato solo da gente in. - la informo, rifacendomi a quanto detto dal dj ieri sera - Molto in. - rimarco la cosa - Tipo che all'apertura c'erano Robert Sheehan ed Edward Westwick. - nomino i due attori, scoppiando a ridere per la reazione di Livia, che sgrana gli occhi, disegnando una O con la bocca.
- E poi ha venduto un rene per riuscire a metterci in lista, non sarebbe carino non presentarci! - infierisco, tutta soddisfatta e con un piglio allegro.
- Come hai detto che si chiama? -
- Underground Fifth Avenue. Dobbiamo prendere la metro per Camden e poi ho le indicazioni. - favello, mentre mi passo lo smalto sulle mani.
- Cosa c'entra New York adesso? - la rossa mi guarda poco convinta, nonostante la vena divertita del suo tono lasci intendere che sia già convinta dal programma.
- Non ne ho idea, tesó. Lo scopriremo. - sentenzio, per poi iniziare a soffiare sulle unghie, nella speranza che lo smalto asciughi alla svelta.[...]
Fortunatamente ha smesso di piovere, ma l'umidità è alle stelle e un forte profumo di pioggia si fa sentire per le strade della città, mentre l'asfalto bagnato e le pozzanghere riflettono le luci dei lampioni e delle insegne dei pub.
In tutto questo, io ringrazio Dio di aver avuto il buonsenso di mettermi le Dr.Martens bordeaux e di essermi infilata un paio di parigine nere sopra i collant color carne, perché fa veramente freddo.- Dovrebbe essere alla fine di questa via.. - avviso le altre, controllando Google Maps dal mio cellulare e cercando di individuare il posto. Tuttavia, a parte qualche passante sul marciapiede, nessun crocchio di gente ci aiuta a identificare l'ingresso della discoteca.
- Ottimo, ci siamo perse. - Nora si guarda attorno, anche se non sembra esserne dispiaciuta. Lei adora Camden Town d'altronde e i locali, in questa parte della città, non mancano di certo.
- Non ci siamo perse, la via è questa - replico io, continuando ad alternare lo sguardo tra il cellulare e la strada. Eppure qualcosa non mi torna.- Scusateci, sapete dirci dove si trova il locale che ha aperto la settimana scorsa? Dovrebbe essere in zona. - Livia nel frattempo si è avvicinata a un paio di ragazzi dai tratti inglesi, che si stanno fumando una sigaretta fuori da un bar.
- Mh, un nuovo locale? - fanno eco, inarcando le sopracciglia, con la classica espressione di chi è appena cascato dal pero. I due si guardano pure tra di loro, prima che quello col septum prenda parola:
- No ragazze, l'unico locale in zona è il Proud. È nella parallela a questa - si stringe nelle spalle e noi, dopo un sorriso di cortesia, ci allontaniamo ancora più confuse di prima.Decise a spingerci fino in fondo a quella via, continuiamo a chiacchierare, mentre affondo le mani nelle ampie tasche del parka verdone, rigirandomi la Oyster nella destra.
Dopo una serie di saracinesche abbassate, ci fermiamo tutte e tre davanti a un ingresso della metro, completamente illuminato dalle luci fastidiose dei neon e con le pareti rivestite da quelle mattonelle bianche che fanno venire il male di vivere solo a guardarle. Le scale scendono nel palazzo per qualche metro, un po' come in tutte le fermate della Tube di Londra, ma all'esterno il simbolo della metropolitana è stato palesemente tolto, il che fa pensare a un vecchio ingresso.Ci guardiamo tutte e tre, con un'aria complice.
- Siamo pazze a farlo? - domanda Livia, facendoci sorridere a nostra volta.
- Siamo pazze a prescindere. - puntualizzo io. Il fatto che stiamo per scendere in un sottopassaggio abbandonato è solo un aggravante.
- Ormai che siamo qua. - Nora sposta le iridi color miele su di me e sulla rossa al mio fianco, prendendo in mano la situazione e avviandosi giù per le scale.
- Io l'ho detto che non torniamo a Roma vive. - Livia accenna a una risata, a cui segue un mio sbuffo divertito.
Al termine delle scale, un cancello in ferro che si aggancia a tutte le pareti (soffitto incluso) è spalancato e noi, come da copione, passiamo oltre decise a non farci troppe domande. Inutile dire che abbiamo tutte e tre il cellulare in mano e che alterniamo lo sguardo da davanti a noi, alle nostre spalle.
Questo fino a quando della musica ovattata non ci raggiunge.
- Magari siamo sotto al Proud - ci smonta Nora, quando raggiungiamo la fine del corridoio e siamo costrette a svoltare in un secondo tunnel a destra.
Tunnel ben più breve, dato che qualche metro più in là due bodyguard sorvegliano una porta circolare di ferro, che sembra quella di un Caveau, che mette fine al corridoio.
Uno dei due ha una lista in mano.
- Nomi? -
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CONFIDENT. | Cristiano Ronaldo
Fanfiction« What's wrong with being confident? » « Nulla, basta che tu non lo sia più di me »