•B&D•

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-Piacere sono Dave Franco.- disse sorridendomi, ricambiai imbarazzata. Staccò la mano dalla mia e raccolse la valigetta, poi mi fece segno di seguirlo fino ad una porta in mogano, la spalancò e rivelò ai miei occhi un grandissimo ufficio con tanto di macchinetta del caffè.

-Accomodati pure, vuoi un caffè?- domandò dirigendosi verso essa, scossi la testa e mi sedetti su una posta davanti alla scrivania. Ritornò dopo poco, cogliendomi nel osservare, incantata, l'ufficio. Era veramente bello.

-Ti piace? Mi è venuto a costare parecchio, ma ne è valsa la pena.- disse sedendosi sulla poltrona davanti a me. Sorrisi imbarazzata, non sapendo cosa dire. Bevve un sorse dalla tazzina fumante di caffè e poi prese a parlare.
Ero parecchio nervosa, visto che non spiccicavo parola.

-Allora... Abigail Werley... Quanti anni hai? Hai mai lavorato come commessa? Hai mai avuto un lavoro? Sei un tipo socievole e amichevole? Cosa ti ha spinto a venire qui?- cominciò l'interrogatorio mentre sfogliava alcuni fogli. Cercai di ricordare tutte le domande che mia aveva posto precedentemente.

-Ho ventun anni, non ho mai fatto la commessa, ho lavorato come segretaria un annetto fa, mi definisco una persona simpatica, socievole e amichevole e sono venuta qui perché ho bisogno di soldi e mi sembrava un ottimo lavoro.- dissi il tutto con un sorriso, finto, che andava da un orecchio all'altro
Potrei valutare la mia carriera da attrice di Hollywood. Mentre mi facevo questi strani complessi, Dave, posò i fogli sulla scrivania e mi fissava.

-Tutti quanti pensano di essere simpatici, amichevoli e magari con buon gusto, ma non per questo vuol dire che sia vero...
Comunque sembri essere un tipo apposto e vorrei metterti in prova per una settimana. Ti va bene iniziare...—fissò il calendario dietro di lui— domani alle sette e trenta?- rispose sorridendomi, sembrava quasi che mi stesse prendendo in giro. Annuì come una rimbecillita e mi fece segno di uscire, sempre sorridendo. Mi alzai e me ne andai.
Se mi dovesse assumere me lo devo far diventare simpatico, altrimenti il lavoro sarà un inferno.

Accelerai il passo dirigendomi verso la fermata dell'autobus, mentre mi maledicevo di non essermi portata dei guanti e di aver indossato un misero giacchetto di pelle nero. La suoneria del mio telefono mi svegliò dai miei pensieri. Guardai lo schermo ed era Justin. Finalmente mi degnò di risposta.

-Hey...-
-Ciao Abby.-
-Come stai?-
-Beeeeene, e tuuu?-
-Sei ubriaco?-
-Io? Pffft! Naah!-
-Dove sei?-
-Non ti deve interessareuuu!-
-Justin non fare il bambino e dimmi dove sei.-
-Perché ti dovrebbe interessaaaaare?!-
-Perché ci tengo a te, ed ora dimmi dove sei. Ti porto a casa.-
-No! Io sto beneee!-
-Okay, allora a domani-
-A mai!-

Attaccai e controllai la sua posizione, aveva il vizio di non spegnere il GPS e in questo momento lo ringraziai mentalmente. Si trovava al 'Cliff's Pub' era conosciuto nella mia città per essere uno dei pub più calmi e tranquilli della città.
La domanda era: cosi ci faceva Justin lì?
Salì sull'autobus, dove non c'era neanche lo spazio per respirare e dopo quattro fermate scesi, non so come.

Vidi l'orario sul telefono e notai fosse l'una e trenta, mi dovevo sbrigare se volevo arrivare in tempo da Nando's.
Entrai dentro il pub sentendo solamente il rumore della porta aprirsi e chiudersi alle mie spalle. Imbarazzata controllai sul telefono se fosse il posto giusto, ed era proprio così.

Mi scontrai con un cameriere e mi scusai immediatamente, lui ridacchiò e poi mi fissò. Arrossì sentendomi in imbarazzo, avevo per caso qualcosa sul viso? O era solamente il mio naso arrossato?

-Sei qui per... B&D?- sussurrò guardandosi in torno. B&D? Che diavolo era? Balbettai qualcosa e poi pensai che Justin potesse essere lì. Così annuì e mi fece cenno dietro di me, mi voltai e notai una porta bordeaux con scritto 'Privato'. Mi rigirai verso il ragazzo ed annuì, facendomi intuire che lì dentro ci sarebbe stato il famoso B&D. Così mi incamminai verso la porta e l'aprì: davanti a me si presentarono delle rampe di scale, che percorsi con insicurezza. Magarinon si trovava lì, magari avevo solamente sbagliato a dar retta al quel cameriere. Neanche il tempo di tornare indietro che una puzza di sudore ed alcool mi travolse. Dove diavolo mi ero andata a cacciare? C'erano uomini dai diciassette ai quarant'anni che urlavano e bevevano qualcosasimile a birre o altre cose del genere.

Mi feci spazio tra i vari corpi sudati sentendo, improvvisamente, caldo dentro almio giubbotto. Continuai per la mia strada, non sapendo neanche dove stessi andando.Respirai solamente cinque minuti quando uscì da quell'ammasso di corpi e notai la presenza di una tavolata piena zeppa di birre chevenivano posate lì sopra continuamente, ovviamente dai lavoratori.

Mentre cercavo di pensare a dove potesse trovarsi il mio ragazzo qualcuno mi venne addosso, bagnandomi la maglia con la sua birra. Quando si dice sfiga... Mi voltai verso il demente che mi aveva inzuppatto la maglietta e notai che era già sparito. Con la voglia di fare uno sterminio di massa mi avvicinai ad uno dei barman per chiedere aiuto.

-Scusami, sai dirmi cos'è tutto questo?- domandai mentre sentivo spingermi verso il bancone. Ruffiani. Il ragazzo per poco non mi scoppiò a ridere in faccia, ma notando la mia serietà rispose, mentre serviva qualche birra.

-Non hai mai sentito parlato del B&D?- domandò a sua volta, accuccindosi per prendere qualc'altra bevanda, urlai un 'No' per farmi sentire da lui,perchè insieme alle urla insopportabili si era aggiunta una musica assordante. Tutto questo putiferio solamente all'una passata di giorno...

-B&D è l'acronimo di '...'-

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HOLAAAAAAA! Come state?

Scusate il ritardo, ma la mia immaginazione si era volatilizzata. Scusate anche gli eventuali errori, ma non ho ricontrollato.

Domanda:

Vi piace il personaggio di Abigail?

Byeee

Forget 2 ||Matthew EspinosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora