Capitolo 10

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- Kevin... Kevin!
Un'ombra si muoveva distorta su di me scuotendomi forte.
Difficile mettere a fuoco l'immagine con la testa che pulsava, pronta a esplodere.
- Josh? - bisbigliai, magari era venuto a prendermi.
- Kevin... - il timbro di voce, però, era diverso.
- Alzati, dobbiamo andarcene da qui!
- Juliet? - e una valanga di ricordi mi travolsero di colpo facendomi sedere di scatto.
Cominciai a toccarmi ogni parte del corpo preoccupato che qualcosa fosse saltata in aria; ma, per fortuna, ogni arto sembrava stare al suo legittimo posto.
- Tutto bene? - mi voltai verso Juliet: non stava più stringendo l'orso di pezza.
- Sono atterrata a pochi centimetri dal quadrato - si spiegò - mi è bastato allungare un braccio.
Aveva il viso sporco di terra e un taglio lungo la spalla.
Se fossi stato più attento non avremmo rischiato così tanto.
- Juliet, mi disp...
- Dobbiamo andare! - mi tirò su un braccio costringendomi ad alzarmi.
Mi guardai intorno e i miei occhi incontrarono quelli della ragazza con la maschera sorridente al centro della zona. Degli orsetti sparsi per terra già la circondavano e in mano aveva il telecomando con cui aveva sicuramente disattivato la bomba in quei secondi di stordimento post-caduta.
Potevo vederle solo gli occhi: due fessure di ghiaccio, gelide, dure, nascoste da quella maschera indecifrabile.
Juliet continuava a guardare in allerta ciò che ci circondava.
- Ha detto che non possiamo rimanere qui - lanciò un veloce sguardo alla maschera per poi ritornare a guardarsi attorno.
- Kevin... potrebbe arrivare qualche altro condannato con quelle cose - e la vidi stringere un pugno con quella stessa mano con cui avevamo tanto rischiato entrambi correndo fin qui.
Mi voltai anche io.
Ancora non si vedeva anima viva, ma ne ero sicuro: nascosti tra gli alberi c'erano centinaia di pericolosi condannati attornati da un campo minato.
E se ci avessero trovati, così com'eravamo, saremmo sembrate due pecorelle smarrite.
Un'esplosione in lontananza a destra del campo attirò la nostra attenzione.
Il cuore cominciò a martellarmi in petto dalla paura.
L'incubo non era ancora finito.
Eravamo solo all'inizio.

"Qualcuno è morto"

Sicuramente.

Io e Juliet ci guardammo per qualche secondo per dirlo in sincronia.
- A sinistra!

Cominciammo a correre silenziosi, questa volta, facendo ben attenzione a dove mettessimo i piedi.
La tenni per mano per tutto il tragitto. Fu un gesto automatico, era l'unica persona a me più vicina in quel luogo che puzzava di morte e la vedevo tremare quanto me dalla paura.
La ragazza spavalda, così sicura di sé del giorno prima, non sapevo che fine avesse fatto.
- Dobbiamo raggiungere gli altri - le sussurai.
- Ma non sappiamo se stiano ancora lì- usò il mio stesso tono di voce.
- È questa la strada, se si sono spostati li troveremo - e la strinsi di più.
In realtà non avevo certezze che li avremmo ancora trovati lì.
Per quanto ne potevamo sapere, potevano essere già morti, esplosi per colpa di una mina sotto terra, oppure, uccisi da un condannato pazzo.
Anche se, molto probabilmente, saremmo noi morti prima di raggiungere il punto dove eravamo.
Juliet si bloccò di colpo, la voce le iniziò a tremare in un bisbiglìo inudibile.
- Kevin...

Entrambi trattenemmo il fiato.
Un silenzio di tomba calò su di noi interrotto solamente da alcuni passi leggeri su terra umida e rami secchi.
Mi bastò vederlo con la visuale periferica perché agissi di riflesso tirando Juliet per un braccio nascondendoci dietro un grosso albero.
Mi misi una mano davanti la bocca perché riducessi a zero il rumore del mio respiro e anche Juliet fece lo stesso.
Il battito frenetico dei nostri cuori era ciò che più mi preoccupava: potevo sentire le pulsazioni rimbombarmi nelle orecchie.

Poi, delle foglie si mossero e la risatina di Travis Hill ci paralizzò sul colpo.
Un leggero vento ci accarezzò la pelle fredda, il mondo sembrò andare al ralenti.
- Che hai, Travis? - domandò un membro del suo gruppo.
- Mi è sembrato di vedere qualcuno - era una vocina divertita la sua. Per lui, quel posto doveva essere un parco divertimenti.
- Vuoi che vada a controllare? - questo era Peter, ne ero sicuro.
Riuscivo ancora a collegare perfettamente il suo sguardo folle a quella voce da bambino.
Alcuni secondi di silenzio ci fecero gelare il sangue.
Sentii Juliet stringermi forte il polso, mentre io sarei svenuto da tanto che tenevo la mano a bloccarmi naso e bocca.
Mi concentrai sull'udito per cercare di sentire se si stessero avvicinando.
In qualunque caso, non avrei avuto la forza di spostarmi di un solo centimetro.
- Ho poco tempo con questo adorabile orsetto, verremo dopo a controllare - sentii dei passi allontanarsi per poi arrestarsi di nuovo. - Spero di trovarti ancora qui... Kevin.
- Eh, cosa? - Peter era euforico. - C'è il Principe dei punti? E non lo fermi?
I passi ripresero ad allontanarsi. - Non è il momento, non mi sono ancora divertito abbastanza.

Death Games: Che i giochi abbiano inizio! #Wattys2017 [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora