A/N: cari ragazzi, eccoci all'ultimo capitolo di questa prima parte. Purtroppo non so quando riuscirò a pubblicare la prossima, ma ovviamente, come sempre, vi avviserò. Mi aspetto di leggere molti commenti per il finale... non deludetemi!
Un abbraccio a tutti voi,
Sempre la vostra
Aria-
09/01/2017 - Londra
Quel giorno affrontai l'esame sul romanticismo inglese. Avevo studiato con la mente distratta, avevo svolto il compito con la mente distratta, vivevo con la mente distratta. Ormai in testa avevo un unico, prorompente pensiero: che fine avesse fatto Paige.
Alla fine mi ero fatto coraggio, avevo detto a me stesso di sotterrare ciò che era successo a capodanno, di andare avanti, di continuare ad amarla senza alcun rimorso, di dimenticare Tara, dimenticare i suoi occhi, dimenticare gli incubi.
E l'avevo chiamata.
Ma non mi aveva risposto.
Avevo iniziato a preoccuparmi, a pormi mille domande, a pensare al peggio. E ancora non sapevo dove fosse, cosa stesse facendo, perché non mi chiamasse e perché non mi rispondesse. E l'attesa si era trasformata in uno strazio insopportabile, in un labirinto senza via d'uscita. Percorrevo sempre gli stessi passi, sempre le stesse strade per finire sempre allo stesso punto, con le stesse domande e con le stesse paure.
Avevo pensato di andare a Boston, di andare a trovarla, di farle una sorpresa. Avevo chiamato Gemma, ma era ancora a Holmes Chapel e non aveva sue notizie.
Non sapevo da che parte andare. Ero intrappolato in quel labirinto.
"Come sta tua sorella?"
Mi voltai per trovarmi accanto Charlie, con una cartella sotto il braccio.
Eravamo davanti all'università, reduci dell'esame, sfiniti per quelle quattro intense ore passate davanti a quei fogli.
"Sta bene. L'ho sentita ieri e mi ha detto che è ancora in Inghilterra. Ah, e ti saluta."
Sorrise e iniziò a camminare, accanto a me. Poi si unì anche Theo, con quei vispi occhi castani, quei capelli sempre fuori posto e quel sorriso sornione e malandrino.
"Ragazzi, ho appena chiesto di uscire a quella moretta accanto alla macchinetta e indovinate?"
"Due di picche?" scherzò Charlie.
"Ha accettato! Ma vi rendete conto? Ha accettato!"
"Contieni l'entusiasmo, altrimenti te la farai scappare."
"Ognuno ha la sua arma segreta: tu con la tua aria sostenuta hai conquistato la sorella di Harry, io con il mio entusiasmo e il mio umorismo conquisto quella bella moretta."
"Non stavi già uscendo con la bionda che hai conosciuto alla festa?" m'intromisi.
"Sì, ma con questa ci ho provato pensando che mi dicesse di no in partenza. Chi se lo aspettava che avrebbe accettato!"
"Invidio la tua filosofia di vita."
"È semplice: basta mettere un po' di pepe in pentola e la vita acquista più sapore," continuò Theo, facendomi l'occhiolino.
È semplice.
In determinate situazioni.
"Non lo ascoltare, Harry. Piuttosto che pepe in pentola, bisogna avere sale in zucca," riprese Charlie, sospirando.
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Void
Fanfiction"Amarsi al punto che l'unione regga anche se divisi da mezzo mondo." (Simone Weil) Nudi, fra le lenzuola, respiravamo il nostro amore. E non pensavamo al domani, perché il presente era troppo perfetto per essere rovinato. Ma il presente è un attimo...