Chapter 4.

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Mancavano due minuti alla fine della partita. Luke stava per mangiarsi anche le dita delle mani ed io ero in ansia.

Quel ragazzo strano ere faccia a faccia con Michael e si guardavano intensamente. Il punto finale spettava ai capitani della squadra, tutti aspettavano con ansia che quel dannato arbitro lanciasse quella schifosa palla.

Quando sentii il fischio, capii che Michael era spacciato.

Dalla bocca del ragazzo uscì un verso talmente forte e roco che assomigliava ad un ringhio. Con un salto si sollevo dal pavimento prendendo la palla, ma prima di poterla lanciare Michael gliela tolse cominciando a correre verso la rete.

Mi spaventai seriamente quando il ragazzo sconosciuto si mise a correre a velocità paranormale, mollando una testata contro la pancia di Michael, prendendosi la palla.

L'ultimo punto fu segnato dalla Norwest, e tutti gli studenti di quella scuola esultavano felici.

Luke corse giù dagli spalti seguito da me, per andare a vedere come stesse Michael. Si era accasciato per terra e si teneva la pancia urlando dal dolore. Immediatamente Luke si mise in ginocchio accanto a lui cercando di aiutarlo in qualche modo.

Nel frattempo sentivo due occhi bruciare intensamente sulla mia schiena, e credo di sapere a chi appartenessero. Con una lentezza estenuante mi voltai, incontrai i bellissimi occhi marroni del ragazzo. Chissà perché aveva ancora il casco, tutti i suoi compagni se lo erano tolto.

Io e il ragazzo misterioso restammo a fissarci finché, dopo che i paramedici ebbero portato via Michael, Luke non si piazzò davanti al ragazzo.

<SEI UN IDIOTA!> urlò alzando la mano per dare uno pugno al moro. Ma prima che la sua mano si schiantasse contro la sua spalla, il ragazzo con la stessa velocità impressionante di prima, afferrò il suo braccio e cominciò a stringere.

<Non ti permettere.> sussurrò minacciosamente. Intanto la stretta sul polso del biondo aumentava sempre più. Luke cercava di trattenere le lacrime di dolore, il suo orgoglio era troppo grande per dirgli che gli stava facendo male.

Ad un certo punto non ce la feci più e posai la mia mano su quella del moro, e con dolcezza cercai di aprirla. Quando le nostre mani entrarono in contatto, sentii un brivido percorrermi tutto, e gli occhi del ragazzo si puntarono su di me.

Riuscii a liberare il biondo dalla sua presa, che ora si teneva il polso dolorante, e misi la mia mano in quella del moro, come per riempire quel vuoto che aveva lasciato il polso di Luke.

Ora ci guardavamo, avrei voluto chiedergli come si chiamasse, ma non ne ebbi il tempo. Lentamente lasciò la mia mano e si avvicinò a me. Istintivamente indietreggiai di un passo e lui si fermò a guardarmi, anzi, a studiarmi.

<Hood! Vieni qua!> urlò un suo compagno di squadra mentre c'era l'abbraccio di gruppo in cui mancava solo lui. Mi guardò un ultima volta e poi andò dai suoi compagni.

Dunque, si chiamava Hood di cognome? Gli stava bene come cognome.

***

La nostra scuola non aveva nulla da esultare, ci eravamo fatti battere dalla Norwest e ciò non andava bene. Nei giorni seguenti infatti a scuola ci fu parecchia tensione, tutti depressi a causa della sconfitta.

Ci avevano detto che la Norwest aveva un gran capitano, ma non fino a questo punto. Michael era in ospedale ormai da qualche giorno a causa della testata ricevuta da colui che capii chiamarsi Hood.

Gli aveva causato un bel problema e Michael sarebbe rimasto dentro per il seguente mese. Luke infatti andava da lui ogni giorno per fargli compagnia e non farlo abbattere.

Quel giorno stavo camminando da solo nel corridoio, dato che Luke era dal suo amato quando un ragazzo dall'aspetto familiare mi venne in contro.

<Sei Irwin?!> urlò il ragazzo riccio affaticato per la corsa. Anuii lentamente incuriosito. <L'allenatore di Lacrosse vuole vederti, oggi alle 11 nel suo ufficio.> concluse girando i tacchi e andando via.

Rimasi un secondo perplesso, che cosa poteva mai volere l'allenatore da me? E soprattutto come mi conosceva? Non avevo mai partecipato neanche alle selezioni di Lacrosse...

Decisi di non pormi troppe domande e andai in classe, alle 11:00 avrei scoperto cosa voleva da me, che avesse scoperto il mio segreto?

***

Alle 11:00 spaccate ero davanti alla porta dell'ufficio dell'allenatore a bussare. Quando mi venne dato il permesso, entrai dentro.

<Buongiorno prof, voleva vedermi?> chiesi gentilmente.

<In realtà si Irwin.. È vero che ha un talento innato per la Lacrosse?> chiese così di getto senza lasciarmi troppo sulle spine.

Spalancai gli occhi, come diamine faceva a sapere il mio segreto? Non lo sapeva nessuno a parte Luke, e non penso proprio sia stato lui a dirlo. <I-io...mi scusi prof, come lo sa?> chiesi tremante.

<È una buffa storia> disse facendo un risolino <La signorina Cullen mi aveva chiesto di sistemare alcuni fascicoli in archivio e così feci. Quando ne stavo posando uno, ne urtai un altro che cadde a terra, e quando lo raccolsi la prima cosa che lessi fu Lacrosse. Leggendo avevo capito che il proprietario di quel fascicolo praticava lo sport a livello agonistico, quindi anche da molto tempo. Così ho visto il tuo nome e ti ho contattato, voglio solo capire se sei così bravo come dice il fascicolo.> concluse.

Aveva ragione, era abbastanza buffo; è stato tutto un caso. <Si prof, è tutto vero. Ho praticato Lacrosse a livello agonistico per 10 anni, poi ho mollato per questioni mie. Ho vinto un paio di trofei> dissi.

Vidi un sorriso spuntare sulla sua faccia <Bene Irwin, ci manca un giocatore. Dato che hai questo talento... Che ne dici di provare a giocare nella squadra, o almeno a fare un periodo di prova?> domandò mordendosi il labbro.

<Non saprei prof, non gioco da tanto tempo...non so se sono bravo come un tempo...> dissi titubante.

<Tranquillo Ash, prima ti metterò alla prova, magari poi potresti entrare a far parte della squadra!> disse sorridente.

Non sapevo proprio che fare, significava riprendere un bel peso sulle spalle ormai sepolto. Mi morsi il labbro a mia volta e con la minor convinzione possibile annuii <Potrò ritarmi dall'incarico qualora non dovessi volere entrare in squadra vero?> chiesi.

<Certo Ashton. Bene oggi pomeriggio alle 16:30 qui, parteciperai agli allenamenti.> concluse <Puoi andare>.

Annuii e titubante uscii dall'aula, ma dove diamine mi ero andato a cacciare? Non giocavo da ben due anni, come pensavo di potermela cavare?

The Boy Who Cried Wolf||CashtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora