"Lou, ti rendi conto che questo articolo deve essere finito per domani, vero?" chiese Liam, sorridendo. "Non penso che incantarsi a guardare un ragazzo seduto dall'altra parte della stanza ti aiuterà a finirlo."
"Ah quindi scrivere a Danielle aiuta, vero?" gli rispose Louis a tono, concentrandosi di nuovo sulla televisione appesa al muro. "Inoltre, non sto guardando nessun ragazzo. Sto seguendo il notiziario."
Zayn grugnì. "Certo, come no."
Stava scrivendo velocemente, al contrario degli altri ragazzi, determinato a finire il suo lavoro prima della chiusura del bar. Aveva finito il suo tè da tempo, ma non se n'era ancora accorto. "Hai appena passato un notevole periodo di tempo a guardare tutt'altro che la televisione."
"Penso di aver bisogno di una nuova compagnia," scherzò Louis, portando le braccia sopra la testa per stiracchiarsi. "Voi siete troppo moralisti."
Niall si lasciò sfuggire una risatina esausta, guardando Louis da sotto le palpebre pesanti. "Vai allora; vai a parlarci," disse poi sbadigliando, segnalando la fine del suo contributo nella conversazione e prendendo un lungo sorso dalla sua bevanda. "Sappiamo tutti che vuoi farlo."
Louis annuì. "Sai cosa? Penso che lo farò." Si allontanò dal tavolo, cercando di sembrare ferito e offeso dal loro comportamento; in realtà tutte le persone coinvolte sapevano che voleva avvicinarsi al ragazzo riccio da un bel po' di tempo. Aveva solo bisogno di un motivo. "Di già che sono in piedi, qualcuno di voi ha bisogno come me di qualcos'altro da bere?"
Zayn sembrò finalmente accorgersi che aveva finito il suo tè, alzando prontamente il suo bicchiere. "Sì, grazie." Liam e Niall seguirono l'esempio, annuendo e dando a Louis i loro scarti da buttare. Louis sapeva che stavano aspettando questa occasione, in attesa che lui si arrendesse e andasse al bancone.
Fece un lungo, esagerato sospiro prima di raccogliere i contenitori vuoti. "Certo che siete proprio pigri," si lamentò. Qualsiasi effetto che le parole avrebbero dovuto avere su di lui si perse quando il ragazzo sorrise; inciampò nel suo cammino verso la cassa.
Il tragitto fino al bancone sembrava essere infinito, visto da lì. Si aspettava di essere nervoso, ad approcciarsi ad un attraente sconosciuto che aveva catturato la sua attenzione in non più di una serata. Ma, per la felicità di Louis, il percorso fu breve e veloce. Provò in ogni caso a metterci più tempo del normale a ordinare. I vivaci occhi verdi che stava guardando in precedenza sembravano perforarlo da dietro, ma non poteva voltarsi. Non ancora. Doveva sembrare disinteressato, lo sapeva; doveva essere un gioco. Se fosse finito presto non ci sarebbe stato nulla di divertente.
Così, invece, Louis iniziò a battere ritmicamente il piede e tamburellare con le dita sul piano in granito, mentre aspettava ciò che aveva ordinato. Louis si sforzò di concentrarsi sul menù; il barista riempì d'acqua dei nuovi bicchieri, mentre Louis osservava i disgustosi cibi di plastica esposti. Cercò di sforzarsi a non far cadere lo sguardo troppo a sinistra, per paura di cedere troppo in fretta alla voglia di giocare con quell'ammasso di ricci vicino a lui.
"Non sono nato ieri, sai?" una voce profonda sorprese Louis, distraendolo dal leggere le norme di tutela dell'ambiente del bar e l'infinita lista di prodotti ecosostenibili che avevano venduto. "Sarei riuscito a sentire te e i tuoi amici anche dall'altra parte della città." Il ragazzo non sembrava né arrabbiato né infastidito; sembrava quasi... divertito. Come se stesse guardando uno spettacolo divertente o stesse raccontando una barzelletta che gli era piaciuta.
Louis si girò per trovarlo sorridere debolmente. Lottò per impedire alle sue guancie di arrossire, e lottò per mantenere la sua voce stabile quando rispose "devi avere un ottimo udito, amico."
Questo fece ridere il ragazzo; i suoi occhi scintillavano di ilarità. "Sfacciato!" esclamò, sedendosi nuovamente sulla sua sedia, per poi sorridere a Louis; quest'ultimo si ritrovò momentaneamente sbalordito da quel sorriso e lottò per contenersi dal perdere il controllo della sua bocca e rispondergli in modo stupido. "Mi chiamo Harry. Non credo di averti mai visto da queste parti."
Louis deglutì, annuendo. "In realtà è la prima volta che vengo qui. Non mi piace molto uscire." Sollevò una mano, cercando di impedire che quest'ultima tremasse. Era nervoso, realizzò con un sussulto. Ma, con suo grande sollievo, Harry afferrò e strinse la sua mano con forza. Questo piccolo gesto gli diede la sicurezza di continuare, presentandosi. "Io sono Louis."
"Beh, Louis," disse Harry, continuando a sorridere, "penso che tu debba uscire più spesso." E Louis non capì se stava sorridendo per la presa in giro, o perché gli era piaciuto il modo in cui il suo nome suonava pronunciato dalle labbra di Harry. In entrambi i casi, non si sarebbe potuto fermare nemmeno se ci avesse provato.
Ma poi arrivò il barista, con in mano un vassoio con quattro tazze di tè fumante. Louis lo prese, cercando attentamente di non rovesciare nulla, per poi pagare. Cercò di non far spegnere il suo sorriso, cercò di non fare capire che non aveva proprio voglia di tornare al suo tavolo in quel momento. Non voleva affrontare i suoi amici, che lo avrebbero preso in giro su 'Harry, il tizio del negozio in centro'. Quando la cameriera diede a Louis il resto, lui si girò indietro per guardare Harry, dando il meglio di sé nel cercare di sembrare e suonare più sicuro di sè di quanto non fosse mai stato. Cercando di sembrare come Harry.
"Che ne dici di sederti al nostro tavolo, Harry?"
Harry si alzò, afferrando la sua bevanda e anche un paio di quelle nel vassoio di Louis. "Pensavo che non me l'avresti mai chiesto, Louis." Fece l'occhiolino e si incamminò in direzione del tavolo, lasciando Louis in piedi dietro di lui con un'espressione scioccata in faccia.
Ciò che lo sorprese di più, però, fu il modo in cui Harry si sentì subito a suo agio. Non c'era stata nessuna presentazione imbarazzante, e sicuramente nessun silenzio imbarazzante. Era tutto iniziato con Harry che aveva rubato il posto di Louis; il loro scambio di battute durò finchè gli altri ragazzi non decisero di intervenire. Da quel momento in poi, fu tutto un insieme di risate e battute - i loro compiti praticamente dimenticati. Tutti i dubbi che aveva avuto Louis riguardo l'invitare Harry al loro tavolo erano svaniti nel giro di pochi minuti.
C'erano momenti, però, in cui Harry avrebbe voluto abbassare la voce e guardare la televisione, proprio come aveva fatto Louis in precedenza. Avrebbe voluto guardare il ragazzo che leggeva i nuovi aggiornamenti sullo schermo, che trasmettevano informazioni sull'uomo che era stato ucciso quella sera.
Louis era molto interessato a quel caso in particolare, e lo aveva seguito per molto tempo. Questo era stato il diciottesimo corpo trovato, mutilato con un coltello della sua stessa cucina e che, ovviamente, non aveva alcun collegamento con le altre persone. Chiunque fosse stato quell'assassino, era incredibilmente bravo in quello che faceva. A Louis piaceva prendere appunti sulle nuove informazioni, e spesso veniva preso in giro dagli altri per questa sua ossessione. Lo rese felice sapere che anche Harry era interessato, talmente tanto da non trovare strano il fatto che Louis seguisse il caso così da vicino.
"Quindi, cosa ne pensi?" chiese Louis, quando Harry passò diversi minuti a guardare lo schermo con particolare interesse. "Di questo assassino, intendo."
Harry sorrise e scosse la testa. "Chiunque sia, è un ragazzo intelligente."
STAI LEGGENDO
Damaged Goods - Larry Stylinson // ITALIAN TRANSLATION
FanficHarry è un serial killer che non vede l'ora di uccidere la sua nuova vittima, Louis Tomlinson. Thriller!AU ITALIAN TRANSLATION, I DON'T OWN THIS STORY. Credits to http://neverhadthewords.tumblr.com