Capitolo 1

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«Mamma, dov'è la mia spazzola?»
«Non lo so tesoro, vedi sul mobiletto in bagno!» risponde lei urlando dal piano di sotto.
«D'accordo, vado a controllare lí.»

Esco freneticamente dalla mia stanza e, senza accorgermene, inciampo su un peluche che mia sorella aveva lasciato inspiegabilmente davanti al bagno.

«AHIA!» grido.
«Tesoro, che succede?» urla mia madre.
«Niente, tranquilla. Sono solamente caduta grazie a tua figlia!» dico guardando la piccola ferita che si era creata sul mio ginocchio.

Vado allora in bagno, in cerca del disinfettante e della spazzola che stavo cercando prima di cadere.
Guardo davanti a me e, come aveva previsto mia madre, trovo la spazzola sul mobiletto, e così, dimenticandomi di cercare il disinfettante, la prendo e la porto nella mia stanza, dove mi attende la valigia ancora in disordine sopra il letto.
«Ecco fatto, ora ho preso tutto.» penso guardando la lista di cose da portare che avevo scritto qualche settimana fa.
Così scendo al piano di sotto e vado in cucina, dove trovo mio padre che consola mia madre.
«Mamma che succede?» dico.
«No, niente.. È che.. Tu.. Sembra ieri che eri appena nata e.. Ora.. Ora hai 17 anni e.. » dice lei con le lacrime agli occhi.
«Mamma tranquilla.. Sto solo andando a Vancouver per un po', ritornerò presto.»

In effetti "un po'" non è il modo esatto di descrivere quanto tempo starò via.
Sono stata scelta dalla scuola, grazie ai miei voti alti, per uno scambio culturale. Andrò in Canada per un anno e, anche se Vancouver non è dall'altra parte del mondo rispetto a Nashville, in Tennessee, starò comunque tanto tempo lontana dalla mia famiglia.

Mentre cerco di convincere mia madre di stare tranquilla, sento la porta principale aprirsi e mi giro a guardare l'ingresso.
In quel momento mia sorella Isabelle entra in casa e, come pietrificata, si ferma a fissarmi. Io faccio lo stesso mentre mi allontano dai miei genitori.
Stiamo a guardarci per qualche minuto ma poi lei scoppia a piangere e corre ad abbracciarmi.
«Mi mancherai Maddie..» dice tra un singhiozzo e l'altro.
«Anche tu Belle.» rispondo avvicinandomi al suo orecchio.

Non siamo mai state molto legate, io e lei.
Siamo le classiche sorelle che litigano anche per una stupidaggine e che si tirano i capelli per qualsiasi cosa.
In questo momento però, non c'è niente che possa dividerci. Dopo la mia partenza, non la vedrò per circa un anno. Non so cosa succederà, cosa cambierà in lei. La ritroverò più grande, più matura, più bella forse. E questo mi rattrista.. Mi perderò un anno della sua vita e a 14 anni per lei non è poco.
Così la stringo più forte e le sussurro un 'ti voglio bene' all'orecchio.
Lei si libera dall'abbraccio e mi guarda.
«Non abituarti a tutte queste mie attenzioni perché non succederà mai più!» dice ridendo.
«Va bene, va bene. Non mi ci abituerò!» dico mentre vado verso le scale per andare nella mia stanza.

Non appena entro in camera, sento un senso di amarezza e di eccitazione insieme.
Non sono mai stata così lontana da casa e per così tanto tempo.
Non fingo nemmeno però che non ne sia contenta. Non vedo l'ora infatti di cambiare aria.
Sono sempre stata così io, uno spirito libero.
Fin da quando avevo 11 anni, quando sono partita per la prima volta per una gita con la scuola, viaggiare è stato il mio metodo di scappare dalla realtà della vita quotidiana, di staccare un poco la spina.
Mi sono sentita libera come non mai sopra l'aereo quella volta, e spero che succeda di nuovo.

Mi sorprendo a fissare la valigia, con un sorriso stampato sulla faccia.
Così la sposto dal letto, e mi stendo su di esso.
Domani è il grande giorno e io per queste cose sono molto ansiosa, perció mi metto a pensare a ciò che porterò con me per evitare di scordare qualcosa e, senza accorgermene, mi addormento.

My beautiful dreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora