4. ¬Un giro in centro¬ pt. 1

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"M-ma non può essere! Cazzo!" Ethan era furioso e disperato allo stesso tempo.
"Che sfiga, tutte a noi...Come cazzo lo sapevano?" dissi io. "Aspetta, non possono essere stati i netturbini.." continuai.
Oramai avevamo perso le speranze. Ci domandavamo come fosse stato possibile. Avevano svuotato il bidone. Chi? Quelli dell'immondizia? Qualcuno che ci ha spiati?
Ad un tratto chiesi ad Ethan mentre ce ne stavamo andando: "Non ti sei fatto seguire, vero?"
"No, non credo. Era buio, stavo pensando solo nascondere la roba dalla polizia".
Non ci voleva. Se non andavo avanti con la missione il capo mi avrebbe rispedito a San Francisco, a dirigere il traffico e fare multe.
Tsk, io a fare il vigile. Col cazzo.
"Dai amico, portami a fare un giro in città". Volevo consolare Ethan che aveva una faccia non proprio felice.
"D'accordo amico, come promesso ti porterò in giro".
Proseguimmo verso il centro e da lì in un parcheggio multipiano.
"Hai qui la macchina? Da quando son tornato siamo sempre andati a piedi... ma tu ce l'hai la patente?"
Non sapevo se Ethan sapesse guidare o no, ma quando facevamo i colpi ci nascondevamo per bene nei vicoli per poi fuggire tranquillamente dopo.
"Si, la patente si. La macchina no". E si mise a ridere.
Arrivammo al terzo piano del parcheggio, la guardia si stava leggendo il giornale ed eravamo entrati senza problemi.

Arrivammo al terzo piano del parcheggio, la guardia si stava leggendo il giornale ed eravamo entrati senza problemi

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Ad un certo punto Ethan si avvicinò ad una macchina, una come tante, e col suo fare da ladro aprì lo sportello.
"Ethan che fai?! Sei impazzito? Siamo appena usciti e già vuoi tornare dentro?" Certe volte sapeva essere molto stupido.
"Tranquillo conosco questo posto. Ste macchine si muovono da qui si e no due volte al mese. La restituirò quando avremmo finito".
Ci volevo credere.
Entrò e manomise il quadro elettrico, era uno di quei modelli vecchi.
Dopodiché mise in moto e andammo a farci un giro nel centro città.
Guardavo i negozi e molti dei quali ricordavo la posizione erano cambiati.
"Ehi, la parrucchiera Tiffany! È sparita! La pasticceria, il negozio di giocattoli".
Facevo l'elenco manco fossi un bambino.
"Si, amico. Da quando hanno aperto il centro commerciale molti negozi in centro e alcuni in periferia sono stati chiusi e comprati da altri".
"Centro commerciale?" chiesi.
"Si, ti ci porto se vuoi".
"Andiamo, vediamo come hanno rovinato il posto".
"Dai, non è male. C'è tutto, dai ristoranti ai negozi per cani".
Andammo nel parcheggio interrato del centro commerciale per lasciare lì la macchina. Anche se non ero per niente tranquillo, non volevo tornare dentro e rivedere il capo.
Questo pensiero mi fece tornare in mente proprio lui e come d'accordo lo chiamai. Prima però dissi a Ethan di andare sopra e che lo avrei raggiunto dopo essere andato al bagno.

 Prima però dissi a Ethan di andare sopra e che lo avrei raggiunto dopo essere andato al bagno

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Telefonai il capo e gli dissi dei gioielli spariti. Ovviamente mi presi la sgridata e terminai la telefonata.
Fatto ciò andai sopra da Ethan. Aveva ragione, quel posto non era proprio niente male.

HUNTING DOGSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora