4.

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Alyssa osserva attentamente il paesaggio fuori dalla sua finestra, con in mano il suo album da disegno, ricopia ogni dettaglio che nota: le case di fronte alla sua, il cielo scuro e i lampi che illuminano l'atmosfera cupa, gli alberi che non possono mancare e il campanile della chiesa che si vede in lontananza.
<<Ehy>> il padre entra nella camera della figlia sedendosi sul bordo del letto. <<Ciao>> gli sorride Alyssa andando a posizionarsi accanto a lui. <<Quindi questo weekend lo passerai da Abby, giusto?>> le sfiora una mano e poi gliela stringe. Alyssa nota immediatamente la scintilla di paura nello sguardo del padre; fin troppo protettivo nei confronti della sua unica figlia, dopo l'accaduto del weekend scorso, ha perfino ansia a mandarla a scuola. <<La casa di Abby è di gran lunga più sicura: ha un sistema di allarme eccezionale e si trova in una posizione più centrale rispetto alla nostra>> Cerca di tranquillizzare il padre che continua ad accarezzarla.<<E poi ci sarà suo fratello, non saremo sole in casa questa volta>> mente. Odia mentirgli, ma purtroppo essendo nata e cresciuta con un padre eccessivamente severo ed ansioso, le bugie sono l'unica via di fuga. Il fratello maggiore di Abby non ci sarà in casa, avendo ereditato il lavoro del padre - dopo la sua morte - si è dovuto sistemare in un'altra città; ma sia Abby che Aly sanno che non farà più ritorno a Klenville.
Tuttavia, il papà di Alyssa questo non lo sa e si rasserena nello scoprire che non dormiranno da sole almeno questo weekend. <<D'accordo, sappi che per qualsiasi cosa puoi chiamarci e ci scapicolliamo da te>> si uniscono in un abbraccio dolce, si dedicano agli ultimi saluti prima della partenza ed Alyssa si ritrova di nuovo da sola con il suo album. Si infila le cuffiette e si immerge nel mondo del disegno.

Dopo non molto la musica si interrompe e viene sostituita dalla suoneria del telefono, il quale mostra una chiamata in arrivo da Abby. <<Ehy, ma che fine hai fatto!?>> la sua voce acuta sta ad indicare una sola cosa: è nervosa. <<E' da dieci minuti che sto suonando il clacson fuori casa tua, fra poco i tuoi vicini mi denunciano per disturbo della quiete pubblica!>>
Alyssa butta frettolosamente un'occhio sul suo orologio da polso e non appena legge l'orario si fa prendere dal panico. <<S-si, scusa stavo usando l'asciugacapelli e non ti ho sentito. Dammi dieci minuti>> corre verso l'armadio a cercare qualcosa da mettersi. La serata a casa di Theo è arrivata, ma il non pensare alla stupidità di aver accettato ha portato Alyssa a dimenticarsene.
Si infila un dolcevita sopra dei pantaloni a palazzo semplici e si ritocca il trucco già presente dalla mattina. Prende tutto il necessario per rimanere a casa di Abby un weekend intero e corre verso la sua auto che la sta aspettando fuori da mezz'ora.
<<Mi dispiace tanto ragazzi, ho perso la cognizione del tempo sotto la doccia>> entra salutando i suoi amici e inventandosi la prima scusa che le viene in mente. Abby sbuffa blaterando qualche <<Non ti preoccupare...>> e poi sfreccia verso casa di Theodore.
Alyssa non sa cosa aspettarsi da questa serata, spera solo che ci sia dell'alcool ad attenuare i suoi nervi tesi. Eppure, oltre alla curiosità - che non la lascia mai - un'altra cosa la tormenta: il nervoso, si sente nervosa di conoscere questi nuovi ragazzi ed è arrabbiata con sé stessa per ciò. Quando mai Alyssa Smith si è sentita in questo modo di fronte a dei ragazzi? Non è mai stata spigliata come Abby, ma non ha mai neanche lontanamente provato tutta questa inquietudine. Nella sua mente offuscata, piena di nebbia ricca di ansia, ora girano degli occhi azzurro chiaro che la guardano, le sorridono e la sfidano. D'un tratto, però, gli occhi diventano marroni e il viso paffuto di Abby si fa spazio fra la foschia.

<<Alyssa, scendi! Ma che cos'hai oggi?>> la sua fronte è aggrottata e le guance sono leggermente arrossate, è nervosa anche lei ma con la sua amica che oggi vive in un mondo tutto suo e ha la testa fra le nuvole. Scende frettolosamente dall'auto di Abby ed insieme cominciano a incamminarsi lungo il piccolo vialetto; neanche Alyssa sa cosa le sta capitando oggi ma, purtroppo, quando subentra l'ansia nella sua vita, le gioca sempre brutti scherzi.


Il vialetto di casa di Theo è in terra e circondato da un prato perfettamente tagliato, il quale è decorato da cespugli con forma ovale; si sente un odore forte di erba e rose che arricchiscono ancor di più lo spettacolo dell'edificio in legno che si ritrovano davanti. E' maestoso, veramente grande e proprio adesso gli amici si spiegano come mai ci vivano in così tanti.
La veranda è illuminata da una luce calda e una porta verde li accoglie, ai suoi lati ci sono due panchine in legno chiaro, ma la cosa che ha colpito Alyssa sono i grandi pini che attorniano la casa e i quali emettono un leggero fruscio che sembra quasi cullarla.
Ad aprire la porta è Zac, con il suo solito ciuffo biondo cenere ed un sorriso impeccabile. <<Buonasera ragazzi>> si salutano prima di entrare.
La casa è grandiosa anche dentro: tutta completamente in legno scuro, l'entrata da su un lungo corridoio ornato di tappeti e quadri raffiguranti paesaggi, sulla destra ci sono delle scale e appena subito dopo di esse, il corridoio si apre in due grandi stanze, di fronte il grande salone e sulla sinistra la cucina. E' tutto così pieno di dettagli che Alyssa già si immagina le tonalità di marrone e di verde che potrebbe utilizzare per disegnare tutto ciò.

In salone c'è una tavola imbandita di cibo e bevande, ad accerchiarlo ci sono gli altri ragazzi e davanti il camino c'è Theo che sorseggia da un bicchiere e chiacchiera con un tipo con i capelli palesemente ossigenati. La sente entrare, nota il suo sguardo curioso vagare per la casa, i suoi occhioni stringersi delicatamente per concentrarsi su un qualcosa che molto probabilmente starà capendo solamente lei. Comunque, si riaprono quando incrociano quelli di Theo: in un attimo Alyssa si sente le mani tremare per il freddo e quasi inciampa sui gradini che si trovano all'inizio della sala. Fortunatamente c'è Matt che la tiene per un braccio e le evita una figuraccia <<Tutto ok?>> le chiede massaggiandole una spalla <<Sì, grazie>> gli risponde sorridendo e si dirige subito verso il tavolo.

<<Tu inizi direttamente così?>> ridacchia Harry alle sue spalle mentre Alyssa si scola un bicchiere di Scotch; e quando anche Theo la guarda incuriosito - ma divertito - lei se ne scola un altro. <<Whoa whoa, vacci piano bambolina. Non puoi di certo ubriacarti ancor prima di mangiare!>> Harry le sfila la bottiglia dalle mani. Alyssa lo guarda infuriata ma poi scoppiano a ridere <<Sei forte, mi piaci>> le fa un occhiolino il riccio e le dà un pizzicotto sulla guancia.

La cena procede per il verso giusto, si mangia, si beve e ci si diverte; la paura che scorreva nelle vene di Alyssa si trasforma in allegria mischiata ad alcool e finalmente è tornata in gioco la Alyssa meno frenata e molto più sciolta.
Aveva ragione Abby, i ragazzi hanno atteggiamenti insoliti ma sono simpatici; per tutta la durata della cena condividono molte risate e anche molte chiacchierate. Ci sono stati applausi per il cibo preparato da Tyler, prese in giro e bisticci fra lui e Zac, battutacce di Harry e il nuovo ragazzo Dan, anche Matt ci si è trovato subito bene e anche con lui hanno optato per il "metodo presa in giro" per coinvolgerlo del tutto.

Dopo aver sistemato e preparato la tavola per giochi alcolici proposti dalle ragazze, Alyssa va alla ricerca di un bagno per svuotare la vescica già troppo piena.
Sale lentamente le scale scure e fa scivolare le punte delle dita lungo il corrimano lucido; quando arriva alla fine della rampa si ritrova in un corridoio lungo, stretto e buio e si maledice di non aver chiesto migliori indicazioni. Opta per andare a destra dove si ritrova di fronte una finestra che da sulla foresta che contorna la casa, a destra una porta e a sinistra una libreria polverosa. Rimane per qualche secondo incantata dalla spettacolare vista che offre la finestra e velocemente afferra il telefono, sfila il pennino dalla cover e disegna una bozza della meraviglia che sta ammirando. Non ha mai visto un posto così ricco di vedute eccezionali da disegnare, in fin dei conti non si pente di essere venuta qui e spera di tornarci.
Finita la bozza capisce che deve andare in bagno urgentemente, ma la porta accanto a lei dà sulla laundry-room così sconsolata è pronta per andare verso l'altra parte del corridoio buio. Una volta superata la grande libreria, però, un filo di aria congelata le sposta i lunghi capelli scuri, un brivido le sfiora la parte di collo scoperta e istintivamente si gira nella direzione da cui proviene quel soffio freddo. Socchiude leggermente le palpebre e solleva una mano per sentire meglio quella volata di gelo che continua a sbatterle contro; avvicinandosi al grande mobile capisce che proviene proprio da dietro di lui e quasi spaventata ritrae la mano che ci ha poggiato sopra. Si guarda fugacemente intorno e poi decide di illuminare con la torcia del telefono; una volta che la luce illumina, Alyssa sussulta: dietro la libreria si trova un'altra porta.
La ragazza rimane ferma, indecisa se scoprire cosa sia o se semplicemente voltarsi e andare in bagno; ma la necessità di fare pipì è più forte così scappa alla ricerca del WC. Tuttavia, una volta fatti i suoi bisogni si ritrova in mezzo al corridoio a fare un passo verso i gradini, poi uno indietro, poi di nuovo avanti e infine tutti i passi necessari per riportarla davanti la scoperta fatta qualche istante prima. <<Al diavolo!>> si maledice e maledice anche la sua voglia irrefrenabile di curiosare.
Prova con tutte le sue forze a spostare il mobilio, ma dopo essersi quasi fatta esplodere le vene delle braccia riesce a malapena a spostarlo di un millimetro. Sbuffa mordicchiandosi il labbro e poi si affaccia sullo spiraglio per provare a vedere se nota qualcosa...

<<Che stai facendo?>> una voce austera e ferma la spaventa a morte, facendole sbattere la tempia sul muro. <<Auch...>> si gira massaggiandosi il punto dolorante e non riuscendo a guardare gli occhi che ha evitato per tutta la sera. <<S-scusa... cercavo il bagno>> balbetta, arrossendo.
Theo la scruta con un'espressione atona e che Alyssa non riesce a decifrare, si studiano a vicenda in silenzio finché Theo finalmente parla ritornando ad avere la solita voce avvolgente. <<E' di là, Alyssa, se me l'avessi chiesto lo avresti trovato senza problemi>> rimane immobile davanti ad Alyssa, la quale si ritrova costretta a domandarsi se è vivo o se è imbalsamato. Anche con poca luce, i suoi occhi si vedono perfettamente e sembra come se illuminassero il corridoio in penombra. <<M-mi dispiace, tu stavi facendo altro...>> Alyssa incespica ancora e si gratta nervosamente la cute, guarda ovunque meno che in viso Theo. <<Beh, la prossima volta fallo>> Theo cerca lo sguardo della giovane, abbassando il volto nella sua direzione.
<<Theodore! Ma quanto ci metti!?>> Dan interrompe l'incontro imbarazzante fra i due - più per Alyssa che per Theo - il moro sospira e il suo fiato caldo fa svolazzare alcuni ciuffi sul viso di Alyssa. <<Arrivo, rompipalle!>> si volta e va verso le scale ma prima di scendere guarda Alyssa e fa segno con la testa verso l'altra parte del corridoio. Lei annuisce nervosamente e si avvia dove le ha indicato, continuando a fingere di non sapere dove sia il bagno.

Dopo qualche istante scende al piano di sotto e mentre percorre il corridoio, Dan e Theo le passano accanto, dirigendosi verso la porta d'entrata. Dan le fa un cenno con il capo e Theo la guarda e basta, ma stavolta lei ricambia lo sguardo. <<Andate via?>> la bocca fa tutto da sola, il cervello la manda a quel paese perché non le ha dato alcun comando.
<<Il dovere chiama!>> scherza Dan e nello stesso istante in cui le sorride Alyssa conferma la sua teoria su di lui: è uno scemo.
<<Ci vediamo, Alyssa>> la sua voce calda e melodiosa le risuona in testa per tutta la serata.


<<Hai visto!? Alla fine non sono poi così male!>> Abby rimbocca le coperte del letto mentre Alyssa si infila in fretta e furia il pigiama, arrabbiata con la sua amica che non accende mai i riscaldamenti.

<<Già>>

<<Ti vedo pensierosa>> la blocca in un vicolo cieco Abby. <<Penso solo che... per me continuano ad essere strani, ma comunque sia non mi stanno antipatici, quindi è un passo in avanti!>> scherza Alyssa e cominciano a sghignazzare e a spettegolare sotto le coperte, prima che il sonno si impossessi di loro.


Un rumore sordo e ripetitivo disturba il sonno di Alyssa, la quale si ritrova costretta a smuovere il braccio della sua amica. <<Abby... fermati!>> le sussurra, ma un altro tonfo la sveglia definitivamente, apre gli occhi di scatto ed Abby dorme serenamente con la bocca aperta dall'altra parte del letto. Alyssa si stringe nelle coperte e decide di svegliarla, chiamandola e scuotendola ripetutamente ma l'unica risposta che riceve è un mugolio e poi le spalle. Così si ritrova a sbuffare e a provare a prendere sonno, ma i rumori diventati sempre più insistenti e più vicini la mandano completamente nel panico. <<Abby! E' tornato tuo fratello?>> tenta nuovamente di svegliare la sua amica, che con voce assonnata accenna un <<Sì>> Purtroppo, però, Alyssa sa che Abby sta ancora dormendo e non può affidarsi completamente a ciò che dice.
Così, mentre si alza dal letto caldo, maledice il sonno pesante di Abby e sé stessa per aver avuto la spavalderia di andare a controllare da sola. Appena esce dalla stanza, si immerge nel buio del corridoio, illuminato solo qua e là dalla luna, e rimane immobile sui suoi piedi scalzi cercando di ascoltare. Gira di poco la testa da un lato e l'unica cosa che vede è il bagno e le altre stanze da letto vuote; si rilassa un poco mentre continua ad osservare quel punto della casa, ma quando prova a fare un passo sente un respiro inquieto, quasi dolorante provenire da dietro di lei. Si blocca e il sangue si gela nelle sue vene; sposta solo gli occhi verso la sua stanza e vede Abby dormire ancora serenamente: Come fa a dormire così!? Continua a dannarla mentalmente, mentre le comincia a tremare la bocca. Non riesce a muovere un centimetro del suo corpo, è come se avesse guardato dritto negli occhi Medusa e il suo potere l'abbia pietrificata.

<<A-alyssa...>> ma una voce funge da antidoto e la smuove dalla trance.

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