Capitolo 6

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Entriamo in un negozietto davvero carino in una delle strade principali del centro di Vancouver.
Sarah e Courtney iniziano a dare un'occhiata in giro per trovare qualche vestito e io faccio lo stesso.
Trovo un abito molto grazioso, azzurro, con delle pietre dure sulla scollatura a cuore.
«È un abito davvero bello. Ha buon occhio signorina.» mi dice una delle commesse incaricata di aiutare i clienti in giro per il negozio.
«Già, mi ha colpita subito.» dico io, ma poi guardo il cartellino del prezzo e mi accorgo che costa più di quanto io possa permettermi. Così, giro un altro po' per il negozio in cerca di qualcosa di più economico e mentre guardo dei vestiti rosa, vedo che già Courtney e Sarah hanno preso una marea di vestiti che hanno intenzione di provare e, visto che io non ho trovato granché, mi siedo su una sedia davanti ai camerini e decido di dire alle ragazze quali sono i miei preferiti.
Dopo una serie di vestiti che non mi convincevano, Sarah esce dal camerino con un vestito color corallo, senza spalline e con una meravigliosa scollatura sulla schiena, che lo rendeva davvero unico.
«Questo è bellissimo» dico guardandola entusiasta.
«Piace tanto anche a me.» dice Court affacciandosi dall'altro camerino.
«D'accordo, allora lo prendo!» dice Sarah soddisfatta.
Al contrario di Sarah, Courtney non ha trovato granché.
Infatti lei è molto magra e la maggior parte dei vestiti le stavano grandi.
«Mi dispiace che tu non abbia trovato nulla» dico a Courtney.
«Già..» dice lei dispiaciuta.
Glielo si legge negli occhi che a causa del suo peso non riesce a trovare molti vestiti che le stiano bene e che questa situazione non la faccia molto felice.
«Andremo da un'altra parte domani e cercheremo un vestito per entrambe.» dice Sarah mentre guarda l'orologio.
Istintivamente, faccio lo stesso e mi accorgo che è già tardi e che dovremmo tornare a casa.
«Io vado a pagare il mio vestito. Ci vediamo fuori.» dice Sarah.

Io e Court andiamo fuori dal negozio e mi accorgo subito che lei ha cambiato umore.
«che hai?» le chiedo io preoccupata.
«oh niente, è che molte volte mi arrabbio con me stessa perché ci sono così tante cose belle che vorrei comprare ma poi, anche la misura più piccola, mi sta grande perciò non posso prendere nulla..» dice Courtney che d'un tratto è diventata tristissima.
In effetti la capisco perché anche la mia sorellina Isabelle ha questo problema con i vestiti e spesso la vedevo piangere a causa del suo corpo troppo esile.
«Dai tranquilla, cercheremo un altro posto in cui comprare un vestito perfetto per te.» dico io abbracciandola.
«lo spero..» dice lei ricambiando il mio abbraccio.
Ed ecco che Sarah esce dal negozio e ci invita ad andare verso casa.

«Sarah possiamo andare da quel Caleb di cui mi parlavi? Non vorrei stare troppo tempo senza telefono.» chiedo speranzosa.
«Oh sì certo, seguitemi» mi risponde lei andando verso una stradina vicino al negozio.

Arriviamo ad una casetta modesta, in cui secondo me abita solo una persona.
Suoniamo al campanello, e viene ad aprirci un ragazzo alto con i capelli scuri e gli occhi nocciola.
«Ehi Sarah e Courtney!» dice lui.
«Ciao Caleb» dicono loro in coro.
« e tu sei...?» dice il ragazzo rivolgendosi a me.
«Maddie, piacere di conoscerti. Sono la ragazza nuova, quella dello scambio culturale.» dico stringendogli la mano.
«ah sì, ho sentito parlare di te. Molto piacere, Caleb.» dice lui.
«Senti, alla nostra amica qui è caduto il telefono. Potresti sistemarglielo?» dice poi Sarah con tono persuasivo.
«sì certo, entrate in casa, stavo giusto cucinando qualcosa per cena. Potreste anche rimanere e per poi lasciare il telefono qui, in modo che io possa lavorarci.» dice lui dolcemente.
«No Caleb non possiamo rimanere, ci dispiace molto ma i miei vogliono che ritorniamo presto a casa. Sarà per un'altra volta.» dice subito Sarah dispiaciuta.

Io resto a guardare quei due, e cerco di stare attenta al tono in cui parlano. Sembrano molto legati, e da come parla lui, sembra che ci sia molto di più di una semplice amicizia. Così decido che chiederò spiegazioni a Sarah più tardi.

«allora? Dov'è il telefono?» mi chiede Caleb.
«eccolo.» dico mentre glielo porgo.
«vedrò che posso fare, ritornate domani.» dice.
«D'accordo, grazie mille.» dico.
«ciao Caleb» dice Courtney.
Sarah dice lo stesso e poi va ad abbracciarlo.
Sono sempre più convinta che ci sia qualcosa tra quei due.
Saluto pure io e ci incamminiamo verso casa.

Durante il tragitto non parliamo molto e arriviamo a casa in poco tempo.
Courtney ci saluta e va verso la fine della stradina in cui abitiamo io e Sarah.
Entriamo in casa e un profumino di pollo ci avvolge delicatamente.
«Ciao mamma, ciao papà!» dice Sarah avvicinandosi alla cucina.
«Ciao Susan, ciao Carl!» dico seguendo subito Sarah.
«Tra dieci minuti è pronto, quindi sistematevi e scendete subito.» dice Carl in tono dolce.
«Cos'è quella busta?» chiede Susan riferendosi alla busta che ha in mano Sarah con dentro il vestito.
«oh mamma l'ho preso oggi per la festa di Cassy di martedì» dice, e mentre parla, tira il vestito fuori dalla busta.
«È davvero bello!» dicono i genitori di Sarah.
«L'hai consigliata tu?» mi chiede Carl.
«Si l'ho aiutata un poco» rispondo io arrossendo.
«Hai davvero buon gusto.» si complimenta Susan.
«grazie» dico io.

Così io e Sarah saliamo nelle nostre stanze e sistemiamo le ultime cose, compreso il suo nuovo abito nell'armadio.
«Ma quindi? Tra te e Caleb che c'è?» dico guardando Sarah e facendo l'occhiolino.
Ma lei non fa in tempo a darmi una risposta che ci chiamano dalla cucina per andare a tavola.
«dopo ti racconto» dice lei leggermente imbarazzata.
«va bene..» le dico io che sono diventata curiosissima di scoprire la storia.
Scendiamo a tavola e durante la cena parliamo e scherziamo sulla giornata di oggi.
Appena finito di mangiare, risaliamo in camera, augurando buonanotte ai genitori Sarah.

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