Salve a tutti.
Chiedo scusa se nello scorso capitolo non è avvenuto molto e del fatto che non era dei più lunghi.
Mi scuso anche per eventuali errori grammaticali e ortografici, ma come sapete il cellulare non sempre è d'accordo.
Coooooomunque....non siate timidi e lasciate commenti ed eventuali voti (e non abbiate paura anche di scrivermi★)!
Un bacio,
Carelma.**************
Prendo un bicchiere dalla dispensa e lo riempio fino all'orlo. L'acqua fresca scorre nella gola e da un sollievo simile al paradiso.
《Cosa hai fatto fin'ora? 》mi chiede mia "madre" facendomi spaventare. Presa com'ero dal dissetarmi non mi ero neanche accorta che si fosse alzata.
《Sono andata a correre.》 Era da tanto che non correvo così. Ma tanto: ho corso fino a non sentire più polmoni e gambe ed aver il sapore del sangue in bocca, mi sono portata allo sfinimento, fino al chiedermi dove avrei trovato le forze per ritornare a casa dopo.
Il tono freddo che ho usato per rispondere la lascia un attimo di stucco, ma non perde tempo a ricomporsi.
Indossa già un completo e le unghie curate, così come trucco e capelli, lasciano intendere che la vita che fa non abbia un tenore troppo basso.
《Corri ancora...come prima?》 Mi chiede quasi indifferente guardando il tavolo.
Uno sguardo di ghiaccio si posa su di lei dai miei occhi mentre un "No" secco lascia la mia bocca senza che io me ne renda conto.Mi guarda alquanto stupita dalla mia reazione, ma io, indifferente come lei, salgo al piano di sopra per farmi la doccia e quando sono pronta scendo al piano di sotto, trovandolo deserto.
Lascio un biglietto a mia nonna e vado a lavoro.lei gioca la carta dell'indifferenza con i toni, io la gioco con il resto.
Ho finalmente deciso che tattica adottare.
******************《Allora....vorrei il 5 e il 7 con una tazza di caffè e dello sciroppo a parte》ordina il grassone che mi ritrovo di fronte. Noto un'inquietante somiglianza con Porky Pig, quello degli Looney Tunes, ma mi trattengo dal farglielo notare.
Gli sorrido come sempre e torno al bancone per sistemare le tazze e le tazzine nel cestello della lavastoviglie.
La porta si apre e un profumo intenso invade il bancone di fronte a me.
Sorrido senza alzare il viso e saluto Ryan che ricambia sorridendo a sua volta, lo si sente dalla voce, IO lo sento sempre.
Alzo gli occhi e un Ryan con le occhiaie mi sorride, come vedesse la luce del sole dopo giorni di buio.
《Come mai in questo stato?》 Gli chiedo con tono preoccupato, prendendogli il viso tra le dita e avvicinandolo al mio. quando me ne accorgo lo lascio andare e, ancora in imbarazzo, ritorno a lavare le tazze. In tre mesi mai, e ripeto mai, lo avevo visto in questo stato.《Non sto riuscendo a dormire tanto di recente.》risponde cercando di liquidare la faccenda con un gesto della mano. E se avesse anche lui degli incubi? No...quale sano di mente ha incubi come i miei, senza motivo.....
《Speede, i tuoi pancake!》ordino a Gonzalez da dietro la finestrellina ammiccandogli.
《Por ti todo, mi amor》 risponde rispondendomi con un sorriso ammiccante e facendomi ridere, mentre da Ryan si guadagna un'occhiataccia.
《Preparati》 mi rivolgo a lui da dietro il bancone 《 stai per ricevere i pancake più buoni del mondo, e solo io so la ricetta》gongolo ridacchiando e ammiccando a Ryan, a cui riesco a strappare una risata.
Una piccola fossetta gli si forma sulla guancia destra, come ogni volta che sorride, o ride, per davvero.
《Che ti succede?》 Chiede cambiando discorso.
《Nulla》rispondo presa alla sprovvista e cercando di sembrare indifferente. Mi sto innervosendo e so che se ne è accorto, lo vedo da come ha stretto leggermente gli occhi e le mani sul bancone.
《Non dirmi balle Ally. Lo sai benissimo che so che qualcosa non quadra.》 Risponde con tono più forte di prima.
《 Tavolo dos.》annuncia Xavier da dietro la finestra suonando il piccolo campanellino. Stamattina c'è troppa gente e mi muovo a fatica tra i tavoli per raggiungere Porky.
Gli poso il piatto di fronte e auguro una buona colazione, ma il maiale che ho davanti non mi degna di uno sguardo, figuriamoci di un grazie.
《Ringraziare non le farebbe venire certo un infarto.》gli dico stizzita. Porky alza il viso dal suo palmare e mi guarda a metà tra lo stupito e l'indignato.
《Che razza di posto è questo, persino le cameriere che mancano di rispetto ai clienti!》 Dice facendosi rosso in viso l'uomo.
《Le ricordo che il primo a mancare di rispetto è proprio il cliente nel momento che si rivolge così alle cameriere.》rispondo secca avviandomi al bancone. 《Ah》 riprendo un secondo rigirandomi verso di lui《E cameriera non significa serva.》e detto questo ritorno al bancone dove Ryan sta infilzando il pancake con la forchetta, senza mangiare davvero.
Torno senza guardarlo, perché guardare in quei occhi azzurri equivale alla mia rovina. Il tatuaggio esce dalla giacca rivelando due lettere della parola "fearless".
《Cosa ti succede?》 Mi domanda subito appena torno dietro la piccola isola collegata al muro con la finestrella di Xavier.《 non dirmi nulla perché non ti credo, qualcuno a cui non succede nulla non evita gli amici per una settimana. Quindi Alyssa, o mi dici tu cosa succede o giuro che vado da tua nonna e l'altra donna che sta a casa tua, e che presumo sia tua madre, ma non lo so perché non mi vuoi dire più nulla, e chiedo tutto a loro.
E sai che tua nonna con me parla.》 Mi minaccia fissandomi. Sento quasi un attacco di panico assalirmi e mi devo reggere al bancone per tenermi in piedi, ma Ryan rimane immobile. Non alza un dito e continua a fissarmi e a tirare respiri profondi. Sento la testa girare e il suo profumo, che fino a dieci minuti fa adoravo, mi da quasi la nausea.
《Vai via》 lo imploro in un sussurro.
《Cosa?》Chiede con tono ferito.
《Vai via, e lasciami in pace ti prego.》
Le mie parole scivolano fuori dalla bocca così come le lacrime sulle mie guance. Lui continua a guardarmi sconvolto, poi si alza passandosi una mano tra i capelli e camminando verso la porta di uscita.
《Davvero? Vuoi davvero escludermi da tutto questo?》mi chiede ancora prima di uscire. Lo guardo con gli occhi brucianti a causa delle lacrime e poi riabbasso il capo. Sento la porta aprirsi e richiudersi violentemente.
"Cosa ho che non va? Che diamine ho fatto per meritarmi questo?", domando a chiunque ascolti lassù.
Un cliente mi richiama e sono costretta ad uscire da questo turbine di pensieri. Lo sciroppo è finito, mi informa.
Anche il mio cuore e la poca sanità mentale che mi rimanevano, mi informo.
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Just Us
ChickLit-IN REVISIONE- "Cosa si prova ad essere soli?" Mi chiede "Io non sono sola, ho lui." Abbandonata da tutti, dopo aver sofferto per anni, Alyssa finalmente incontra due occhi azzurro ghiaccio in grado di fare breccia nel suo cuore. Dopo aver vissuto...