CAPITOLO 3

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Tanto non ho più nulla da perdere.
Durante la chiamata:
Diversi squilli dopo, tolgo il cellullare dall'orecchio e guardo se è caduta la linea o qualcosa del genere.
E invece no, è in linea ed ha risposto.
Nessuno dei due osa spiccicare parola. Che situazione strana.
Decido di essere la prima a rompere il ghiaccio.
Non ci sentiamo da troppo tempo, e allora dico la prima cosa che mi viene in mente:''Ei...ciao'' ma veramente? Sono un caso perso.
"Ciao Corinne, come stai..?" mi risponde l'ho dopo qualche secondo
Bella domanda. Come sto? Decido di rispondergli come rispondo a tutti quelli che me lo chiedono, anche se in realtà, non gliene importa nulla.
"Bene, grazie" continuo ''tu?''
" Senti Cori, lo so che non mi hai chiamato per una telefonata di cortesia. Dimmi di cosa hai bisogno."  e mi risponde come non mi sarei mai aspettata. Rimango, per qualche secondo, sbalordita da questa sua risposta.
Qualche secondo dopo, realizzo la stupidata che stavo per fare. ''Scusa, non so perchè ti ho chiamato, non avrei dovuto, non disturberò più, mi spiace. Ciao"
Fine chiamata
Esattamente, cosa pensavo di risolvere facendo così?
Perchè lo stavo facendo?
Sono venuta qui a Londra per avere una vita normale e con quella telefonata stavo per rovinare tutto.
Che cretina che sono.
[...]
Il cellulare inzia a squillare.
È di nuovo lui.
Prendo un grosso respiro e gli rispondo.
Durante la chiamata:
"Travis?'''
"Scusa Cori, sono stato un idiota, non dovevo risponderti in quel modo; tu ci sei sempre stata per me e ora tocca a me aiutarti, dimmi di cosa hai bisogno, anche se me lo immagino il motivo per cui hai chiamato proprio me, ti prego. Scusami, voglio aiutarti'' dice tutto d'un fiato.
Gli spiego il motivo per cui poco fa l'avevo chiamato. Lui mi convince di farlo per l'ultima volta. Così per chiudere questa storia. Mi spiega il posto dove devo andare e ci salutiamo.
Fine chiamata.
Chiusa la chiamata corro a vestirmi.
Spero di aver portato l'abbigliamento che usavo un tempo, perchè sennò sono fregata.
Ok, dimenticavo che dopo l'ultima volta, ho buttato tutto quei vestiti. Che faccio?
Rivisto tra i miei vestiti alla ricerca di qualcosa di adatto.
Venti minuti dopo, riesco a fare l'abbinamento adatto.
Scelgo di mettermi dei jeans neri aderenti, un top con le spalline che mi arriva sotto il seno, un paio di stivaletti neri con il tacco alto e sottile, e ovviamente Il mio immancabile chiodo in pelle nero.
Mi dirigo verso il bagno.
Mi trucco mettendomi un pò di eyeliner e il mio rossetto rosso mat.
Ai capelli faccio qualche boccolo e gli lascio sciolti.
Ormai è tempo di andare, mi devo sbrigare.
Prendo un taxi e mi faccio lasciare a 20 minuti di distanza dal posto in cui Travis mi ha detto di andare.
Pago il tassista e scendo.
Cammino velocemente, non è un posto sicuro, ci sono troppi malintenzionati che potrebbero approfittarsi di me.
Mi torna in mente quella sera, quando ho conosciuto Travis. Non potrò mai dimenticarmene..
Era passata solo una settimana dalla morte di mamma, stavo malissimo, era una settimana che non uscivo dalla mia camera, che non mangiavo, che non parlavo con nessuno.
Quella sera era il diciottesimo del figlio di Lucilla (che dopo un mese sarebbe diventata la compagna di mio padre, nonchè mia matrigna). Prima di recarmi alla festa insieme a Sarah, Nash e mio padre, litigai pesantemente con quest'ultimo siccome non me la sentivo di andare a quella stupida festa di quel montato, lui mi minacciò che se non ci fossi andata, me ne sarei pentita.
Si permise anche di dirmi che ero una delusione e che se non mi sarei data una regolata, mi avrebbe cacciata di casa.
La cosa che mi aveva ferito, non era tanto per quel 'ti cacciò di casa se non ci vai', perché tanto sapevo che non l'avrebbe mai fatto per il giudizio della gente sulla nostra famiglia, e nemmeno lo schiaffo che mi aveva tirato subito dopo davanti a tutti, ma era che, mi aveva detto che ero una delusione.
Anche se ultimamente non avevo (e purtroppo non ho ancora oggi) un bel rapporto con mio padre, quella parola mi aveva ferita. Era pur sempre un mio genitori.
Subito dopo lo schiaffo, corsi fuori da quella maledetta casa e mi feci una lunga passeggiata, ricordo che ad un certo punto iniziò a piovere a dirotto, ma non me ne fregava per niente in quel momento, se mi fossi ammalata, amen. Ad un certo punto, un ragazzo mi prese per un braccio e tirandomi, mi portò sotto a un tetto di una casa per proteggerci dall'acqua.
Mi portò a casa sua per poterci asciugare. Iniziammo a parlare e non so come, mi fece sfogare. Mettiamo in chiaro che io non sono una che racconta la sua vita privata al primo che passa, ma di lui avevo subito capito che mi potevo fidare, poi pensavo che non l'avrei più rivisto.
Ricordo esattamente le sue parole. "Vieni, ti porto in un posto speciale"
Mi spiegò che in quel posto ci si gareggiava illegalmente e suo padre era il capo di un team abbastanza forte e lui gareggiava - e gareggia tuttora - e ogni tanto aiutava suo padre.
Una settimana dopo, ebbi l'ennesima discussione con mio padre, e non se per ribellione o altro, ma richiamai Travis, gli dissi che avevo intenzione di gareggiare anch'io.
Dieci minuti dopo ero in panico per quello che avevo appena fatto, ma ora non potevo tirarmi indietro. E poi volevo provare.
Gareggiai. Passarono giorni e per me divenne uno sfogo, lo facevo sempre più spesso. Io e Travis diventammo ''amici'', il nostro rapporto era abbastanza strano, la maggior parte del tempo la passavamo a litigare -più per cavolate che per altro- ma quando uno dei due aveva bisogno dell'altro, c'eravamo nonostante tutto.
Nel frattempo entrai a far parte del team del padre di Travis. Quando c'era da gareggiare, lui chiamava e io andavo. La cosa andò avanti per mesi e mesi e mi andava bene.
Quando correvo mi sentivo potente. Nessuna paura. Nessun genitore su cui far colpo. Zero regole. Solo io, l'acceleratore e la strada libera. E guadagnavo anche molto bene grazie alle scommesse.
[...]
Credo di essere arrivata a destinazione dato che noto ragazze praticamente nude e uomini arrapati che le palpano, ma non riesco a trovare Travis.
Dove si è cacciato?
Saranno 15 minuti che lo cerco, ad un certo punto vedo una cosa, o per meglio dire, una persona che cattura la mia attenzione.

Spazio autrice:
A questo capitolo, come avrete notato, sono state apportate modifiche.
Scusate il disturbo.

Never without you|| C.D [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora