Intruso

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Un rumore mi ha svegliata.

Dalla finestra noto che c'è già la luce.

Mi volto: l'orologio dà le 6:50;
il rumore si fa più intenso.

Apro la porta della camera e noto con stupore che i miei genitori dormono ancora.

Il suono somiglia ad una serratura arrugginita, in cerca di qualcuno che riesca a sforzarla.

Nella mia mente appare subito un pensiero ben preciso: forse qualcuno sta tentando di entrare!

Chi verrebbe mai a rubare in una villa al mare? Magari pensano che i proprietari siano partiti, così da agire indisturbati.

Scendo le scale in modo furtivo, non voglio farmi sentire... ho paura.

La porta di ingresso si è aperta. Sento dei passi proprio sotto di me. Non vedo nulla: le ante sono chiuse e le luci spente.

Forse è meglio se avessi avvisato i miei genitori... ora che faccio?! Indietreggio: la mia idea è di tornare al piano superiore e chiamare mio padre. Lui è molto più alto e robusto di me, io da sola non saprei che fare se mi trovasse.

Mancano due scalini. Il ladro si sta muovendo ancora: ha posato qualcosa di pesante sul tavolo in soggiorno, si è sentito il tonfo.

Proprio quando pensavo di essere tornata sopra, l'ultimo scalino scricchiola.

Oltre ai passi dell'intruso, non c'era altro rumore che quel vecchio legno.

Il cuore mi si ferma, sento un calore espandersi per tutto il corpo, arrivando alla gola e stringendo forte.

«Papà!» tento di urlare, ma noto subito che lo sforzo è stato vano: non ho emesso alcun suono.

I passi al pianoterra cessano. Io sono immobile; prendo fiato, respiro e scappo sopra.

Ad un tratto sento una mano calda, quasi bollente, stringermi il polso da dietro.

Chiudo gli occhi, stringo i denti e mi giro piano.

«Per favore, non toccarmi.» dico con voce tremante.

Socchiudo gli occhi, quello che vedo mi lascia senza parole: è Matt! Sorride, intravedo i suoi lineamenti facciali.

«Piccola, non ti farei mai niente di male.» dice con voce calma e dolce.

«Cosa ci fai qui? A quest'ora soprattutto... mi hai spaventata!»

«Volevo farti una sorpresa, scusa. Ricordi quando ti avevo detto che ce ne sarebbe stata una a giorni? Ecco.»

Lo abbraccio. Finalmente i miei muscoli si sono rilassati, la tensione è sparita al solo suono della sua voce.

«Scusami tu... non volevo» mi interrompe baciandomi, poi continua:  «Ho studiato questa settimana, sono stato tutto il tempo a casa. Indovina un po'? Ho superato l'esame a pieni voti. Ho voluto farlo subito per passare questa estate qui con te. Sei felice?»

Questo spiegherebbe il perché in questi giorni l'ho trovato così assente e distante.

«Grazie mille amore. Certo, non potrebbe che essere altrimenti. Ora vieni, andiamo giù in cucina che ti preparo la colazione, avrai fame!»

SPAZIO AUTRICE: Grazie mille per questo mezzo k! ❤️ Spero che la storia vi stia iniziando a piacere. Critiche e apprezzi sono sempre apprezzati!

Una vacanza troppo perfetta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora