3.

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E mentre Zac prova a convincere il suo amico, Abby fa lo stesso con la sua. Il primo nel chiedergli di dare una festa in casa e l'altra nel farle conoscere il nuovo gruppo di ragazzi.
Tuttavia, Alyssa e Theodore, sembrano essere così cocciuti da far impazzire chiunque provi a fargli cambiare idea.

<<Che ne dici se preparo qualcosa da mangiare?>> Abby prova con l'ultima sponda: ricattare Alyssa con il cibo. <<Hai un po' di pop corn?>> le chiede mentre si alza dal divano e va verso la cucina. <<Credo di sì, i miei prima di partire hanno fatto spesa>> le risponde cominciando un lungo zapping fra i possibili film da vedere su Netflix.
<<Per quanto continueranno a partire ogni weekend i tuoi?>> Abby urla dalla cucina. <<Non ne ho idea, come ogni anno da quando mio padre fa questo lavoro, i suoi viaggi sono imprevedibili>>
<<Tua madre è così dolce, a seguirlo ovunque va!>> la voce di Abby diventa più acuta e quasi smielata. <<E anche furba, te lo dico io!>> Alyssa si gira verso la testolina dell'amica affacciata dalla porta della cucina, che ride emettendo un suono stridulo: segno che la sua battuta le è piaciuta; lo fa per ogni cosa che la diverte veramente. Ma non appena ritorna a guardare la tv, nota dalla porta finestra dietro di essa, una figura nera accanto all'albero del giardino. Sta ferma immobile ed è una cosa che fa rabbrividire subito Alyssa. <<A-abby...>> è l'unica cosa che riesce a dire quasi a bassa voce ed è simile ad un mugolio; la paura mischiata alla confusione la bloccano. Prova a mettere a fuoco la sagoma umanoide e nello stesso momento in cui lo fa questa si mette a quattro zampe e in un lampo comincia a correre verso la direzione della vetrata del salone di casa. Alyssa, presa oramai dal panico più totale, urla, urla così tanto che sente come se le corde vocali le escano dalla bocca da un momento all'altro; ma non riesce a spostarsi da lì, scalcia e lancia pugni in aria ferma nella sua posizione sul divano e ad un tratto si chiude a riccio.

<<Alyssa! Cosa c'é!?>> Abby corre verso di lei, spaventata a morte dalle urla agghiaccianti della sua amica. Alyssa stende i suoi arti, si alza e la supera, indicando fuori dalla porta finestra. <<Cosa? Che.cosa?>> Abby scandisce bene le parole, cercando di calmare Alyssa per farsi spiegare da cosa possa derivare tanto spavento. <C'era... c'era...>> ma le uniche parole che escono dalla sua bocca sono confuse e scollegate fra loro, ha gli occhi spalancati e iniettati di sangue, delle goccioline di sudore contornano l'attaccatura dei suoi capelli ed il suo colorito tende al bianco, gesticola mentre continua a dire frasi senza senso. <<Hai visto qualcuno?>> Abby riesce a bloccarla e la porta fra le sue braccia, stringendola in un abbraccio. In pochi istanti sembra che la respirazione di Alyssa torni regolare ed i suoi muscoli tesi si rilassano, grazie alle carezze dell'amica. <<S-si... era lì>> alla fine riesce a dire e riesce anche ad alzare il braccio, indicando il punto preciso dove lo ha visto.




Il panico comincia a scorrere anche nelle vene di Theodore nel momento in cui riceve una telefonata. <<Che cosa!?>> alza le sopracciglia ed apre la bocca a forma di una piccola "o", in un attimo gli si secca anche la gola. <<Che succede?>> dice Zac poco prima di sentire chiaro e tondo cosa stesse realmente accadendo. Si stavano godendo una semplice partita di baseball, essendo soli in casa e il sonno si stava per impossessare dei loro corpi, se non fosse stato per la telefonata ricevuta...
<<Certo, subito>> dice determinato Theo ed insieme escono di casa e sfrecciano il più veloce possibile con l'auto.




<<In casa è tutto apposto e anche intorno, signore>> un poliziotto si avvicina a quello che cerca di tranquillizzare le due amiche. Hanno offerto ad entrambi una coperta termica e una bevanda calda mentre concludono con i controlli. <<D'accordo, date un'ultima occhiata per sicurezza>>

Alyssa tranquillizza i genitori al telefono che le promettono di tornare all'alba del giorno seguente e una volta che il poliziotto ritorna, dà la conferma della sicurezza della casa.
<<Non c'è un'abitazione in cui potreste stare per stanotte? Nel frattempo che tornano i vostri genitori...>> il poliziotto gentile continua a fornire aiuto alle giovani. E la coppia di vicini, usciti perché attirati dalle sirene, offrono la loro stanza degli ospiti ad Alyssa e Abby.



...



<<Ora sono al sicuro, pare che non ci sia niente qui intorno. Abbiamo dato un'occhiata anche noi>> si appoggia all'abitacolo il moro.
<<Sono dai vicini, i quali hanno ogni centimetro di casa blindato. Perciò è tutto apposto>> sembra rasserenarsi anche lui adesso ma decide comunque di rimanere in macchina per tenere tutto sotto controllo, una delle poche cose che gli è sempre riuscito nella sua lunga esistenza.


...



<<Mi dispiace, amore mio...>> le parole tenere ma tristi del padre di Alyssa inondano il cuore della ragazza, la quale gli stringe una mano e poi ci lascia un delicato bacio umido. <<Non è colpa tua papà, è da anni che rimango sola a casa con Abby, che sia da noi o da lei e mai niente di simile ci è capitato. Comunque sia mi devo essere immaginata tutto, era tardi e avevo sonno...>> sospira Alyssa, cercando di convincere i genitori ma anche sé stessa. <<Già...>> suo padre le porge un sorriso gentile ma l'espressione turbata non se ne va dal suo viso. <<L'importante è che ora stiate bene>> la madre, con i suoi soliti modi affettuosi, cerca di allentare la tensione causata dall'ansia. <<Povera Abigail, lei sta sempre sola a casa. Ora ne avrà il terrore...>> continua e ora l'angoscia ha rapito anche lei. <<Può stare con noi quanto vuole, lo sai vero?>> adesso, invece, è il turno del padre di rassicurare tutti.
Si sono fatti forza a vicenda ancora per qualche istante e poi si sono gustati una ricca colazione, come sempre: loro tre; piccola ma grande famiglia.

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