Capitolo 7

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/4 giorni dopo /

"Ragazzi, sbrigatevi ! " dice mia madre.

Salutiamo per l'ultima volta la nostra casa, per poi salire sul taxi, insieme alle valigie. Arriviamo all'aeroporto, passiamo il check-in e ci sediamo sulle poltrone d'aspetto. Sul tabellone i voli si succedono lentamente.

Dopo quella che mi sembra un'infinità di tempo, finalmente, una donna, all'altoparlante, annuncia il nostro volo. Mi tranquillizzo, quando mi siedo sulle poltrone dell'aereo.

"Allacciate le cinture di sicurezza, in questo modo" parte la spiegazione da parte di un hostess. Faccio come mi dice. Poi l'aereo decolla. Il viaggio lo passo a dormire.





***





Usciamo dall'aeroporto, carichiamo le valigie su due taxi e ci dividiamo. Io vado con mamma e Hazel, mentre Hayes e papà salgono sull'altro veicolo.

Arriviamo davanti ad una casa enorme. È gialla, tre piani, un magnifico giardino, due poggioli, e...

Una piscina ?! Ma dove sono in paradiso ?!

Entriamo in casa, ed è gigante. Hayes e Hazel corrono al piano di sopra, per scegliere le loro stanze. Li seguo a ruota, ed entro nella prima che trovo. È grande, il letto matrimoniale, un armadio con ante scorrevoli, la scrivania, delle mensole attaccate alla parete, una libreria e un mobile moderno, nero.

Poso a terra il mio zaino, e corro alla finestra. C'è il poggiolo, quindi esco, la mia visuale si estende fino ad un parco enorme. Posso vedere la piscina in giardino. Sotto al poggiolo c'è un rampicante, che sale lungo tutta la facciata. Scendo, e aiuto i miei fratelli e i miei genitori con i bagagli. Porto i miei scatoloni in camera mia, insieme alle valigie e allo stereo. Comincio col mettere le lenzuola al letto, poi metto i vestiti nell'armadio e nel comò. Trascino lo stereo sul mobile nero e ci tolgo la carta da imballaggio che lo avvolge. Metto i CD sulla mensola, sopra il mobile e li ordino per genere. Attacco tutti i miei poster e le mie foto alla parete.

Ma osservando le foto sento solo una sensazione di tristezza che mi avvolge. Non ho foto con i miei amici. L'unica che ho, raffigura me e Tom. La prendo, e comincio a ridurla a brandelli. Il mio telefono si mette a squillare. Come a farlo a posta, Tom mi sta chiamando. Per due giorni, non ha fatto altro che cercare di spiegarmi , di scusarsi e di tornare insieme. Ma io mi sono impegnata al massimo, difatti nessuno studente della mia ex scuola, sa del mio trasferimento. Solo i docenti.

Ignoro la chiamata, come ho fatto con lui durante i giorni di pre-partenza. Mi volto per prendere i miei DVD, per metterli nella libreria, ma il cellulare riprende a squillare. È di nuovo Tom, e so che se non gli rispondo, non si arrenderà facilmente. Afferro il cellulare, e cliccando sullo schermo, lo porto all'orecchio.

"Cassandra ?" Sussurra.

"Che vuoi ?!" Ringhio.

"Sei tu ? Sei proprio tu ?!" Chiede ancora incredulo.

"Dimmi che cazzo vuoi e poi lasciami in pace"

"dove sei, piccola ?" Chiede

"Non chiamarmi così, e non fingere che non sia successo niente !!"

"Cassie, per favore, ascoltami , io..."

"Non chiamarmi mai più, hai capito ?! Mai più !! "

"Ma..."

"Cancella il mio numero, o mi arrangerò cambiando il numero !!" Urlo.

"Cassie, mi dispiace !" Urla lui, in preda alla disperazione. Mi sento vuota. Un vuoto incolmabile.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 11, 2016 ⏰

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