Tutto e il contrario di tutto.

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Lo sconosciuto seduto di fronte a lei era bello in maniera esasperante e continuare a guardarlo non faceva altro che accrescere le sue sofferenze. Ma in fondo, da masochista sentimentale quale era, quel dolore la teneva in piedi, quel batticuore la faceva sentire viva. Le piaceva rotolarci dentro, graffiarsi, procurarsi abrasioni e tagli  e poi allargare le ferite e farsi saltare i punti di sutura. Lo guardava e il respiro le si affannava, lui inarcava un sopracciglio e lei si trovava tra l'estasi e il baratro. Il momento in cui iniziarono a fissarsi le diede l'impressione che il tempo avesse smesso di scorrere dilatandosi, e che in quel tempo sospeso, tutto potesse accadere: tutto e il contrario di tutto. Che lui non fosse alla sua portata era palese: ovviamente lei era troppo poco e lui era troppo, ma spinta dall'incoscienza e dal desiderio di essere ferita ancora, e ancora e ancora, cercò un contatto. Era certa che sarebbe stata rifiutata. Era matematicamente certo. Era inequivocabile. Faceva parte del copione della recita.Lui, inaspettatamente, rispose ad uno sguardo con uno sguardo, ad un sorriso con un sorriso, improvvisando.Quando capì che lui non era poi così irraggiungibile, la fascinazione finì. Tanto rapidamente quanto era iniziata.

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