La figura di mia madre entrò nella cucina con un mezzo sorriso. Sapeva che sarebbe andata a finire così. Imbarazzata mi spostai una ciocca dietro l'orecchio, mentre Matthew prendeva il mio bicchiere e lo adagiava dentro il lavabo, anche lui abbastanza imbarazzato.
-Abi, Justin è qui.- disse pressando le labbra tra loro. Scattai subito in piedi, essendo presa da un attimo di panico. Non sapevo come agire né cosa fare. Matthew vedendomi nel panico totale si avvicinò, posò una delle sue calde mani sulla mia spalla sinistra e mi fece voltare verso di lui, facendo scontrare, ancora una volta, i nostri occhi.
-Tutto okay, Abs?- domandò in sospiro che si infranse contro il mio viso. Un odore di pancake e menta mi pervase le narici e chiusi un attimo gli occhi. Poi riportai lo sguardo di nuovo nel suo, perdendomici di nuovo dentro. Era così profondo, così enigmatico, così bello...
-Ehm... Sì... Sisi, certo!- esclamai spostandomi di colpo. Lui rimase leggermente confuso, come del resto lo ero anch'io quando eravamo troppo vicini. La sua vicinanza mi sconvolgeva, nonostante il tempo che fosse passato.
-Abi... Lo mando via?- domandò mia madre con sguardo preoccupato. Anche se la sua proposta era alquanto allettante, non potevo scappare da questo problema, non potevo scappare dal mio fidanzato. Se con gli anni ho imparato qualcosa è che le situazioni vanno prese di petto, vanno affrontate. Presi un grandissimo respiro ed uscii con fare deciso dalla cucina, lasciandomi alle spalle Matthew e mia madre, entrambi preoccupati.
Appena entrai in salotto notai Justin guardarsi intorno con fare imbarazzato, come se non fosse mai entrato dentro questa casa. Sentendo i miei passi si voltò, aprì la bocca per dire qualcosa, ma nessuna parola ne fuori uscì.
Passai la lingua sulle labbra, bagnandole sentendo improvvisamente la gola secca.-Ehi...- disse accennando un piccolo sorriso. Ricambiai con un cenno del capo, poi silenzio. Non era mai successo da quando eravamo diventati una coppia, che ci fosse tutto questo imbarazzo, neanche le prime volte.
-Allora... Che ne dici di uscire a fare due passi? Dobbiamo parlare.- disse indicando la porta dietro di lui con un pollice. Io annuii non sapendo cosa rispondere. Mi affrettai a prendere il giaccone e le scarpe, poi uscimmo, sebbene io fossi ancora in pigiama, senza dire nulla a quei due.
Camminammo per alcuni isolati senza dire una parola, ascoltando i rumori della città intorno a noi, guardando ciò che accadeva tra le persone di Seattle. Le mani, nascoste nelle tasche del giaccone si stavano congelando, ma poco importava. Poi all'ennesimo calcio al sassolino lui iniziò a parlare.-Mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare ciò.- disse in sussurro quasi impercettibile. Sospirai leccandomi le labbra congelate da quel freddo che ormai alleggiava su Seattle. Ingoiai la bile e cercai le parole giuste da dire, parole che non sembravano volermi venire a mente.
-Non so che dire... Da quanto tempo va avanti questa storia?- domandai posando lo sguardo sulla sua figura, accanto alla mia. Justin non era mia stato un ragazzo di cui la prima cosa che notavi era l'altezza, ma di sicuro il viso, quasi perfetto e il sorriso incantevole. Ovviamente anche i molteplici tatuaggi facevano la loro 'sporca figura'. Non che io stessi con lui per la sua estetica, ma sapevo che molte ragazze andavano pazze per lui per questi motivi.
-Credo... Credo da circa un mese o forse due.- disse abbassando lo sguardo sulle sue scarpe nere logorate dal tempo. Il cuore perse qualche battito non appena sentii le parole che gli uscirono dalla bocca: per due mesi mi aveva nascosto tutto questo fardello di cose? Pensavo che lui si potesse e volesse fidare di me, pensavo che non fosse il tipo da droga e canne.
-Due mesi?! Justin, perché non me ne hai parlato subito?- risposi fermandomi di scatto, con me anche lui che mi guardò per due secondi negli occhi, ma poi iniziò a fissare un punto indefinito dietro di me. Non riusciva a sostenere il mio sguardo, non era mai successo prima d'ora. Mi avvicinai di un passo, visto che un metro o due ci divideva.
-Mi spiace, Abi... Sono successe così tante cose... Non riuscivo a reggere tutto, avevo bisogno di sfogo, di una via di uscita, di poter respirare, di poter liberarmi da tutti i miei problemi per almeno un'oretta. Mi sentivo oppresso da tutto quello attorno a me. Come se stessi una gabbia, rinchiuso nella monotonia che è la mia vita.- disse giocherellando con le dita delle sue mani, screpolate dal freddo. Lo incitai ad andare avanti, a sfogarsi. Mi aveva aiutato così tante volte in passato, mi aveva fatto sfogare, mi aveva ascoltato per ore ed ore, era giusto ricambiare il favore e dopotutto era pur sempre il mio ragazzo, quindi mi faceva solo che piacere ascoltarlo.
-Come sai i miei sono divorziati e da due mesi che mio padre ha smesso di pagarci gli alimenti. A me non interessa perché sono maggiorenne ormai, posso lavorare e procurarmi il necessario. Ma mio fratello, Jaxon, ha bisogno di quei soldi. Mia madre fa il possibile, ma necessita dei soldi di papà. Ma lui ha deciso di smetterla di darci soldi, solamente perché ormai io sono cresciuto e posso prendermi Jaxon come responsabilità, devo mantenerlo insieme alla mamma. Ed io non ce la faccio, non voglio deluderla, ma non ci riesco, è troppo. A volte sento come se stessi al limite, come se stessi per superare questa barriera di limite e non so cosa ci sia dopo. Sento come se la mia vita si stesse restringendo, stringendo anche me. Io, Abi, non ci riesco a vivere così, non voglio vivere così...- sussurrò e notai alcune lacrime solcargli le guance. Non era il tipo che mostrava le sue debolezze, ma sapeva che io non l'avrei giudicato. Con due passi lo raggiunsi e lo strinsi in un abbraccio, sapendo che lo necessitava. Lo tenevo stretto tra le mie braccia come per paura che potesse scappare, anche se sapevo che non l'avrebbe fatto. Justin, anche se non sembrava all'apparenza, era pieno di problemi e insicurezze che con il tempo stava cercando di risolvere, perché nonostante le cazzate che faceva era un ragazzo d'oro.
-Mi spiace, Abi. Mi spiace che tu debba sopportare tutta questa merda...- mi sussurrò all'orecchio, mentre una calda lacrima gli scorreva sul viso. Non risposi, ma gli asciugai il viso con i pollici. Lo fissai negli occhi intensamente, sapendo quanto fossero un libro aperto per me e poi adagiai le mie labbra sulle sue, in un piccolo bacio che entrambi necessitavamo. Eppure per un attimo al posto di Justin immaginai qualcun altro, un'altra persona, ma chiusi gli occhi e poi li riaprii.
-Ti amo, Abi.- sussurrò appoggiando la sua fronte contro la mia. Il cuore mi si ghiacciò davanti a quelle parole, stavamo insieme da un anno e ancora non ci eravamo mai detti un 'ti amo'. Sapevo cosa dovevo rispondere, ma la domanda era: cosa volevo rispondere veramente?
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Heeey!
Cosa ne pensate di Justin ed Abigail?
Visto quanto sono nice? Ho aggiornato prestissimo e mi fa molto piacere che vi stiate riattivando, mi fa venire voglia di continuare a scrivere.
Quindi... lasciate una stellina e un commento, per farmi felice 😊
Byee
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Forget 2 ||Matthew Espinosa
FanfictionA volte bisogna dimenticare il passato per andare avanti, ma per Abigail è molto difficile voltare pagina. Dopo un anno di tradimenti, delusioni e dolore, cosa sarà cambiato nella vita della giovane Abigail? Sarà riuscita ad andare avanti? O starà a...