<<Stavi per rovinare tutto>> continua a borbottare Zac e Theo lo guarda, seduto sulla poltrona, mentre sorseggia il solito Whisky. E' la quinta volta che riprende questo discorso in una settimana ma Theo continua a non sembrare interessato.
<<E ora stai là, a bere, come se niente fosse. Dov'è finito il Theodore che ci teneva a tutto quello che stiamo facendo?>> Zac sbraita, agitando le mani freneticamente, qualche ciocca di capelli gli cade davanti agli occhi.
Le sue parole - finalmente - provocano una reazione in Theo, il quale si alza dalla poltrona e si posiziona a pochi millimetri di distanza dal viso dell'amico. Il suo sguardo sembra quello di un pazzo omicida, le sue narici sono dilatate e le sopracciglia aggrottate rendono il tutto ancora più macabro. <<Tu invece, che cosa hai da dirmi? Ti scopi quella là, fate i fidanzatini! E ora ti metti anche il gel sui capelli! Il gel!>> Theo dice le sue prime parole e solamente per controbattere nella discussione; cerca di scaricare il senso di colpa che lo sta divorando in questi giorni, ma comunque sia questo non sembra calmare la sua agonia.
<<E guardati... sei anche più nervoso del solito: sei chiuso dentro questa casa da... Quanto? Due settimane? Tre? E puzzi! Quando è stata l'ultima volta che ti sei fatto una doccia?>> Zac ha deciso di affrontare il drago feroce, sbattendogli la verità in faccia perché sa che con il suo migliore amico, valgono solo le maniere forti. Solamente in questo modo - sebbene brutale - può riportare sulla retta via il Theo smarrito. <<Che cosa hai intenzione di combinare? Le hai sentite le notizie al telegiornale almeno?>> Il biondo continua.
<<Tengo sempre tutto sotto controllo, lo sai che ho i miei metodi... Aspetta, quali notizie?>> Theo comincia una frase che il panico non gli permette di continuare. Zac sbuffa e ride nervosamente, cominciando a camminare nel salone. Tyler si dirige verso Theo per rispondere ai suoi dubbi. <<Il telegiornale dice che da giorni sono stati avvistati dei lupi, nei boschi di Klenville. E anche in città gira questa voce: era da anni che non venivano visti qua...>>
<<No.>> afferma Theo, puntando un dito contro l'amico, completamente in panico.
Come ho potuto? Come ho fatto a farmelo sfuggire? Si ripete mentalmente Theodore mordicchiandosi le labbra, se dovesse succedere qualcosa, non se lo perdonerebbe mai... E proprio mentre si maledice in tutte le lingue che conosce, si accorge di aver parlato ad alta voce:
<<Se solo non mettessi piede fuori casa esclusivamente per fare lo stalker, ma ti abituassi ad avere un po' più di vita sociale, forse non ti faresti sfuggire nulla! Forse, poi vedi tu!>> Tyler aggiunge la sua voce alla ramanzina, la quale finalmente mettono fine alla fase da vecchio solitario e puzzolente di Theo.
<<Sicuro che qua non viene più nessuno?>> Alyssa si fa prendere dal panico, ma Harry già l'ha presa in braccio e spostata sotto il getto d'acqua della doccia. Ridono e poi Alyssa lo manda a quel paese, mentre si toglie i capelli bagnati davanti agli occhi.
<<Giuro! Già te l'ho detto: gli allenamenti sono finiti da un pezzo e non verrà più nessuno in questo spogliatoio lurido!>> la tranquillizza per la terza volta e le comincia a lasciare baci sotto l'orecchio, lungo il collo, fino ad arrivare alla clavicola. Alyssa butta la testa indietro, sciogliendosi nel suo corpo, il quale, malgrado l'acqua calda continua ad essere così freddo...
Il suo modo di baciare è quasi unico, le labbra sono molto morbide anche se fine, e ha un sapore fresco come la menta. E così, Harry, riesce a stregare Alyssa ogni volta, da quasi un mese; ovunque ormai: a scuola, nella sua auto, nelle aule vuote, nei bagni e ora anche negli spogliatoi degli uomini. Abby aveva proprio ragione, una distrazione del genere serviva tanto ad Alyssa; e mentre il bel ragazzo le mordicchia il collo e le fa provare l'ennesimo orgasmo del giorno, è soddisfatta della sua decisione.
<<Comunque abbiamo prenotato da Jerry per Halloween>> Harry afferma mentre si riveste. <<Oh, si giusto...>> Alyssa dice sovrappensiero. Da giorni ormai passa le notti intere a provare a disegnare alcune delle opere richieste per essere ammessa all'Accademia delle Belle Arti. Non ha mai avuto tanta ansia per qualcosa, ma a gennaio dell'anno nuovo dovrà presentare il suo portfolio di opere e sente come se il tempo le stesse sfuggendo dalle mani.
Nessun college richiede il test di ammissione al penultimo anno di liceo, ma il suo sì, perciò la possibilità di non riuscire ad entrare all'accademia dei suoi sogni le mette molta angoscia.
<<Offre un bel pacchetto! Cenone a base di carne, poi musica e Open bar fino all'alba! Tutta la città andrà da lui. Infatti siamo riusciti a prendere gli ultimi sette posti disponibili!>>
<<Sette?>> Alyssa viene trasportata fuori dalla sua bolla, dalla voce euforica di Harry. <<S-si, lo so, siamo pochi. Però per il dopo cena ci raggiungono altri amici...>> comincia a giustificarsi il ragazzo ma Alyssa lo interrompe. <<No no, non importa quanti siamo. Intendevo, perché sette? Chi siamo?>> E gli occhi azzurri che tormentano la sua testa e i suoi disegni, tornano in gioco, ma Alyssa ancora una volta cerca di scacciarli. <<Pare che Zac e Tyler abbiano convinto Theo ad uscire>> si posiziona davanti a lei. <<Finalmente il lupo esce dalla sua tana>> dice ironicamente e facendo apposta una voce più profonda. Scoppiano a ridere e si dirigono verso l'uscita; e proprio quando le loro strade se dividono a lei viene in mente un'idea per il primo disegno del portfolio. Sorride soddisfatta mentre attraversa la strada.
Stranamente sembra più buio e silenzioso del solito, il tragitto per arrivare a casa, così, Alyssa, si rifugia nel cellulare dove comincia a messaggiare con Abby.
*Forse ad Halloween c'è anche Theo*
Alyssa è nervosa, vorrebbe provare qualsiasi altra sensazione ma l'unica cosa che prova è nervosismo. Sono giorni, settimane che non si fa vedere e l'ultima volta che si sono visti è successo un casino.
Le lenzuola emanano un profumo diverso dal solito e solo quando Alyssa apre gli occhi si accorge di non essere a casa. Si agita nel letto per cercare di tirarsi su ma una voce la riporta verso la lucidità. <<Stai tranquilla, non è successo niente>> si gira verso il ragazzo seduto su una sedia accanto al letto. <<Ho dormito per terra>> indica un punto sul pavimento, riempito di coperte e cuscini.
Alyssa si stropiccia la faccia, un forte mal di testa si fa spazio in lei; la serata di ieri la ricorda a spezzoni e il fatto che non si ricorda come si è addormentata la fa spaventare ancora di più. Addosso ha una felpa molto lunga, ma sotto ha ancora il vestito di ieri sera. <<Sì, te l'ho messa io>> E lo apprezza, Alyssa apprezza il gesto del ragazzo strano, sia per non averla spogliata e sia per averle messo un indumento più caldo.
<<Tieni, prendi questa>> Theo si alza e le porge un bicchiere con dentro un liquido bianco. <<E' un'aspirina per il mal di testa, tranquilla non ti avveleno>> ridacchia con i capelli in disordine. Adesso che si è svegliata un po' di più nota che indossa una semplice tuta e non ricorda una volta in cui non lo ha visto vestito e acconciato perfettamente.
Theo non è proprio capace a chiedere scusa e spera sempre che un po' di gentilezza possa prendere il posto di un "scusa, non dovevo comportarmi così ieri sera" ma Alyssa è come se lo capisse, perciò, accettando le sue carinerie è come se gli dicesse "non ti preoccupare, per questa volta ti perdono".
<<Abby come sta?>> Sono le prime parole di Alyssa non appena ingoia l'ultima goccia della medicina. <<E' giù che fa colazione, vuoi andare anche tu?>> Theo le chiede, utilizzando sempre lo stesso tono morbido e infilandosi una mano in tasca.
*Speriamo che non rifaccia la stessa sceneggiata dell'altra volta se proprio deve venire!*
Alyssa ridacchia mentre legge il messaggio dell'amica protettiva; per circa una settimana hanno provato a dare molte spiegazioni al comportamento del ragazzo di quella sera, ma non sono riuscite a trovarne neanche una plausibile e coerente, così, ci hanno rinunciato.
E lo stesso odore floreale di quelle lenzuola morbide, ora invade le narici di Alyssa, e la attraggono a sé come una calamita, facendole alzare la testa dallo schermo luminoso.
<<Ehy! Oddio che paura!>> quasi urla Alyssa quando nota Theo appoggiato sulla sua auto. Si stringe forte il petto e ride nervosamente. <<Che cosa ci fai qua!?>> il suo tono è ancora molto alto. <<Tu che cosa ci fai ferma in mezzo ad un marciapiede a sghignazzare?>> la prende in giro il ragazzo con le braccia e le gambe incrociate. Alyssa gli mostra il telefono e lui annuisce sorridendo; in effetti si sente in imbarazzo ad essere stata beccata a chattare e a ridere nel mezzo di una strada buia, da sola. E' anche più ambiguo di come si comporta lui di solito. <<Tu invece? Appoggiato su un'auto al buio?>> nonostante sa che Theo ha ragione, il suo lato difensivo si fa avanti. <<Aspetto un amico>> indica la casa dietro di lei. <<Oh, okay>> risponde con un filo di voce Alyssa, non le era mancato per niente questo senso di disagio in sua presenza.
<<Che corso pomeridiano fai?>> Theo interrompe subito il silenzio. <<Ehm... pallavolo>> risponde decisa, ovviamente mentendo. <<Ah, si fatica? Anche con la poca luce del lampione si vedono i tuoi capelli bagnaticci>> la indica e Alyssa quasi si strozza, per mascherare una risata. <<Si... beh, infatti ora vado altrimenti rischio di prendere freddo>> cerca di svignarsela da una delle situazioni più spiacevoli della sua vita. <<Fatti accompagnare>> si avvicina a lei prima che superi il suo mezzo. Ahia.
<<E il tuo amico?>> le vie secondarie per fuggire non sono ancora finite. <<Lo sto aspettando anche da troppo tempo e io non aspetto nessuno>> fa spallucce Theo, catapultando un muro altissimo e facendo finire Alyssa in un vicolo cieco. D'altronde, con la macchina non ci vuole molto tempo e a lei farebbe più che comodo...
Non appena entrano in macchina Theo accende l'aria condizionata al massimo; lei sorride mentre apprezza il getto di aria calda e lui lo nota, compiaciuto.
<<Comunque la felpa te l'ho lavata, se vuoi te la ridò subito>> Alyssa parla così velocemente che quasi si impappina. <<N-no, tienila pure>> anche lui sembra impicciarsi nelle parole, mentre rivolge uno sguardo alla ragazza. <<Non ti preoccupare>> prova a dire con voce più ferma ma il suo nervosismo è ben evidente perfino agli occhi di Alyssa, la quale anche lei è tutto meno che serena. Annuisce mentre giocherella con le mani.
Non è vero. Alyssa non ha messo a lavare un bel niente, quella dannata felpa emanava un odore così dolce che l'ha cullata ogni notte prima di andare a dormire per un bel po'. Che stupida, pensa, si sente sciocca e strana tanto quanto lui per aver fatto una cosa del genere. Ora che ce lo ha vicino, lo guarda mentre guida e sente il suo profumo perfino uscire dall'impianto di aria condizionata, quasi si vergogna per quello che ha fatto.
Ma ha un odore così buono che non è riuscita a resistere, tanto non lo verrà mai a sapere, quindi che problema c'è?
Theo la percepisce l'inquietudine di Alyssa ed è come se ne fosse contento, perché almeno si mescola con la sua e insieme è come se si annullassero, lasciando spazio ad una sorta di tranquillità silenziosa fino all'arrivo davanti casa di Alyssa.
Quando Alyssa scende, si scorda lo zaino nella macchina; ma Theo se ne accorge prima di partire e in un attimo è dietro di lei. Anche Alyssa prima di infilare la chiave nella serratura sente che c'è qualcosa che non va e non appena si gira, ritrova Theo nel vialetto di casa. <<Te lo sei scordato>> stringe le labbra in un sorriso delicato e le passa lo zaino, ma nel momento in cui lei lo afferra le sfugge dalle mani e dato che la zip è aperta, escono fuori tutti i quaderni, compreso quello da disegno, seguito da tutti i disegni.
I disegni scarabocchiati e mai finiti, quelli finiti e venuti alla perfezione come ad esempio: l'angolo del corridoio di casa di Theo, il quale è riuscita a riportare dal telefono alla carta, l'intera casa di Theo con annesso il magnifico paesaggio che la circonda, il bagno insanguinato di Abby e persino il suo viso ricco di ogni particolare, ai quali solo Theo e un'artista meticolosa come Alyssa potrebbero farci caso. Fortunatamente quelli degli occhi sono rimasti in casa, ma mentre Theo li raccoglie e li osserva con la bocca leggermente aperta, Alyssa si sente quasi svenire dalla vergogna. Glieli strappa via dalle mani, non ha neanche il coraggio di guardarlo in faccia, lo ringrazia e se ne va in fretta e fuori ad aprire la porta di casa.
La apre e fa un primo passo per entrare, eppure, anche se la sua dignità la implora di entrare, il suo orgoglio le urla di non farlo senza prima parlargli.
<<Sappi...>> si gira e Theo è ancora fermo nella stessa posizione a fissare per terra, poi però la guarda. <<Sappi che non sono una matta che stalkera le persone, semplicemente amo disegnare e tutto quello che... che mi succede, o anche semplicemente che vedo... io lo disegno>> sospira di tanto in tanto nel suo discorso e sebbene provi a smentire il fatto che sembri una pazza, ora ci si sente ancora di più. <<Non penso che tu sia matta, penso che tu sia un'artista. Erano bellissimi quei disegni e mi piacerebbe scoprirne di più. Io non so disegnare, ma amo l'arte>> Theo risponde utilizzando un tono di voce così pacato che quasi non le sembra la stessa persona che le ha urlato in faccia giorni fa. Lei semplicemente sorride e si morde internamente una guancia.
<<Che cosa ti posso offrire?>> Alyssa si dirige in cucina, seguita da Theo che osserva attentamente il suo soggiorno. <<Un po' di acqua va bene>>
<<Scusa per il disordine, ma quando non ci sono i miei lascio sfogo alla mia creatività>> ridacchia Alyssa e versa un po' di acqua in due bicchieri. Theo fa spallucce e beve molto velocemente. La ragazza, dal canto suo, non può non ammirare il suo pomo d'Adamo che fa su e giù velocemente, appuntandosi mentalmente ogni piccolo dettaglio da aggiungere alle sue opere.
Alyssa scende le scale e porta con sé alcuni dei suoi disegni. Theo è in piedi di fronte al camino ad osservare le foto di famiglia sopra di esso. <<Sono i miei genitori>> afferma Alyssa mentre si siede sul divano e posa i fogli sul tavolino in legno. <<Si>> risponde fermamente con la mani incrociate dietro la schiena. <<Cioè... lo avevo intuito>> si schiarisce la gola e poi raggiunge la ragazza sul sofà. Lo guarda incuriosita, ma decide di lasciar perdere i suoi atteggiamenti enigmatici.
Gliene fa vedere uno per uno, partendo da quelli di prima:
<<Questo rappresenta la sera che sei venuto a casa di Abby ferito, nello specifico quando sei sparito dalla finestra lasciando me e la stanza piene di sangue; questa sono io...>> indica una figura seduta sul wc chiuso. <<...Una me sporca, confusa e anche un po'... impaurita>>
<<Questo è il bagno della scuola vuoto. Proprio come lo hai lasciato quando sei sparito per la seconda volta nel giro di qualche secondo. Il punto di vista è il mio, cioè quello di una ragazza ancora più confusa>> ridacchiano.
Le seguenti ore passano così: Alyssa mostra e spiega i ritratti, Theo ascolta accuratamente, soffermandosi ad osservare ogni piccolo dettaglio del disegno e delle sue labbra ad arco di cupido che si muovono.
Alyssa non si spiega come riesca a sentirsi così a suo agio a parlare delle sue opere e di tutto quello che c'è dietro di esse, come mai un ragazzo così strano e al quale vorrebbe fare molte domande, sta cominciando ad attirare la sua attenzione più del dovuto.
Theodore, invece, non riesce a comprendere come una persona possa essere così semplice ma comunque così complicata, così ribelle ma con una dedizione all'arte notevole, così determinata ma anche così disordinata; le domande che girovagano nelle loro teste sono molte ma svaniscono nei disegni e nella fantasia.
La mattina seguente Alyssa si ritrova nel suo letto e non appena scende nel salotto, tutto è in ordine, perfino i piatti e le stoviglie che avevano utilizzato per la cena, sono lavati e asciutti sul bancone della cucina. Ignora la voce di Abby nella sua testa che la prende in giro, ma decide lo stesso di telefonarla.
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DarʞSide
Fantasy-Devi sapere che la nostra storia è particolare; non è la solita che senti in televisione o che leggi nei libri. Noi siamo schiavi di un demone che si impadronisce della nostra anima e facendo crescere un lato oscuro in noi, con il tempo costruisce...