oltre la follia

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-ma dove lo prendo io un mitragliatore?- continuai a domandarmi e decisi di andare alla caffeteria lí vicino per continuare a rimurginarci sopra mettendo qualcosa sotto i denti. Mi sedetti al tavolo e ordinai un cappuccino, mi mordicchiai le unghie mentre continuai a pensare, fino a quando fui interrotta.                                                                                                                   "ma quanto siamo pensierosi oggi" il mio sguardo che prima era puntato nel vuoto si alzò e si posò sullo spigoloso viso del Dottor Shon, mi sedetti più composta possibile essendo davanti al mio capo ma lui si limitò ad appoggiare la giacca nella sedia davanti a me "oh no, no prego non si scomodi" sorrise "posso sedermi?" disse indicando il posto vuoto e io annuii rimettendomi a sedere come prima. "in cosa stava pensando?" mi chiese.                              Oh coso, fatti gli affaracci tuoi okay?   Vi giuro, non so come lo sopportavo...ma vedrete... vedrete...  Comunque decisi di approfittare dell'occasione "mio padre fa la guardia forestale e ha bisogno di un mitragliatore, sembra che un grosso cinghiale stia distruggendo tutti i raccolti nelle vicinanze" inventai e lui mi guardò strano ma poi annuì e tirò fuori dalla tasca il cellulare, digitò la composizione e quando ricevette il segnale iniziò a parlare al telefono guardandomi e facendo segno di aspettare un attimo. Quando riattacò mi sorrise "le arriverà domani mattina, dovrà solo mettere una piccola firma su un foglio che le daranno."                                                  Lo ringraziai sorridendo.
Ecco, fase uno, completata ora manca solo portare il mitragliatore a Mr. J  
Pensai mentre il mio capo parlava anche se, sinceramente, non lo stavo ascoltando granché.
"Devo tornare a casa" annunciai e lui mi guardò sorridendo come sempre
"Ti porto io se hai bisogno di un passaggio"
In effetti ero propio stanca data la camminata della mattina così decidi di accettare e insieme ci incamminiammo verso la sua auto e mi sedetti al posto del passeggero, mentre lui metteva in moto la macchina io mi allaciavo la cintura.
Passammo tutto il tragitto in silenzio fino all'arrivo, scesi dalla macchina e notai che lui stava facendo lo stesso.
"Non serve che mi accompagni" dissi senza pensarci, ma lui si limitó a ridere.
"Eddai non me lo offri un bicchiere d'acqua? Ho sete"
La sua risata era così tristemente diversa da quella di Mr. J., la sua era una risata feroce, sicura, mentre quella dell'uomo che avevo davanti era insignificante e nulla.
Avevo il volto, la voce, i movimenti di Mr. J. impressi nella mia memoria e pensando a lui, alle sue labbra sulle mie il mio cuore acceleró.
Il mio capo mi guardó non capendo "stai bene? Sei rossa" sorrise e io mi limitai a scuotere il capo e  incamminarmi verso il mio appartamento.
Lui entró dopo di me, lo condussi in cucina per dargli dell'acqua, lui la afferró con aria assente dopodiché posò lo sguardo su di me con gli occhi brillanti.
"Signorina Quinzel...Harleen..." sussuró e le sue luride mani toccarono i miei fianchi, mi spinse violentemente contro il bancone della cucina per immobilizzarmi.
Le sue labbra furono sulle mie con una tale velocità che non ebbi nemmeno il tempo di scansarmi.
Feci di tutto per togliermi il dottor Shon di dosso ma lui mi teneva stretta.
"É inutile che menti con me..." sussuró  vicino alle mie labbra mentre io continuai disperatamente a voltare il capo.
"...non ricordi? Mi hai detto personalmente che tuo padre si era ucciso e cosa aveva fatto con tua madre. Io so tutto, ricordi?" Ridacchió sempre vicino al mio viso.
"Ma non preoccuparti, non chiederó il perché del mitragliatore, perché ti amo e sono pronto a dimenticare tutto" guardandomi maliziosamente  scontró di nuovo violentemente le sue labbra contro le mie e io non mi tirai indietro ma solo per distrarlo e avere il tempo di afferrare il coltello dietro di me.
Il povero idiota era talmente concentrato che non si accorse di nulla finché il coltello, che spesso usavo per tagliare il pane, si conficcó nella sua gabbia toracica.
A quel punto lui barcollò all'indietro e si premette la mano sulla ferita guardandomi sbalordito.
"Tu... lurida, piccola, bastarda..." si avventó su di me ma io gli conficcai nuovamente il coltello nel petto, un po' più in alto.
Lui cadde a terra in ginocchio e io incomincia a colpirlo come una furia facendo uscire e entrare in coltello dalle sue carni.
Anche quando fu ormai morto io ero talmente euforica che continuai per vari minuti.
Iniziai a ridere come una matta.
"Ma... Cosa ho fatto?" Non provavo rimorso, anzi ridevo, ridevo molto.
Avevo le mani completamente insanguinate, me le pulí sul camice da lavoro, anche quello oramai sporco e mi portai una ciocca dei capelli scompigliati per lo sforzo dietro l'orecchio per sentirmi più ordinata.
Pensai a un modo per liberarmi del cadavere, ma ero davvero troppo stanca, decisi di avvolgerlo in un tappeto e di lasciarlo li, il giorno seguente avrei pensato a una soluzione.
Mi sdraiai sul letto e caddi  tra le braccia di Morfeo.

Scusate il capitolo corto e poco originale, in questi giorni ho pochissimo tempo e volevo finirlo entro oggi, il prossimo sarà migliore.
Baci abitanti di Gotham.♤♡

~Harley

                                                                     

Me ~ La storia della famigerata Harley QuinnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora