capitolo 8

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"Sei sporca di... Come si chiama? Mudella? Lì... No, un po' a destra... L'altra destra. Un po' in su... Lascia fare a me"
James si avvicinò e strofinò il dito vicino al labbro della ragazza.
"Ecco, meglio"
"Non farlo mai più senza il mio consenso o giuro su Salazar che ti tolgo il cervello dal naso con due bacchette da sushi"
"Ti piace il sushi? Questa sera ti porto in un ristorante di sushi... Una susheria"
La ragazza si sbatté il palmo aperto sulla fronte.
"Primo, non credo che quella sia la parola giusta, secondo, lo spieghi tu alla McGrannit? Io no di certo"
"Ovviamente. Che cavaliere sarei altrimenti?"
Lei sospirò teatralmente.
"Non abbiamo ancora scoperto niente oltre a quel libro che potrebbe aver raccontato una bugia, credevo che avresti aiutato di più"
Il ragazzo si strinse nelle spalle.
"Sei e trenta davanti all'ufficio della preside senza divisa"
Lei sollevò gli occhi con un sorriso divertito.
"E se non mi presentassi?"
"Ti verrò a prendere con la forza. A dopo"
E detto questo il ragazzo lasciò la biblioteca sorridendo.
Lorelai, invece, rimase in quella stanza un po' polverosa fino alle 17:00, l'oro di chiusura. Aspettò seduta al tavolino l'arrivo della bibliotecaria intenta nel suo giro di controllo giornaliero. Appena quest'ultima vide la giovane biondina si avvicinò sussurrandole che doveva andarsene dalla biblioteca perché avrebbe dovuto chiudere.
"Lo so, sono ancora qui per un motivo: mi servirebbe un libro delskwsejzkoepgsoibta"
"Come? Non capisco se parli così"
"Mi servirebbe un libro dellasezioneproibita"
"Ah... E la ragione per cui ti serve?"
"Lily"
"Dimmi il titolo... Anzi, se vuoi hai il mio permesso per andarci domani con Potter, quello grande e bello"
Lei arrossí un po'.
"Grazie madama..."
E dopo un sorriso decise di dirigersi nella sua camera per prepararsi per la serata.
Dopo una doccia calda indossò gli abiti che aveva prescelto: maglietta nera smanicata con il collo alto e jeans azzurri con catenelle sulle ginocchia strappate accompagnati da un paio di scarpe vans nere e da una felpa corta col cappuccio bianca con disegni di catene e lucchetti neri.
Arrivò in orario davanti al posto prestabilito e vide subito il biglietto di James con una rosa nera.

La parola d'ordine è:
Verde e Rosso a braccetto.

Senza dimenticare di alzare gli occhi al soffitto e sorridere la ragazza disse la parola d'ordine e sparì sulla scala a chiocciola.

Lily stava studiando incantesimi, non riusciva ad evocare l'acqua, per il fuoco e per gli altri elementi non aveva problemi, ma con l'acqua ci litigava da più di tre ore. Ripeteva il movimento della bacchetta, la formula, univa il tutto e... Niente.
Qualcuno bussò alla porta distogliendo la rossa dai suoi insuccessi.
"Chiunque tu sia se non mi aiuti con questo incantesimo non puoi entrare"
"D'accordo, ti aiuto"
Una chioma rossa e ribelle entrò con un sorriso sadico.
"Vai via, non ti voglio"
Una fiammella bluastra apparve sulla bacchetta di Lily.
L'altra rimase impassibile.
"Volevo solo aiutare"
"Non sei la benvenuta"
"Non importa, per me importa solo una cosa: Scorpius..."

Scorpius.
Scorpius.
Scorpius.

"... Capisci?"
"No. Fuori!"
"Non eri tu quella buona? Da piccole chi mi copriva sempre?"
"Quella buona è morta"
"E il cadavere?"

Una seconda serie di colpi sorprese le due.
"Puoi entrare solo se riesci ad aiutarmi con l'incantesimo per l'acqua"
La porta venne di nuovo aperta per mostrare una chioma biondo platino.
"Mi ha chiamato, signorina?"
"No caro. Ho pronunciato il tuo nome per spiegare quanto importante fossi per me"
"Ah, okay"
E il ragazzo aprì la porta per andarsene.

Scorpius.
Scorpius.
Scorpius.

"Aspetta"

Aspetta.
Aspetta.
Aspetta.

Lui spostò lo sguardo dal pomello agli occhi di Lily.
Il fuoco non ancora spento della bacchetta della serpeverde s'ingrandì invadendo la stanza e circondando i due serpeverde.
Subito la bacchetta del biondo sprigionò un getto d'acqua pari al fuoco.
I due elementi sembravano danzare, avevano forma di ragazzi, di animali, di creature magiche che si rincorrevano allegramente.
E i due serpeverde ridevano di gusto davanti a quello spettacolo guardandosi nei rispettivi occhi marroni e grigi.
Poi, un grido riscosse i due.

Rose era fradicia e l'orlo della sua divisa era un po' bruciacchiato. Mentre il fuoco e l'acqua scomparirono lasciando la camera impeccabile, i due serpeverde fissarono Rose e poi si ritrovarono a terra a rotolarsi dal ridere per l'espressione esageratamente arrabbiata della grifondoro.
"Cugia, hai i capelli che fumano"
E ridendo i due non si accorsero di essere finiti una accanto all'altro con le mani che si sfioravano. Guardandosi negli occhi i due presero l'uno la mano dell'altra e dopo essersi alzato, lui aiutò lei a sollevarsi da terra. Si trovarono vicinissimi, faccia a faccia, occhi negli occhi, mano nella mano.
Poi con un sibilo Rose creò un temporale nel dormitorio serpeverde femminile che infradició la coppia. La grifona stava per uscire, si voltò un'ultima volta per incantare di nuovo Scorpius, per sottragli la volontà, ma vide la piccola cugina bagnata con gli abiti addossati al corpo scivolare sull'acqua da lei creata, vide Scorpius che scattò per prenderla e scivolò pure lui, vide i due cadere, l'uno addossato all'altra, vide i due ridere, vide i loro sguardi cercarsi; poi chiuse gli occhi, non voleva saperne di più. Sussurrò in fretta l'incantesimo e quando riaprì gli occhi vide uno Scorpius apatico che si stava rialzando ed una Lily con gli occhi socchiusi che sorrideva come una volta. Un sorriso dolce, spontaneo e contagioso.
"Amore, dobbiamo andarcene"
"Ovviamente bocciolo di rosa"
Ed i due lasciarono la stanza bagnata dalla pioggia sbattendo la porta ed ignorando la risata cristallina della ragazza al suo interno.
"Bocciolo di rosa... Questa era proprio bella, Scorpius..." e la piccola continuò a ridere senza fermarsi, senza bloccare la pioggia gelata e senza alzarsi dal pavimento freddo.
Così la trovò Lorelai quando tornò in stanza alla ricerca della borsa che aveva dimenticato.
L'appuntamento tra la biondina e il fratello di Lily saltò perché quest'ultima finì per l'ennesima volta in infermeria, malata questa volta, più che altro, d'amore corrisposto ma per qualche ragione proibito. La peggiore malattia che potrebbe mai infettare un essere vivente.

La Burattinaia _ ScorilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora