Ore: 6:14La sveglia impostata sul cellulare di Elyenne suonò all'improvviso, strappando la giovane adolescente dal suo pacato sonno.
Senza troppi preamboli, Elyenne afferrò il telefono dal comodino e lo lanciò contro il muro.
La sveglia non suonava più, la ragazza tirò un sospiro di sollievo e richiuse gli occhi, raggomitolandosi nuovamente fra le calde coperte.
Quello era il paradiso e per la prima volta dopo settimane, si sentiva veramente riposata.
Le cose comunque continuavano a non andarle affatto bene, semmai peggiorarono terribilmente.
Aveva la nausea e il suo stomaco brontolava come un forsennato. Il dolore alle gambe era davvero insopportabile, specialmente fra le cosce. Diede la colpa a quest'ultime, dicendo che il dolore che provava era causato dal loro continuo sfregamento.
La rabbia ormai si era scemata ed era stata sostituita dalla delusione.
Era delusa da quello che era, da quanto brutta e grassa fosse.
Era delusa dal non saper gestire il tempo, suo acerrimo rivale.
Era delusa dalla sua famiglia, da quanto disfunzionale era sempre stata.
Era delusa dall'amore che le mancava e che sapeva non avrebbe mai ricevuto.
Era delusa da se stessa, perché non era forte, non lo era mai stata, ma quante persone lo sapevano in fondo?
Affranta da quella monotonia, scese dal letto ed ignorò il dolore che ora gli attanagliava anche le caviglie e si diresse verso il bagno, strusciando i piedi sul pavimento gelato; gli occhi aperti a malapena.
Una volta entrata in bagno, si lasciò crollare a terra, si sentiva male, malissimo.
Non capiva neanche lei come aveva fatto ad arrivare a quel punto. Avrebbe preferito porre fine a quello strazio al più presto, anche a costo di stringere un patto con il diavolo.
Ma da poco credente quale era, sapeva che non vi sarebbe corso in aiuto nessuno, né dal più alto dei cieli e nemmeno dalle profondità focose dell'inferno.
Piccoli esseri umani destinati a morire e piazzati così sulla terra per fare il loro breve ed inutile corso.
Si alzò e quando gettò uno sguardo allo specchio, dovette far ricorso a tutte le sue forze per non piangere.
Profonde occhiaie contornavano i suoi occhi grigi e stanchi.
Piccole venature bluastre comparivano sopra le palpebre e storse la bocca in un'espressione di assoluto disgusto.
Voleva scomparire, in quel preciso istante. Senza pensarci troppo sopra, scomparire e venire risucchiata dall'oblio.Ore: 7:47
Vestita con abiti trovati a caso e munita del suo fedele giacchetto nero, era pronta per andare a scuola. I lunghi capelli castani le scendevano morbidi fino ai fianchi, ma sapeva che presto o tardi, anche questi avrebbero perso il loro splendore, quindi già aveva rinunciato a curarli. Semplicemente non le importava più di nulla.
Era morta, Elyenne.
Era morta nello stesso istante in cui è nata.
Già da piccola veniva poco considerata, sopratutto quando i suoi genitori, troppo giovani per essere definiti tali, si ubriacavano e la dimenticavano nel suo lettino.
Elyenne aveva già imparato che piangere non sarebbe servito a nulla.
Infilò nelle orecchie un paio di cuffiette trovate a caso sulla scrivania e subito venne catapultata in un altro mondo, un mondo migliore; un mondo non volgare. Un mondo buono.Ore: 8:02
Camminava a passo lento e a capo chino.
Una sigaretta fra le sue dita e la mente vuota o forse troppo piena di pensieri, ma questo lei non riusciva a dirlo con certezza assoluta.
Semplicemente si era esternata da tutto, era solo un corpo che vagava di qua e di là: la sua anima era altrove.
Intravide l'istituto in lontananza e prendendo un lungo tiro dalla sigaretta si chiese che cosa ci facesse lì.
Buttò fuori il fumo in un sospiro e gettò a terra il mozzicone, calpestandolo poi con i suoi anfibi scorticati.
La scuola era vicina e già intravedeva quelli che ormai erano i suoi tormenti peggiori: i quarterback.
Erano ragazzi belli, doveva ammetterlo. Sempre tirati a lucido, i capelli ordinati, i denti perfetti e bianchi e per non parlare dei loro occhi lucenti e vivi. La cattiveria era inclusa nel pacchetto.
Akishe non le aveva parlato ancora e sola, si strinse nel suo giacchetto.
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I FOUND MYSELF
FantasyElyenne è una diciassettenne dai pensieri cupi e complicati. L'odio che serba nei confronti della sua famiglia è reciproco, e si ritrova senza amici con cui sfogarsi. Ben presto però scopre di non essere poi così sola come pensava, perché accanto a...