Avevo dormito poco.
Avevo gli occhi cerchiati di rosso e delle occhiaie enormi. Pensavo costantemente a cosa potrebbe essere successo al violino di William: la mia mente lavorava in modo frenetico e avevo un forte mal di testa.
Iniziai a formulare molte ipotesi e quella che divenne più ovvia fu quella che il suo strumento fosse stato rivenduto in qualche negozietto della metropoli. Mi sarei inizialmente dovuta informare su quanti negozi simili a "banchi dei pegni" esistevano nella città. Mi ricordai di averne visto uno durante la mia passeggiata: era in una piccola stradina e rivendeva strumenti di valore a basso prezzo.
Avrei dovuto soprattutto avvisare lui. Nel bel mezzo di questi pensieri crollai distrutta tra le braccia di Morfeo.
La mattina seguente mi svegliai tardi, dopo la giornata precedente avevo bisogno di riposo. Mi alzai dal letto e mi diressi in bagno, nel quale, cercai distrattamente di raccogliere i miei capelli in uno chignon.
Feci colazione con Olivia, la quale, probabilmente ubriaca, balbettava di essere innamorata follemente di Julian. Cercai disperatamente di faroa calmare, ma sembrava completamente persa: mi allarmai quando si precipitò in bagno e iniziò a vomitare.
Avevo notato da subito che in lei c'era qualcosa che non andava; dopo poco la feci calmare e si addormentò dopo pochi minuti sul divano.Dopo essermi assicurata che non avesse niente di grave, accesi il telefono e trovai un nuovo messaggio da William che diceva:
"Per portare a termine la nostra missione, vorrei conoscerti meglio. Non mi posso fidare degli sconosciuti, signorina Campbell"
Le mie labbra formarono un grande sorriso: con un semplice messaggio la mia giornata era migliorata.
Così decisi di rispondergli dicendo:
"Signor Gray, ti propongo di incontrarci a Regent's Park per conoscerci meglio"
Dopo aver ricevuto una risposta positiva e aver fissato l'appuntamento per le 12:00 andai a cambiarmi. Decisi di indossare dei semplici jeans aderenti e un maglioncino rosa chiaro. Cercai di fare due linee di eyeliner meglio che potevo e lascai i capelli sciolti, dopo aver fatto una doccia.
In casa c'era solo Olivia che si era ripresa e non ricordava molto di ciò che era successo. Una volta tornata avrei cercato sicuramente di capire cosa le stava succedendo.Uscii dal dormitorio e presi un autobus per arrivare nel luogo prestabilito.
Era caratterizzato da palazzi per lo più provenienti dallo stile Neoclassico e nella sua raffinata semplicità era molto bello. Dopo pochi minuti vidi William intento a guardare un tatuaggio che aveva sulla mano. Lo raggiunsi e lo salutai in modo abbastanza impacciato, mentre le mie guance si coloravano di rosso.
-Ciao Crystal- mi disse guardando sempre il tatuaggio sulla sua mano che rappresentava una data.
-Ciao William- dissi io osservando l'espressione che aveva in volto.
Era piuttosto rilassato e molto meno malinconico del giorno prima. Mi accorsi in quel momento che era più alto di me di circa 7 cm e che la sua corporatura era abbastanza esile, ma con in rilievo le sagome dei muscoli che si intravedevano dai vestiti.
-Chiamami Will. Che cosa possiamo fare di preciso? Io avevo pensato di fare una passeggiata o andare in qualche bar- mi disse con un tono gentile e con un grandissimo sorriso.
-In realtà, pensavo che avremmo iniziato a cercare il tuo violino. In effetti avevo trovato vari luoghi dov...- non riuscì a finire la frase perché mi fece segno di non parlare.-Signorina Campbell, il mio violino stará sicuramente bene perché non avrebbero mai potuto distruggere uno Stradivari. Nonostante io tenga molto al mio strumento, avevamo detto che ci saremmo conosciuti meglio- disse lui con un'aria stranamente annoiata.
-Va bene signor Gray, conosciamoci meglio- dissi io con un leggero tono di sfida.
Ci incamminammo lungo la strada e per circa un minuto nessuno dei due parlò.
Così decisi di fare il "primo passo" e iniziare a parlare:
- Will, raccontami qualcosa di te-
-Non ho molto da raccontare. Sono nato e cresciuto qui a Londra, i miei genitori sono morti quando avevo 7 anni in un incidente stradale e l'unica cosa che mi rimane della mia famiglia è lo Stradivari di mio nonno. Adesso raccontami tu qualcosa di te, Crystal-
disse lui.
-Fino all'età di due anni vivevo qui a Londra, ma per via del lavoro di mio padre, con la mia famiglia mi sono trasferita a Roma. Adesso sono di nuovo qui per studiare ad Oxford e fino a due giorni fa detestavo la musica- dissi io, finalmente dicendo a qualcuno la verità.
Sul suo volto si formò un espressione stupita e incredula.Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se con pochi colpi di scena. La storia si svilupperà sempre di più col passare del tempo.
A presto💗
Clarissa
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CRYSTAL- The music of the Angels
Fantasy"Come si può amare qualcosa che non si ha mai visto? Come si riesce a lasciarsi ingannare lentamente dalle accattivanti proposte del demonio?" Crystal Campbell, una ragazza inglese di 19 anni che riesce a dare una svolta alla sua vita tornando in I...