Cattura

75 12 7
                                    

Scendo giù al mare. Oltre a me, c'è soltanto un vecchio signore che cerca di prendere qualche pesce. Ha la carnagione scura, sicuramente passerà gran parte della sua giornata lì. La sua casa sarà quella all'incrocio vicino alla nostra, perché ricordo che Paul lo aveva menzionato in una sua conversazione.  Indossa una canottiera rossa e dei pantaloncini bianchi. Ha una barca in legno pitturata di rosso con su scritto:

"La pesca è andata bene; sono le catture che sono andate male."

La parola "catture" è molto più calcata delle altre, magari non è stato un abile pescatore...

Apro l'asciugamano, mi sdraio e mi soffermo a guardare il cielo. Non ci sono nuvole, è sereno. La mia pelle è così chiara che neanche questo sole bollente riuscirà a farla scurire un pochino. Però dicono che mi stia bene così: i miei occhi azzurri e i miei capelli castano scuro, a contatto con la mia carnagione nordica, danno un effetto visivo più marcato e definito.

Ho voglia di un gelato. Ricordo quando Evan era piccolo e Kathy stava ancora bene, nostro papà il sabato ci caricava in macchina e ci portava da Bill, il gelataio più bravo di Londra. Da Falmouth fino alla capitale non ci voleva molto, il tempo scorreva così veloce. Papà metteva il disco dei Beatles e si cantava fino al ritorno a casa. La mamma ci aspettava, intanto aveva preparato il pranzo. Evan le correva addosso, lei con il suo sorriso radiante e bianco lo sollevava e lo abbracciava. Io e Kathy apparecchiavamo canticchiando le canzoni ascoltate in auto, mentre il papà portava fuori il nostro vecchio Border Collie. Peccato che sia morto... era un cane molto intelligente, amava nuotare e sicuramente si sarebbe divertito molto qui.

Forse il pescatore sa se qua vicino c'è una gelateria, dato che è di zona.

Mi avvicino per parlargli: «Scusi, posso chiederle una informazione? Sa mica se ci sono bar o gelaterie nei dintorni?»

Si volta, i suoi occhi sono grigi e grandi, le sue labbra invece sono molto sottili; non aveva notato la mia presenza: «Eh, no. Qui in zona ci siamo soltanto io e i Wright. Tu, invece, da dove vieni?» sorride, sembra felice di avere qualcuno con cui scambiare qualche parola.

«Io sono di Falmouth, con la mia famiglia abbiamo preso in affitto la villa dei Wright per qualche mese.» spiego indicando la villa.

«Ah, capisco. Qui purtroppo oltre al mare non c'è molto da vedere. Puoi andare in paese, se vuoi! Davanti alla mia casa puoi trovare una bicicletta, se ti devi spostare prendila tranquillamente! Io tanto ho una Vespa per spostarmi e andare in città, mi fa piacere aiutare i nuovi arrivati.»

«Grazie, sarà fatto. Posso chiederle una cosa?» chiedo gentilmente.

Fa cadere la canna da pesca al bordo della riva, si alza dallo sgabello e continua dicendo: «Certo cara. Io sono come un lupo di mare, so tutto. Vivo qui da ormai 31 anni. Quando io e mia moglie abbiamo divorziato, sono venuto qui ad abitare. È un posto perfetto per me: sono sempre stato un pescatore.»

Riprendo: «Capisco. Cosa ne pensa dei signori Wright?»

Si gratta la testa, non sembra molto propenso a parlarne: «Penso che siano delle brave persone. Dopo la morte del...» si interrompe

«Continui, per favore.» dico a bassa voce.

«Del figlio, lei è diventata inevitabilmente più nervosa, ma è comunque una persona buona e con lei anche il marito.» conclude la frase e sorride.

Mi è bastato quello per capire. Anche i miei genitori sono cambiati dopo la morte di mia sorella. Si sono chiusi in sé stessi, quindi so cosa vuole dire.

Ringrazio, raccolgo l'asciugamano e torno a casa.

Davanti alla porta di ingresso c'è una scatola, la apro e dentro trovo il telefono.

Finalmente posso chiamare Matt! Corro in casa, lo attacco alla presa e digito il suo numero.

Una vacanza troppo perfetta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora