Capitolo 9

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Boccheggiavo piegato in due per la lunga corsa aggrappato al ramo di un grosso albero.
Appena l'omone ci aveva detto che potevamo andare, eravamo tutti corsi nelle direzioni più disparate per nasconderci alla vista degli altri.
Non sapevamo quando sarebbe suonata la sirena per il via, sapevamo solo che, quando sarebbe successo, sarebbe stato meglio non trovarci di faccia qualche altra squadra, specialmente la numero 4.
Personalmente ero corso dietro Mike, rimanendogli sempre alle calcagna e, per fortuna, eravamo riusciti a non dividerci come gruppo.

- Che cosa facciamo? - chiese Leo, anche lui esausto per la corsa.
Mi appoggiai di schiena a un tronco tentando di riprendere un respiro regolare.
Nonostante la stessimo tutti aspettando, trasalimmo al suono della sirena che realmente rieccheggiò per tutto il campo.
Il sangue mi si gelò nelle vene, in qualche modo sentivo come se quello fosse stato il suono della morte.
Non sarei mai riuscito a sopravvivere due ore in quell'inferno.
Solo quando terminò, ci guardammo tutti attorno in allerta nel caso qualcuno ci avesse pedinato e avesse aspettato il via per attaccarci.
A parte il rumore di qualche foglia che si lasciava trasportare dal vento, sembrava ci fossimo solo noi in quel posto attornati da un silenzio colossale.

"Troppo silenzio" forse.

- Siamo circondati da bombe? - Emily si fece ancora più piccola, mentre il corpo le tremava dalla testa ai piedi.
Poteva star tremando per il freddo o per la paura; oppure tremava per entrambi come me.
- Se intendi mini peluche riempiti di dinamite pronti a esplodere in qualsiasi momento, allora sì - aggiunse Juliet, stringendosi anche lei le spalle.
Per quanto tentasse di riprendere il suo atteggiamento di sempre, aveva ancora il volto pallido.

Le loro parole mi ricordarono di colpo in cosa fossimo tutti coinvolti e mi guardai subito i piedi. Per fortuna non avevo calpestato nessuno di quei orsi bomba.
Avevo corso senza prestarci minimamente attenzione guardando solo Mike e preoccupandomi di non perderlo di vista.
Avevo fatto un qualcosa di così avventato e pericoloso che, appena realizzai che sarei potuto saltare in aria senza nemmeno accorgermene, mi portai una mano alla bocca sentendo l'ossigeno bloccarsi nei polmoni.
- Mi raccomando, se toccate anche solo per sbaglio uno di quei peluche non dovrete lasciarlo per nessuna ragione, ma correre verso la zona quadrata - si assicurò Mike di ripetercelo.
- Questo lo avevamo capito, ma il punto è: chi vuole farlo.
Joe aveva ragione, nessuno aveva particolare voglia di prendere una bomba in mano e giocare col tempo per cercare di raggiungere un qudrato prima che il timer scadesse.
- Non abbiamo scelta - sussurrò Leo.
- Io me ne vado - si voltò Roy.
- Dove? - gli domandò.
- Non ho intenzione di lasciarci le penne senza prima divertirmi un po' - piegò la testa di lato schioccandosela, mentre un sorriso divertito gli dipinse il volto e scomparve nella nebbia.
- Non lo fermiamo? - chiese Emily con voce incrinata.
- Non ci serve - le rispose Mike - prima di tutto dobbiamo verificare dove si trova la zona neutra.
- È LI! - risposero all'unisono Joe e Leo, indicando, però, direzioni opposte.
- Sei ubriaco? È da lì che siamo venuti - insistette Leo.
- Per quanto mi piacerebbe esserlo, sono sobrio, per questo posso dire con certezza che è dove si trovano quelle belle ragazze.
Forse era meglio non aggiungere che ricordavo la zona del quadrato da tutta un'altra parte.
La nebbia mattutina non aiutava, ma almeno cooperava nel nasconderci.
Mike si passò una mano alle tempie, neanche lui sapeva la direzione esatta.
Quello era un bel guaio, di solito prestavo sempre attenzioni ai luoghi e le distanze che percorrevo: il panico mi aveva letteralmente annebbiato la mente.

- Che faccia... - Emily non riuscì a completare la domanda, un'esplosione troppo vicina al nostro gruppo rituonò in un boato tremendo e qualcosa volò nell'aria.
Ci tenemmo tutti le orecchie allo scoppio e un braccio atterrò davanti agli occhi di Juliet.
- Stai calma... - cercò di tranquillizzarla Leo, paralizzato dal terrore come tutti noi.
Juliet era entrata in iperventilazione e aveva gli occhi sbarrati, iniettati di paura.
Io ero indietreggiato andando a sbattere, con un movimento improvviso, con la testa contro il tronco dell'albero.
Emily tremava con le mani alla bocca stringendosi forte a Mike, che le aveva bloccato la vista a quello spettacolo.
Il momento di panico arrivò subito dopo quando Juliet cacciò un urlo improvviso e inciampò all'indietro.
- Juliet! - mi catapultai al suo fianco, mentre l'orrore ci dipinse i volti e ci bloccammo a quella vista.

Juliet era finita con la mano destra sopra un orso di peluche.

Il timer aveva già cominciato a scorrere.
Il tempo rimanente segnava 90 secondi.
Juliet tentò di alzare il braccio, ma immediatamente Joe glielo bloccò a terra.
- Non farlo.

Le lacrime avevano cominciato a scenderle disperate. - Non voglio morire! - strillò.
- Mike... - Emily si era allontanata dalla scena tirandoselo a sé.
Non c'era tempo per pensare.
- Corri verso la zona! - le urlò Leo.
- Non so dove si trova!

80 secondi.

Cody si voltò di scatto e cominciò a correre inoltrandosi nel bosco.
- Ehi, aspetta! - gli urlò da dietro Joe senza riuscire a fermarlo.

75 secondi.

Le gambe cominciarono a tremarmi e repressi l'istinto di scappare come Cody.

Non riuscivo neanche a respirare.

- Juliet, corri! - non sono sicuro su chi gliel'abbia urlato, forse ero stato io.
Mi sentivo troppo confuso in quel momento, ma chi tra tutti aveva il terrore negli occhi era Juliet.
La guardai chiedendomi perché ancora fosse lì seduta a terra.
Aveva il viso pallido e si manteneva lo stomaco.
Ma certo, stava ancora male e solo io ne ero a conoscenza.

Il corpo mi si mosse da solo.

- Tienilo stretto! - urlai, coricandomi d'impulso Juliet su una spalla.
- Kevin... - la sentii stringere la presa, e cominciai a correre disperato nella direzione che mi parve essere quella più giusta.
Mi sentii urlare da dietro parole come: - Di là! - o - Fermo, morirai anche tu!- ma non ascoltai.
Sentivo solo l'adrenalina attraversare ogni cellula del mio corpo annullando perfino lo sforzo di dover sostenere il peso di Juliet su una spalla.
Non pensai a nulla durante il tragitto e forse fu meglio così. C'era solo la paura a manovrarmi, mentre le gambe correvano come se avessero una propria volontà.

- Kevin, 50 secondi! - sentii urlare Juliet.

Per fortuna teneva ancora stretto l'orso, mentre la voce affogava nel suo stesso pianto.
Potevo sentire il cuore di entrambi esploderci nel petto, il paesaggio scorrermi veloce davanti e il vento battermi forte sul viso.
La vista mi si stava annebbiando a causa delle forze che cominciarono a mancarmi, ma la paura continuò a fare il suo corso iniettando altra energia nelle gambe.
Tra alcuni alberi un'immagine si distinse ai miei occhi.
Sfrecciai nel campo sorpassando anche alcuni condannati, senza avere la minima intenzione di rallentare.
L'immagine divenne sempre più nitida: delle linee bianche formavano un quadrato e tre maschere vi erano al suo interno.
Ma era ancora troppo lontano.

- 30 secondi!

Il cuore mi salì in gola e strinsi di più Juliet tra le braccia, mentre la sentii tirarmi l'orlo della felpa.
Gli alberi terminarono di colpo: adesso mancava davvero troppo poco perché finisse lì.

"Ti prego, non esplodere"

Era rimasto solo lo sprint finale da percorrere, avevo focalizzato tutta la mia attenzione sulla maschera che ci stava fissando da lontano con in mano il telecomando, con un dito pronto a premere quel maledetto pulsante e fermare il tutto.
Dovevamo solo raggiungerlo.

- 10 secondi!

Forse fu quello il motivo per cui abbassai un attimo la guardia e non prestai attenzione a dove correvo.

Inciampai proprio all'ultimo.

Non riuscii ad evitare la caduta di entrambi, che rotolammo per diversi metri sulla terra dura.
L'impatto con il terreno fu pesante.
Le mie braccia non sentirono più il peso di Juliet che fino a un momento prima stavano sorreggerendo e, per un attimo, il mondo si oscurò.

Death Games: Che i giochi abbiano inizio! #Wattys2017 [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora