Capitolo 1: Ritorno alle origini

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Era effettivamente il giorno più felice della mia vita.
Avevo lasciato Londra quando avevo 2 anni e mezzo e non ricordavo  più niente della mia vita in Inghilterra. Eravamo venuti in Italia per il lavoro di mio padre e in quel momento potevo finalmente tornare nel mio mondo: sapevo solo questo.

Iniziai lentamente a piangere per la gioia, coprendomi il viso con le mani calde. Mia madre, Marise, mi venne ad abbracciare congratulandosi con me; fecero la stessa cosa mio padre Arthur e mio fratello Daniel.
Mi asciugai col dorso della mano le lacrime e risposi velocemente alla
e-mail. Mi era costata molto lavoro quell'ammissione e con un po' di protagonismo, ammisi a me stessa di essermi meritata tutto ciò. Avrei iniziato i corsi a settembre per letteratura. Però sarei arrivata a Oxford con due settimane di anticipo per ambientarmi nel posto: sarei stata negli alloggi dell'universitá e avrei condiviso un appartamento con altre tre persone.
L'estate fortunatamente passò in fretta, l'inglese lo conoscevo alla perfezione e nello studio mi impegnavo molto.

Il 31 agosto preparai accuratamente le due valigie, inserendo all'interno tutto il necessario: decisi di portare con me anche qualche libro, per non annoiarmi nei miei soliti momenti di solitudine.

Il 1 settembre alle 6:30 del mattino ero in aereoporto a Roma, completamente impaziente di arrivare e Londra e poi a Oxford. Il volo fu rilassante e non ebbi problemi: tutti quelli nell'aereo indossavano cuffiette e ascoltavano musica di tutti i generi.  Mi sentivo strana e esclusa dal mondo. Di tanto in tanto guardavo fuori dal piccolo finestrino, per ammirare la vista della Terra dall'alto. Avevo sempre adorato andare in aereo, mi faceva sentire lontana da tutto e da tutti. Mi mordicchiavo ogni tanto le unghie per l'ansia e l'agitazione.
In effetti avevo anche paura, moltissima paura. Avrei conosciuto tante persone nuove: avevo lasciato tutti i miei amici a Roma e lì non avevo nessuno.
Atterrai verso le 8:00 del mattino all'aereoporto più grande di Londra e poi presi un taxi per portarmi a Oxford.
Ero estremamente felice, io Crystal Campbell, ero tornata nel mio paese.
Durante il viaggio in taxi, ammirai finalmente la bellezza del mio luogo di nascita: ogni cosa mi rappresentava in pieno.
Mi passai una mano tra i capelli e per occupare il tempo cercai di sciogliermi qualche nodo. Avevo dei capelli molto strani: a volte erano estremamente ricci, mentre altre sembravano degli spaghetti.
Mi piaceva abbastanza il mio corpo, ma non sembravo mai abbastanza sicura di me. Speravo che quell'esperienza mi avrebbe portato a un miglioramento interiore.

CRYSTAL- The music of the AngelsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora