Quella volta fu relativamente silenzioso. Era nudo sul letto. Stanco, beatamente stanco, si godeva quello strascico di sensazioni che il sesso gli aveva lasciato. Tutti i suoi sensi erano ovattati e nello stesso tempo acuiti. Riusciva a sentire tutto con violenza e dietro un vetro, voleva godersi quella sensazione in toto, anche perché sapeva che sarebbe durata pochissimi secondi. Chiuse gli occhi e si abbandonò. Poi lei disse qualcosa, un mormorio confuso:" adesso... qualcosa". Adesso cosa? I discorsi post- coito delle donne, li detestava. Tutta quella sfilza di domande inutili, finalizzate solo ad accrescere l'autostima e a riempire il lasso di tempo tra il preservativo tolto e l'andare ognuno a casa propria. Certo, che gli dicessero che era stato bravo, che avevano goduto lo gratificava, ma dover fare lo stesso lo annoiava a morte. Così quando sentì quel mormorio, chiuse gli occhi e finse di dormire. Era stato del sesso intenso, per carità, ma non lunghissimo, e poi era eccitato come un ragazzino, e lei si muoveva in quel modo, e gli aveva fatto quella cosa, e il profilattico gli dava noia, e non era colpa sua, e il cane gli aveva mangiato i compiti, e il vetro della finestra l'aveva rotto un sasso piovuto dal nulla... Sorrise a quel pensiero. Lei lo chiamò per nome, lui aprì gli occhi, "devi andare-disse- domani avrò una giornataccia". Mentre si rivestiva pensò che di certo lei lo stava mandando via perché era durato troppo poco, che non lo avrebbe più chiamato, che sicuramente non le era piaciuto per niente. Si chiese cosa si aspettava da quella strana storia, si rispose che non si aspettava niente, e che aveva bisogno di un caffè forte.
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Racconti random
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