[Capitolo 26]

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Io e Jonathan andiamo in sala e ci sediamo sul divano, «Grace ti devo parlare» inizia «Ho scoperto una cosa che non ti farà piacere» continua, «No Jonathan» lo fermo, «Questa sera è stata la più bella della mia vita non rovinarmela proprio ora» dico io, lui alza le mani in segno di sconfitta, «Si vede che vuoi raccontarmi qualcosa, quindi racconta» mi dice «In effetti si!» sorrido, «Io e Nick ci siamo baciati!»  mi alzo in piedi e saltello come una pazza, «Brava» dice in modo triste, ma non capisco perché, «Non sei felice per me?» mi fermo e gli chiedo, «Si certo!» dice sforzando un sorriso, si alza e mi abbraccia io ricambio.
«Ragazzi siete ancora in piedi?» accende la luce mia mamma, noi ci allontaniamo, «Stavamo giusto andando a dormire» dice mio fratello, «Infatti quindi vedi di muovere il culo» gli tira uno schiaffetto dietro la testa, rido.
Dormire è quasi impossibile, i ricordi di quel bacio mi entrano nella testa e continuo a vivere quel momento fin quando non suona la sveglia.
Mi alzo velocemente, sono le sei, ho due ore di tempo per prepararmi, oggi ho deciso di svegliarmi prima perché devo scegliere come vestirmi e truccarmi almeno un po', non voglio che Nick pensi che sia uno straccio.
Mi metto una gonna nera a vita alta ed una maglietta corta rosa, mi lascio i capelli sciolti ed indosso degli stivaletti.
Scendo giù ed entro in cucina, addento un biscotto e corro fuori.
Sono così agitata dall'idea di vedere Nick che farei dieci giri di tutta la città a piedi.
La scuola è deserta, sono arrivata troppo in anticipo, così mi dirigo in giardino ed accendo una sigaretta.

Tiro fuori una sigaretta, «Potresti non fumare?» mi chiede Nick gentilmente, rimetto la sigaretta nel pacchetto e continuiamo a camminare..

Decido di spegnerla.
«La prossima volta mi devo segnare l'ora giusta, sono arrivato troppo in anticipo» mi dice qualcuno alle spalle, «L'ora gusta in cui bisogna entrare è alle 7.50, sei in anticipo di cinque minuti, mica trenta, non farne una tragedia» ridacchio senza girarmi, «Beh, almeno posso stare un po' solo con te» mi bisbiglia Dylan all'orecchio, un brivido mi percorre lungo la schiena, si sposta e la sensazione di benessere finisce, si siede accanto a me, «Tu come mai sei in anticipo?» mi domanda, «V-volevo stare un po' da sola» confesso, «Scusa allora me ne vado» si alza in piedi io lo prendo per il polso, «Sciocco, tu puoi restare» ridacchio, lui si risiede, «Che onore, io posso restare» si finge onorato, passiamo un po' del tempo che ci rimane per prenderci in giro a vicenda.
Mi piace stare con Dylan, ha un modo tutto suo di vivere la vita, ha uno stile diverso da tutti, ha dei capelli stupendi, degli occhi verdi splendenti, ha..
«Grace?» mi chiama, «Ci sei?» continua Dylan.
«Si si» mi rimetto in posizione eretta, si alza, «Dove vai?» chiedo, lui si volta e mi sorride, «È suonata la campanella Grace, andiamo in classe o vuoi rimanere qua tutta la vita?» mi porge la mano sorridendo, io l'afferro e mi alzo, poi la tolgo subito.
Dylan mi fa uno strano effetto.

Amami e bastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora