Capitolo 3.

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La sveglia suona, mi alzo dal letto, mi preparo e mi dirigo in cucina. Vedo Riccardo e come un flash-back mi viene in mente la chiamata, tra lui e non so chi, di ieri ma non gli chiedo niente, so che mi manderebbe a quel paese. Senza mangiare, prendo lo zaino e mi avvio a scuola.
******
5 ore sono passate molto lentamente pure perché mancavano Giulia e Matt.
Torno a casa stanchissima, butto lo zaino a terra e mi dirigo in cucina per prepararmi qualcosa, mi metto il grembiule e provo a cucinare.
Ormai sono le 5 e sto ancora provando a cucinare dopo uovi bruciati e pasta cruda. Ormai arresa butto la pentola nel lavandino e mi butto sul divano, sbuffo capendo di non saper cucinare. Bussano alla porta.
Chi è adesso??
Senza curarmi del mio aspetto vado ad aprire. Apro.
-Hey bambola, apri la porta così a tutti oppure sono un caso speciale?- chiede Travis facendomi l' occhiolino. Alzo gli occhi al cielo mentre lo faccio entrare in casa. Un pó ci ha ragione... Indosso una maglia senza reggiseno sotto e un pantaloncino, ma che me ne fotte è lui che non ha avvisato, mica io.
-Sono semplicemente vestita per stare in casa e la colpa è tua che non mi hai avvisato, se lo avresti fatto mi sarei resa presentabile, invece hai fatto quello che cazzo ti pare quindi non rompere le palle, grazie-
-Muoviti studiamo così poi me ne vado- alzo gli occhi al cielo mentre saliamo le scale per arrivare in camera. Inizio a prendere i libri di matematica. Lo trovo steso sul letto, butto i libri sul letto e rimbalzando gli arrivano in testa, cerco di trattenere le risate, mi guarda male ma nemmeno lui c'è la fa più a trattenere le risate, scoppiamo a ridere. Mi butto sul letto ormai senza fiato, cerco di prendere fiato ma non ci riesco, rido troppo, cerco di smettere, mentre mi calmo un pò giro in viso e mi ritrovo quello di Travis di fronte,smettiamo di ridere, ci guardiamo negli occhi, i suoi occhi azzurri...Mi ricordano quelli di Andrea...Mi scende una lacrima che asciugo subito sperando che non l'abbia vista
-Che hai?- come non detto.
-Niente
-Non è niente se stai piangendo- distolgo lo sguardo e guardo il pavimento, improvvisamente diventato interessante.
-Mi puoi dire cos' hai?- chiede con voce calma.
-Ma a te che interessa??Neanche mi conosci! Smettila! Non sono fatti tuoi!- urlo piangendo, non so perché piango, non lo so, so solo che sto piangendo, sto piangendo davanti a Travis. Perfetto! Ora proverà pure pena, che bello!
-Non provo pena- come ha fatto??
-Sì invece, ti prego vattene- dico.
-Vattene- ripeto.
-Vattene- ripeto più piano.
-Vattene- ripeto ancora più piano, mentre piango.
-Vattene, ho bisogno di stare da sola- dico in un sussurro che a malapena riesce a sentite.
-Non me ne vado
-Perché cazzo?!Perché?!Perché non te ne vai?!Mi riporti in mente solo brutti ricordi passati! Ricordi che voglio dimenticare! E tu non aiuti- continuo a urlare piangendo. Se ne deve andare. Ho bisogno di sfogarmi. Non voglio che mi ricordi di Andrea.
-Che tipo di ricordi?- chiede.
-Ricordi MIEI, non sono fatti tuoi.
-Non me ne vado finché non me lo dici.
Se ne deve andare.
-Siediti...- si siede sul letto.
-I tuoi occhi...I tuoi occhi azzurri...Mi ricordano una persona che ora non c'è più...Una persona che era importante per me...Una persona che è importante per me...Ancora adesso...Nonostante sia passato 1 anno.
-Sono i miei occhi?- chiede. Per un secondo alzo lo sguardo poi lo riabbasso e annuisco.
-Scusa- dice freddo -Mi dispice- continua -Ma non posso cambiare i miei occhi, devi dimenticarti di questo ragazzo, ormai è morto, non esiste più.- è freddo, molto freddo.
-Io continuo ad amarlo! Lui esiste, per me ancora esiste!- cerco di spiegare.
-Non puoi amare una persona morta! E sì può anche esistere, ma solo nel tuo cervello!- inzia ad alzare il tono di voce.
-Vattene- gli ordino.
-Me ne vado.- dice, prende le sue cose e sbatte la porta della camera.
Poco dopo sento sbattere la porta di ingresso.
Mi butto sul letto mentre piango.

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