Capitolo 8: Demoni e nebbia

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Ero intrappolata: cercavo di ribellarmi ma le sue mani mi tenevano schiacciata sul muro. Mi sentivo usata: non mi era mai capitato.
Con le sue labbra scese sul mio collo, che iniziò a torturare.
Era troppo.
Gli diedi uno schiaffo in pieno volto e lui istintivamente si scostò.
-Cosa c'è che non va?- mi disse con gli occhi che brillavano.
Tutto quello che stava succedendo non andava bene, per me era semplicemente un amico e forse era fin troppo ubriaco.
-Thomas, smettila. Non stai bene vai in camera tua e riposati-
Lo presi per il polso e lo portai in camera sua: lo lasciai sul letto e uscendo chiusi la porta a chiave.
Ero sconcertata, confusa e offesa, ma quello non era il momento di fare lunghe riflessioni perché sarei dovuta andare subito a dormire.
E così feci, subito dopo aver preparato un paio di libri e un quaderno per le lezioni del giorno dopo.

La mattina dopo mi svegliai con un gran mal di testa: mi resi conto che Olivia dormiva, così la svegliai.
Mi cambiai e andai in cucina a fare colazione: lì trovai Julian e Thomas.
Alla vista di Thomas mi si geló il sangue nelle vene, ma lui mi guardò con indifferenza. Probabilmente non ricordava niente di quella notte e sperai che fosse così.
Dopo circa 15 minuti uscii dall'appartamento: quando mi chiusi la porta alle spalle trovai Thomas dietro di me. Quel ragazzo sapeva spaventarmi.
-Cosa c'è?- dissi più duramente possibile.
-Volevo scusarmi con te, ricordo tutto di ieri sera e mi vergogno moltissimo di ciò che ho fatto. Avrei voluto parlarti dei miei sentimenti in modo meno aggressivo e brusco. Perché si, Crystal, provo qualcosa per te. Non so ancora cosa sia, ma c'è qualcosa di te che mi intriga. Detto questo, spero di poter tornare tuo amico- mi disse timidamente. Non mi sarei mai aspettata che qualcuno provasse qualcosa per me: mi faceva piacere saperlo, ma io non provavo un minimo sentimento per lui. E mi dispiaceva. Era un ragazzo bellissimo, ma io non potevo giudicare qualcuno dall'aspetto. E nonostante tutto ritenevo i suoi sentimenti troppo precoci e le sue considerazioni estremamente affrettate.
-Va bene, di nuovo amici- mi limitai a dire. Dopo di che corsi via, dirigendomi verso la struttura universitaria.

Le lezioni andarono molto bene: ero entusiasta di essere a Oxford.
Quando il pomeriggio tornai nell'appartamento trovai un messaggio sul mio telefono da parte di Will:
"Ti va di vederci? Solito posto"
Appena lessi il messaggio mi ritrovai a sorridere come una stupida e non ne sapevo nemmeno il perché.

Da quel giorno uscire con lui era diventato abituale: iniziammo ad informarci sulla sparizione del suo violino ed ero sicura che lo avremmo ritrovato al più presto.
Un giorno, mentre camminavamo lungo il Tamigi, mi fermò e mi disse:
-Crystal, credo che sia arrivato il momento che tu sappia una cosa. Ti va di seguirmi?-.
Un poco confusa acconsentii e mi portò in un vecchio teatro che un tempo aveva preso fuoco. Esternamente era vecchio, logoro e bruciato.
-Sei pronta?- mi disse come se stesse per farmi vedere una cosa spaventosa e allo stesso tempo magnifica.
Aprì il portone ormai consumato dal tempo e mi fece entrare. Una volta chiusa l'entrata alle sue spalle mi guardai intorno: era bellissimo. Sembrava che il tempo si fosse fermato e che tutto lì fosse estremamente perfetto. C'erano decorazioni in stile Neoclassico e il bianco predominava il tutto. C'era un lungo tappeto rosso che proseguiva per un corridoio molto lungo. Tutto aveva un'aria "magica".
Ma io non riuscivo ancora a capire cosa ci fosse di così importante in un teatro che era stato ristrutturato.
-Crystal, vieni sediamoci- disse indicando due poltroncine.
-Cosa succede Will?- dissi preoccupata.
-Fammi parlare, perché qualsiasi cosa ti dirò so che ti sembrerà un'assurdità. Non ci siamo conosciuti per caso, io ti cercavo e ti ho sempre cercato. La mia musica ti ha cercato per me. Io..sono un Guardiano della Musica. Si, non hai la minima idea di che cosa sia tutto ciò. Circa 500 anni fa quattro angeli (si esistono) scesero sulla Terra per affidare a quattro musicisti dei poteri, nominandoli "Guardiani della Musica". Suonando i loro strumenti avrebbero prodotto una certa "magia" in grado di scacciare i denomi e sterminarli. Questo potere si attiva suonando solo il proprio strumento, quello che viene scelto. Rimangono sempre quattro i guardiani e io sono uno di loro: un guardiano può trasmettere a un solo figlio i suoi poteri, perdendoli una volta nato il prescelto.
Da ormai 16 anni abbiamo perso il quarto guardiano, o meglio dire guardiana. E Crystal, quella guardiana sei tu. È da tutta la vita che ti cerco-.
Non capivo più niente. Volevo scoppiare a piangere. Disperarmi. Nel mio cervello non c'era altro che nebbia. Fitta e gelida nebbia.
Probabilmente era solo un sogno.
O forse no? Come potevo credere a certe cose? Come potevo stare al suo gioco, ma sentirmi allo stesso tempo usata?

CRYSTAL- The music of the AngelsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora