[Capitolo 43]

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Non è stata male questa giornata, il mare mi ha rilassata e mi ha aiutata a riflettere.
Nick è il mio fratellastro e devo affrontarlo, devo chiedergli cosa prova per e io devo spiegargli che non provo nulla per lui.
«Andiamo?» mi domanda Jonathan, mi alzo dal mio scoglio malinconicamente.
Dò un ultimo sguardo al mare e me ne vado così come se ne va il sole tra i colori del mare.
Arriviamo alla macchina e partiamo.
Jonathan e Sharon discutono animatamente sul discorso del razzismo che non c'entra nulla con tutta la giornata ma Sharon ha letto un'articolo sul razzismo che l'ha interessata.
Io alla prima loro discussione sul dibattito decido di mettere le cuffiette e perdermi tra le note di "In my veins" di Andrew Belle.
Il ritorno è sempre più corto dell'andata e così anche questa volta.
Arriviamo a casa.
«Dove eravate spariti?» urla mia madre appena varchiamo la porta, alzo gli occhi al cielo.
Non sono pronta per una discussione.
«Vi rendete conto di come mi avete fatta preoccupare?» agita le mani in modo fuorioso, io e Jonathan rimaniamo in silenzio lasciandola sbollire, «Vi ho chiamati un sacco di volte!», «Potevate almeno rispondere!» urla.
«E tu!» indica lei mio fratello con il dito, «Sei il più grande dovresti essere il più responsabile» continua, Jonathan sbuffa e non proferisce parola, semplicemente la supera e se ne va in camera, «Dove credi di andare?» lo insegue mia madre.
Sento delle urla e la porta sbattersi, evito di salire e vado in cucina.
Non ho fame ma non posso rimanere ancora senza mangiare così addento una mela.
Pochi minuti e mi raggiunge mia madre, inizia a sgridarmi ma non l'ascolto, osservo la mela che morso dopo morso scompare, mi sento persa, sono una mela vuota, una mela brutta, una di quelle marce che nessuno mai addenterà che verrà buttata appena ce ne sarà l'occasione.
Nessuno sembra capirmi ed io non mi capisco per prima, ho corso dietro a Nick per così tanto tempo ed ora che lui mi vuole io non lo voglio e per di più è anche mio fratello.
Se solo papà fosse qui.
Mi abbraccerebbe e mi direbbe che tutto andrà bene, mi direbbe che qualsiasi mia scelta sarà quella giusta.
Ma lui non è qui.
Lui non c'è più.
Non sento più mia madre ed alzo la testa della mela, sembra essersi dileguata, di lei nessuna traccia, abbandono la mela neanche per metà mangiata e mi dirigo in corridoio, da lì riesco ad intravedere la figura di mia madre sul divano, mi avvicino, ha gli occhi chiusi, sta dormendo.
Possibile che si sia addormentata in così poco tempo?
O forse sono rimasta persa tra i miei pensieri per troppo tempo.
Prendo la coperta che ha sui piedi e gliela stendo lungo il suo corpo le lascio un bacio in fronte e le sussuro «Scusa», non sono sicura che mi abbia sentita ma le dovevo delle scuse.
Salgo le scale ormai distrutta, l'orologio del piano di sopra indica che sono le 23.00 di sera, tardissimo, considerando che sono sveglia da quasi 48 ore, prima di andare nella mia stanza apro lentamente la porta di mio fratello per vedere se sta già dormendo ma lui è ancora sveglio, intento ad utilizzare il computer.
Socchiudo la porta ed entro in camera mia, mi butto sul letto chiudo gli occhi e mi faccio cullare dal buio più totale.

-----------------------------------------------Ehii ecco il nuovo capitolo!
Scusate se è più corto ma spero vi piaccia comunque!
Aggiornerò al più presto, intanto lasciate un voto ed un commento!
Bacio❤️

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