Me ~ La storia della famigerata Harley Quinn

urla silenziose

Sentivo un dolore atroce alla testa, come se mi avessero appena trapanato ma anche dopo aver perforato la carne continuassero a spingere.

"Harley..." ripetei dopo di lui. 

Quel nome suonava così familiare e così estraneo da farmi venire voglia di urlare d'impotenza.

Sentì qualcuno prendermi la mano per alzarmi e appena spostai lo sguardo vidi davanti a me il re degli scherzi.

Ancora una volta visualizzai il suo viso riflesso nella mia mente senza ricordare però nulla; per qualche strano motivo provavo un briciolo di odio per quest'uomo, ma allo stesso tempo un attrazione che mi faceva dimenticare quella piccola parte di me.

è come quando non ti viene una parola e sai di avercela sulla punta della lingua ma comunque non riesci a ricordarla. La situazione era così frustrante che mi veniva voglia di picchiare qualcuno e gridare.

"Passerà" disse lui come se mi avesse appena letto nel pensiero.

annuii senza un vero motivo logico e lui mi attirò a se sussurrandomi delle parole all'orecchio

"Ti ricordi di me...Harley?" io rabbrividì.

Negai con il capo ma poi ci ripensai e risposi con un semplice "Non ne sono sicura"

Lui rise. Rise forte .

Qualcosa mi fece venir voglia di unirmi a quella risata e senza nemmeno rendermi conto dalla mia bocca uscì una voce stranamente diversa.

Più forte, più... fiera?

Non saprei precisamente come definirlo ma fu come se qualcuno nascosto dentro di me avesse preso possesso del mio corpo, smisi di colpo di ridere.

Il Joker mi lanciò un'occhiata divertita.

"Qualcosa non va, Tesoro?" iniziò lui.

Io, impotente, scossi il capo "non so.." sussurrai

Lui rise ancora.

"Ti aiuterò a ricordare" si fece più vicino io presi fiato e un secondo dopo le sue labbra erano sulle mie.

Fu un bacio tempestoso, strano, tra il sapore metallico dei suoi denti e del sangue della mia bocca che lo rendeva ancora più peculiare.

Improvvisamente si aprì un varco nella mia testa, ricordai tutto tranne le ultime dodici ore.

Rividi il mio viso riflesso nei suoi occhi di ghiaccio, ricordai tutto e i miei sentimenti presero il sopravvento, ansimai e iniziai ad accarezzali la nuca con la mano.

Fu lui a staccarsi.

Sentii improvvisamente un buco nel petto ma quando tornai a guardarlo le sue labbra erano arrossate e lui meno pallido del solito.

Per qualche secondo mi sembrò che lui avesse un'espressione persa, nuova per me, ma sicuramente mi sbagliai dato che dopo aver chiuso gli occhi per un millisecondo lui era lo stesso di sempre.

Ma comunque bellissimo.

Sorrise come solo lui poteva fare "Harley... ho bisogno che tu faccia un'ultima cosa per me"

Sentì una piccola voce dentro di me sussurrare il mio nome più volte e senza pensarci due vote stavo già annuendo.

"Dimmi tutto" risposi ma lui scosse il capo.

"Non qui. A cena" 

Sentì il cuore fare un salto.

"Noi ceniamo insieme?" risultai più estasiata di quello che volevo apparire.

Il suo sorriso si fece più grande ma i suoi occhi restavano comunque di ghiaccio.

"uno dei miei uomini ti scorterà in una camera, li ci saranno dei vestiti, indossali e vieni in sala da pranzo." Disse e con un cenno del capo indicò un grande omone dietro di me che subito mi prese per un braccio e senza rivolgermi parola mi trascinò via.

Arrivammo in poco tempo davanti a una porta, l'uomo girò la maniglia e se ne andò lasciandomi la da sola.

Entrai e sul letto trovai dei vestiti su colore dorato.

Prima li avrei definiti "Poco coprenti" ma ora mi sembravano bellissimi, in poco tempo avevo già indosso tutto, inclusi i gioielli di diamante puro.

Con mia sorpresa sotto tutti i vestiti trovai una pistola carica e delle pallottole, la presi e me la rigirai tra le mani.

Mi sentii capace di qualsiasi cosa, ero sicura mentre delle piccole voci mi sussurravano parole dentro la testa.

Quello fù il giorno in cui iniziai a fare solo tutto quello che le piccole voci mi dicevano di fare.

Alzai le mani e puntai la pistola verso la porta.

"Boom" sussurrai e poi sparai davvero.